WC e oggetti smarriti sui bus: storie e curiosità dal volante
di Gianluca Celentano, conducente bus Quando piove, dimenticare l’ombrello a bordo del bus è una cosa normalissima. Credo di aver trovato almeno un centinaio di ombrelli dopo un turno di servizio, in circa 28 anni di guida. Ma non ci sono solo gli ombrelli: la lista degli oggetti smarriti è davvero lunga e fa riflettere. […]
di Gianluca Celentano, conducente bus
Quando piove, dimenticare l’ombrello a bordo del bus è una cosa normalissima. Credo di aver trovato almeno un centinaio di ombrelli dopo un turno di servizio, in circa 28 anni di guida. Ma non ci sono solo gli ombrelli: la lista degli oggetti smarriti è davvero lunga e fa riflettere. Pensate che diversi anni fa, un collega trovò una fondina contenente una pistola. Vi lascio immaginare l’iter previsto in questi casi: non puoi muovere il bus e devi allertare immediatamente le forze dell’ordine. Chissà cosa sarà successo al poliziotto o alla guardia giurata he aveva lasciato all’interno della custodia anche il suo tesserino.
Una lista imbarazzante
A bordo puoi trovare davvero di tutto, dai portafogli ai tablet, telefoni cellulari, chiavi dell’auto o della casa, e perfino occhi di vetro dentro una custodia. A me capitò di essere contattato dalla segretaria di un’azienda di autoservizi perché un ragazzo aveva dimenticato un pacchetto: era una confezione con tre mutande colorate, paghi due e compri tre.
In realtà, sulle linee aeroportuali e non solo, sono spuntate fuori anche altre cose un po’ imbarazzanti da descrivere, quindi lascio alla vostra immaginazione, e sicuramente non sbaglierete. Borse, zaini, scarpe e libri sono da mettere sempre in preventivo. Un sistema rapido e infallibile per un controllo è posizionarsi sul primo scalino d’accesso e ispezionare il pavimento, che risulterà a filo dei nostri occhi. Il problema è che a volte gli oggetti finiscono (o sono appositamente collocati) fra i sedili; qui è tutto più complicato e, con un po’ di obiettività, il legittimo proprietario può anche arrangiarsi stando più attento la prossima volta.
Il wc del bus è sacro!
La cosa peggiore in assoluto è occuparsi della pulizia delle toilette di bordo. Forse qualcuno non sa che, in diverse realtà, è un compito del conducente quando non ci sono imprese addette alla loro pulizia. I bagni dei pullman sono molto pratici, simili a quelli dei camper, seppur piccolini. In base agli allestimenti, potrebbero essere più spaziosi e magari collocati in punti diversi. È importante caricare sempre la cisterna dell’acqua, utilizzare pastiglie disinfettanti e detergenti, mantenendo efficiente questo spazio che, a ragion veduta, mal volentieri – diciamolo – mettiamo a disposizione. Infatti, le soste nelle aree di servizio sono le pause per approfittare delle toilette all’interno delle strutture, lasciando quella del bus come punto di estrema necessità.
Non vi dico in che stato viene trovato a termine di un servizio il bagno a bordo dell’autobus. È importante sapere che esiste un problema di igiene anche nella loro pulizia. Spruzzare acqua sotto pressione senza le dovute protezioni (anche del viso) può generare microscopici schizzi di ritorno molyo poco salutari. Inoltre, non si può improvvisare l’utilizzo degli stessi aggressivi detergenti antibatterici per la pulizia senza presidi protettivi del caso.
In questi casi, verrebbe da chiedersi quanto dovrebbe essere pagata la pulizia dei bus. Qui non si tratta di spazzare a terra, passare uno straccio umido o pulire i vetri: qui si va ben oltre. Occorre stare tranquilli, però, soprattutto per coloro che leggono questi articoli e magari vorrebbero orientarsi verso il mestiere del conducente di noleggio. Autisti anziani e titolari saranno di certo in grado di non farvi mai capitare in situazioni di questo tipo.
In allegria senza alcol
Quello che può invece capitare, e per completezza devo riportarlo, sono gli isolati casi di soggetti che “danno di stomaco”. Come evitarli? Possibilmente non facendo salire subito a bordo persone in evidente stato alterato da alcol e facendo accomodare davanti coloro che segnalano sofferenza durante il viaggio. Recentemente una simpatica (mica tanto) signora anziana mi chiese di sedersi davanti perché “stava male” sul bus. Ho acconsentito alla richiesta, domandandomi silenziosamente perché volesse viaggiare. La gita era seguita dal prete della parrocchia che aveva un capiente monovolume con dei posti liberi. Ho provato a domandargli se potevo far accomodare la signora in auto e lui, comprendendo, ha accettato. Peccato che la signora volesse vedere il viaggio “dall’alto” e sedersi dietro di me, rifiutando l’offerta del suo parroco. Per fortuna non è stata male, anzi a un certo punto mi ha chiesto di tirare su le tendine parasole per guardare davanti. Ho spiegato che non sono installate per bellezza, ma per evitare accecamenti. Sono rimaste giù! Che dire, ci vuole pazienza, ma anche gli strumenti per farsi aiutare in caso di disastro…