di Roberto Sommariva

Non è più un’ipotesi ma una certezza. Il gruppo Arriva, che gravita sotto l’ombrello di Deutsche Bahn, sarà presto ceduto. In ‘pole’ ci sarebbero tre Fondi di Investimento (anche se alcune fonti parlano di cinque). I nomi che girano con insistenza, oggetto di un recente articolo di Bloomberg, sono l’Apollo Global Management, il Carlyle Group LP e Lone Star Funds. Nomi che, per chi tutti i giorni mastica solo di tpl, non diranno poi molto. In realtà dietro a queste sigle si celano gruppi dalle dimensioni davvero molto importanti. Il fondo Apollo, per esempio, gestisce un portafogli di 194 miliardi di dollari. A capo di questo ‘piccolo’ impero c’è tal Leon David Black, classe ’51 che oltre ad essere un investitore specializzato in acquisizioni con leva finanziaria e private equity è un collezionista d’arte americano (nel 2012 ha sborsato 119 milioni di dollari per un quadro di Edvard Munch) ed è il presidente del Moma di New York.

Gruppo Arriva

E se ci fosse Mazzoncini?

Il secondo in lizza, quello più attenzionato dal mercato italiano, visto che in molti sostengono avere assoldato per questa operazione l’ingegner Renato Mazzoncini, è il fondo Carlyle Group. Questo è un nome che probabilmente in molti conosceranno non fosse altro che per un fatto: è diretto da Marco De Benedetti (secondogenito di Carlo De Benedetti e presidente di GEDI Gruppo Editoriale, vedi il gruppo Espresso). Carlyle ha un patrimonio complessivo di circa 203 miliardi di dollari in gestione, ripartiti in 129 fondi e 141 fondi che operano su scala globale.

Gruppo Arriva

Interessato all’acquisizione di Arriva ci sarebbe anche Lone Star che è una delle principali società di private equity che investe a livello globale in attività immobiliari, azionarie, creditizie e altre attività finanziarie. Dalla fondazione (1995) la Lone Star ha realizzato venti fondi di private equity raccogliendo ‘qualcosa’ come 85 miliardi. Fondatore e presidente della Lone Star è John Patrick Grayken, un miliardario irlandese di origine americana. Secondo il Sunday Times, Grayken ha un patrimonio di 5,063 miliardi di sterline (l’equivalente del Pil del Burundi).

Per i Gruppo Arriva servono 4 miliardi di euro

I tre pretendenti al titolo hanno tutte le capacità (finanziaria) per sborsare i circa 4 miliardi di euro, valore che in questi mesi si è attestato come il ‘prezzo’ da pagare per portarsi a casa il gruppo Arriva, uno dei più grandi operatori nel settore della mobilità, con circa 53.000 dipendenti e un volume di passeggeri trasportati di 2 miliardi annui nei 14 paesi europei in cui è presente.

Gruppo Arriva

Gruppo Arriva, quello che scrive Bloomberg è affidabile

La notizia riportata da Bloomberg è considerata «affidabile» e va nella direzione di cedere in blocco tutto il gruppo evitando «lo spezzatino» che in un primo momento sembrava essere tra le ipotesi sul tavolo. Alcuni mesi fa, infatti, alcune società di trasporto europee tra cui Go-Ahead Group Plc, Stagecoach Group Plc e Transdev Group avevano presentato offerte di acquisizione, ma solo per parti del Gruppo Arriva. La stessa ComfortDelGro Corp. di Singapore, proprietaria dell’operatore di autobus britannico Metroline Ltd., mesi fa fece un’offerta per alcune delle attività di Arriva. Ad aver mostrato un interesse preliminare anche la società ferroviaria nazionale francese. Tutte queste offerte, si legge da più fonti, sarebbero decadute.

Gruppo Arriva, il futuro

Il complicato processo di compravendita avrebbe, dicono i ben informati, tempi molto brevi: «entro la fine del 2019». Questa operazione sottolinea, ancora una volta, l’interesse del mondo finanziario verso il settore della mobilità. Ma il mondo della mobilità, quello più tradizionalista, è davvero pronto a una finanziarizzazione spinta? Vedremo, la fine del 2019 è dietro l’angolo. Chissà se ‘qualcuno’ in quel di Brescia trascorrerà un capodanno un po’ particolare. Io glielo auguro.

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