Vita da autisti, infrastrutture non a misura di conducenti
di Gianluca Celentano, conducente bus Da noi sembra esserci una certa superficialità nell’utilizzare sulle strade locali l’esaustivo segnale 77 (tavola segnaletica prescrizioni MIT), cioè quello relativo al divieto di transito per lunghezza valido per tutti i veicoli quindi anche per i bus. Al suo posto, confermate il contrario, esistono invece un’infinità di divieti sopra le […]
di Gianluca Celentano, conducente bus
Da noi sembra esserci una certa superficialità nell’utilizzare sulle strade locali l’esaustivo segnale 77 (tavola segnaletica prescrizioni MIT), cioè quello relativo al divieto di transito per lunghezza valido per tutti i veicoli quindi anche per i bus. Al suo posto, confermate il contrario, esistono invece un’infinità di divieti sopra le 3,5 t. per gli autocarri (che dovranno pur scaricare da qualche parte…). A far testo, invece, quando la strada è davvero “brutta”, è il raro segnale 70, cioè il divieto di transito ai veicoli a motore trainanti un rimorchio. Peccato che non si riferisca né ai bus né agli autosnodati trasporto persone. La realtà è che in presenza di questa prescrizione (raffigura il camioncino con rimorchio) la strada è davvero da evitare anche dai bus. “A volte penso che un autista potrebbe essere un valido consigliere della viabilità“
Se non ci siamo ancora incagliati, sono i limiti di velocità a essere sotto la lente di tutti gli utilizzatori professionisti (e non) della strada, sostanzialmente perché non sono al passo con le moderne prestazioni e sistemi di sicurezza dei veicoli.
I sottovia e i ponti
Altro punto dolente per altezze e larghezze, sono i sottopassaggi. Èl’incubo che non dà scampo: “ci passerò?” Con i navigatori puoi impostare un valore d’altezza (esempio: 3,85mt) ma sarà sufficiente? Basterebbe scavare la strada sottostante per agevolare senza costi aggiuntivi il passaggio dei mezzi pesanti, ma è anche vero che i comuni hanno le mani legate come risorse, ma con questa rubrica confidiamo in un nodo al fazzoletto di qualche amministrazione locale. La verità che con convinzione autisti e vettori non nascondono, è che gli autobus sono i mezzi più comodi per portar turisti e far girare l’economia di una località, ma al tempo stesso danno fastidio e sono facili bersagli di sanzioni e oneri spropositati.
Quando c’è un dubbio nelle manovre o passaggi, il vecchio sistema tramandato dagli anziani è ancora il migliore: “Scendi e fai un pezzo a piedi”. Il più delle volte è la frenesia di arrivare e l’estenuazione di un viaggio che fanno sbagliare. Riflettere e ancora riflettere senza scoraggiarsi mai, sono gli altri aspetti della professione.
Terminal
Queste località dovrebbero rappresentare la meritata siesta per il conducente, ma in Italia non è così. Qui il lavoro congiunto tra i dicasteri del turismo e dei trasporti avrebbero molto da lavorare. Tralasciando il tema delinquenziale in molte realtà, dovrebbero comprendere accoglienti sale di attesa per i viaggiatori e altrettante per gli autisti. Seppur potrà suonare come stravagante, l’idea arriva dai colleghi che effettuano le linee a lunga percorrenza. All’interno delle strutture terminal, riscontrerebbero utili delle mini camere per il riposo dei conducenti come alternativa al riposo a bordo, in cuccetta o nella bagagliera, magari nel bel mezzo di un piazzale pieno di rumorosi viaggiatori. Anche i servizi igienici sono tabù e non custoditi e assolutamente poco invitanti dall’essere utilizzati. Ridurre le auto sulla strada e le vittime, non po’ avvenire senza presentare alternative credibili per le quali servono investimenti. Si tradurrebbe in nuovi posti di lavoro in terminal custoditi, più risorse al comparto, più conducenti coerentemente retribuiti e turnazioni. Tutto sta nel voler accendere (o meno) i riflettori sul comparto trasporto passeggeri su gomma, il futuro sostenibile e sicuro per tutti.
Black out del navigatore
L’argomento è molto ampio, ma faremo una sintesi toccando tutti gli aspetti in cui l’autista di noleggio può imbattersi. Oggi giorno tutti noi utilizziamo i praticissimi navigatori interattivi con il traffico, sarebbe ipocrita affermare il contrario, anche se esiste una grande disputa, almeno verbale, con chi tifa ancora per le cartine. Già a scuola guida un futuro conducente provetto deve dimostrare dimestichezza nella toponomastica seppur comprenda la comodità di un moderno navigatore per mezzi pesanti. Se per un qualsiasi motivo rimanessimo senza navigatore satellitare (magari per un cielo molto nuvoloso, o un bivio in galleria), come ne verremmo a capo? Evenienza tutt’altro che rara. Qui da noi la segnaletica non può definirsi una valida alleata dei conducenti dei bus e, alla luce di una rapida comparazione, il Codice della Strada art. 157 sanziona più pesantemente un intralcio che un divieto di transito.
Il video di Roberto Merlini: