Anav, per bocca del presidente Giuseppe Vinella, chiede che la riforma del tpl prevista dal Dl concorrenza abbia un approccio globale e graduale per non squilibrare il mercato.

«Un progetto credibile ed equo di sviluppo della concorrenza nel tpl richiede una fase di adattamento, per assorbire lo squilibrio economico-finanziario determinato dalla pandemia, favorendo gli investimenti per la transizione ecologica», è il concetto di fondo che Vinella ha rappresentato in decima Commissione (Industria) del Senato in seno all’audizione sul ddl ”Concorrenza” in esame.

L’associazione rappresenta 6.000 aziende, 70.000 autobus e un totale di 120.000 addetti. La pandemia ha avuto impatti rilevantissimi sulla redditività del settore e un reale recupero è previsto a partire dal 2025. In questo contesto le imprese di tpl stanno affrontando il complesso processo di transizione ecologica reso ancor più arduo dalla crisi energetica e dall’esplosione di prezzi delle materie prime.

«Le norme definite nel ddl concorrenza – prosegue Vinella – appaiono scisse da una riforma complessiva del tpl: occorre invece intervenire sul quadro regolatorio in maniera coordinata, valutando l’attuale assetto di mercato. I numerosi affidamenti diretti ferroviari e in house per il tpl su strada sono già stati assegnati per oltre il 60% in termini di fatturato e questi investimenti resteranno, ancora per alcuni anni, sottratti alla concorrenza».

Nell’immediato, i disincentivi, previsti nel ddl per i nuovi affidamenti senza gara, riguarderebbero solamente i contratti di servizio già affidati con gara e giunti a scadenza e le diffuse proroghe emergenziali: uno spazio di mercato ridotto per le piccole e medie imprese che difficilmente potrebbero competere in posizione di parità prima di un periodo che consenta di assorbire gli squilibri determinati dal Covid-19. Peraltro, la limitata durata residua di gran parte dei contratti in essere costituisce un forte ostacolo agli investimenti, con il rischio di perdere parte importante delle risorse del Recovery Fund.

«Una prospettiva da scongiurare coinvolgendo le imprese di tpl nell’attuazione degli investimenti per la transizione ecologica. Ciò può essere ottenuto – conclude Vinella – consentendo per norma l’estensione temporale dei contratti in scadenza in coerenza con il periodo di vigenza del Recovery Fund e con il vincolo per le imprese di cofinanziamento»

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