di Gianluca Celentano, conducente bus

“Ho caldo, ho freddo”. Questa è sicuramente l’esclamazione più comune per la quale partirà subito da parte nostra una risposta esaustiva. I moderni sistemi di climatizzazione dei bus sono progettati per lavorare in autonomia in funzione della temperatura esterna, dall’apertura o meno delle porte e dal grado di umidità presente a bordo. Ma è scontato che qualcuno o molti più di uno, tutta questa raffinatezza  non la comprenderanno preferendo chiedere al conducente di rimediare. Il più delle volte basta che il viaggiatore alzi lo sguardo sulle bocchette d’areazione chiudendole o aprendole, oppure scegliere posti diversi, quelli dietro i più caldi d’inverno e i più freschi d’estate.

Molto utile è il séparé in pexiglass dietro al posto guida che ha visto un ampio utilizzo durante la pandemia. Con questo sistema aumenta un po’ la privacy del conducente consentendo di lasciare il finestrino leggermente abbassato assolvendo anche al compito di paravento.

I tour leader sono figure molto efficaci e utili per l’assistenza durante i viaggi. Per mantenere dei costi concorrenziali, anche questa professione ha incontrato una crisi già prima della pandemia. Spesso messi in ombra o utilizzati per i gruppi di élite, rappresentando un notevole filtro tra i trasportati e il conducente. Ai tempi delle mance che oggi scarseggiano, la sana disputa con gli assistenti era sulle percentuali pattuite per il buon servizio svolto e l’empatia e l’intesa tra autista e tour leader era fondamentale. In mancanza di questa figura i compiti dell’autista sono evidentemente aumentati.

Assolutamente necessaria è la cortesia con i viaggiatori, ma a anche una certa dose di fermezza. Vittorio è un autista anziano di GT  e mi  spiega che è necessario mantenere una certa distanza con i gruppi nonostante la nostra disponibilità: “A pranzo o a cena gli autisti mangiano su tavoli separati, mentre se ti chiedono di caricare in centro città dove solo un euro 6 può entrare, digli che sono loro che devono raggiungerti nel primo posto utile dopo la ztl“.

Un’esperienza

Anni addietro un padroncino mi chiese un favore abbastanza impegnativo e così gli diedi una mano. Durante il ritorno da Trieste su un tratto autostradale a tre corsie in mancanza di traffico, sfilavo a destra, in prima corsia a 100 km/h. Ad un tratto il capogruppo, un signore anziano che organizzava viaggi a Međugorje arrogandosi inoltre l’autorità per dare una pagella all’autista senza possederne il titolo disse: tu corri troppo!
Lo cercai nello specchio e replicai: stia tranquillo, sto rispettando i limiti e non c’è traffico.

Non riuscendo ad attirare la mia attenzione, forse voleva parlare, ad un tratto si alzò senza che me ne accorsi. Si materializzò a fianco al posto guida facendomi fare un sobbalzo, e senza chiedermi nulla si curvò davanti a me e alla mia visuale, per staccare la presa usb del suo smartphone in carica e posto alla mia sinistra sotto il finestrino.
Con un gesto energico della mano destra lo allontanai sul petto dicendogli: caro signore lei non deve alzarsi; questo si che è un comportamento pericoloso per tutti! 

Probabilmente offeso dalla mia reazione di difesa, è stato in silenzio per tutta la durata del viaggio. Ho realizzato che qualcuno in precedenza gli aveva permesso questo e magari altro. Non uso mezzi termini per affermare che certi capigruppo e comitive, è meglio che non utilizzino gli autobus che hanno regole molto chiare da rispettare.

Va anche aggiunta una nota dolente, ovvero che molte problematiche nel settore sono state permesse da diversi vettori in anni di servizi a basso costo, quelli dove la professionalità del conducente è l’ultimo dei problemi.

Il video di Roberto Merlini:

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