Vita da conducente… donna. La storia di Luisa Croin, ora ad Atv Verona
Ci sono donne che non hanno timore di mettersi alla prova. Anche quando si tratta di guidare un autoarticolato nel traffico urbano.Ā I pregiudizi sulle donne al volante, si sa, sono duri a morire, ma questo non ha affatto scoraggiato Luisa Croin, autista di ATV (Azienda Trasporti Verona) dal 2013. La sua vicenda ĆØ stata diramata […]
Ci sono donne che non hanno timore di mettersi alla prova. Anche quando si tratta di guidare un autoarticolato nel traffico urbano.Ā I pregiudizi sulle donne al volante, si sa, sono duri a morire, ma questo non ha affatto scoraggiato Luisa Croin, autista di ATV (Azienda Trasporti Verona) dal 2013. La sua vicenda ĆØ stata diramata da Man Truck & Bus Italia tramite un comunicato stampa.
La carriera di Luisa Croin fino ad ATV Verona
Il percorso professionale di Croin, scrivono da Man, ĆØ iniziato nel 1999 alla guida di veicoli da 12 metri per utilizzo turistico sia alla guida di scuolabus, per poi proseguire presso il gruppo Autoservizi Pasqualini per undici anni, fino al tanto desiderato ingresso in ATV. āHo partecipato a un concorso e sono arrivata sesta su trecento candidati. ā dice Luisa – Per me ha rappresentato il successo piĆ¹ grande, anche perchĆ© sono stata una delle poche donne a farsi strada in questa mansione tipicamente maschileā.
Esperienza su snodati Man
Durante questi anni, Luisa ha avuto modo di crescere professionalmente acquisendo esperienza con veicoli di diversa lunghezza, dai 12 ai 13.80 metri, fino agli autosnodati. āSi tratta di veicoli MAN, piacevoli da guidare anche nel traffico e apprezzati dai passeggeri per il comfort di bordo, specialmente i bus da 13.80 metri. Io mi trovo molto bene, soprattutto con i MAN Lionās City articolati: pur essendo piĆ¹ voluminosi, manovrarli ĆØ piĆ¹ facile grazie alla presenza dello snodo centrale. In particolare, ho apprezzato gli ultimi Lionās City, la cui lunghezza si ĆØ ridotta da 18.70 a 18 metri. In questo modo sono ancora piĆ¹ pratici e maneggevoli!ā.Ā āAbbiamo necessitĆ di utilizzare gli autosnodati – spiega Luisa – durante gli orari di maggiore affluenza, come il mattino presto quando i passeggeri si recano al lavoro o a scuola e quando ritornano a casa, mentre le linee servite, sia urbane che extraurbane, sono perlopiĆ¹ le stesseā.
IlĀ mestiere di conducente scelto per sfida
Ma cosa spinge una donna a scegliere di intraprendere questo mestiere? āPer me ĆØ stata una sfida. I miei amici mi dicevano che non sarei mai stata in grado di guidare un autobus, cosƬ ho pensato fosse giusto dimostrare loro che si sbagliavano. Le difficoltĆ sono state tante, specialmente agli inizi. Quando i passeggeri salivano a bordo e vedevano che al volante cāera una donna spesso facevano battute, poi a fine giornata ĆØ capitato piĆ¹ volte che si siano ricreduti e mi abbiano fatto i complimenti per la guida. Per non parlare poi della diffidenza dei colleghi maschi! Col tempo hanno capito che il mio lavoro lo svolgo con passione e impegno e ora mi rispettano. Attualmente il numero di donne in azienda ĆØ cresciuto, siamo almeno una dozzina: segno che qualcosa sta cambiandoā.
Per fare il conducente ci vuole passione
In ATV, i turni di guida si attestano sulle 6 ore e 40 minuti in media e gli autisti sono tenuti a conoscere numerose linee, perchĆ© non sempre si compie lo stesso percorso e puĆ² capitare che vi sia necessitĆ di coprire un tragitto al posto di un collega.Ā āA bordo di un veicolo MAN da 13.80 metri faccio prevalentemente percorsi extraurbani ā racconta Luisa ā si tratta di linee che hanno dinamiche diverse rispetto alle tratte urbane in quanto le fermate sono meno ravvicinate e capita sovente di incontrare gli stessi passeggeri, quindi ĆØ piĆ¹ facile scambiare un saluto rispetto ad un tragitto urbano, dove ĆØ difficile che salgano sempre le stesse persone.āĀ Rappresentare unāazienda come ATV rende Luisa molto orgogliosa, ma ĆØ lei stessa ad affermare che non ĆØ una mansione adatta a tutti. āPer svolgere bene un mestiere ci vuole grande passione. Nel mio caso devo farmi carico della sicurezza di altre persone, che salgono distrattamente a bordo e spesso non si rendono conto di stare viaggiando su un mezzo che circola in strada. Ć una responsabilitĆ non da poco, ma mi dĆ molta soddisfazione!ā conclude Luisa.