Un autobus come centro vaccinale itinerante per le strade del Trentino-Alto Adige. È stata la pensata (vincente) dell’azienda sanitaria regionale, coadiuvata in questo progetto dalla Croce Rossa e dalla Croce Bianca: perché se il vaccino viaggia in bus può raggiungere più facilmente, e prima, cittadine e cittadini. I Vaxbus hanno iniziato il loro tour di inoculazioni a luglio e in queste settimane hanno dato un contributo importante nella campagna vaccinale locale, raggiungendo diversi comuni altoatesini.

Se un paio di settimane fa la media giornaliera delle vaccinazioni per ogni autobus era di 156, la settimana scorsa è salita a 338; una circostanza in cui gioca certamente un ruolo importante anche il decreto che rende obbligatorio il green-pass per tutti i lavoratori a partire dal 15 ottobre. Ciò detto, comunque, la richiesta dei Vaxbus è sostanzialmente raddoppiata.

I Vaxbus, vettori di salute e sicurezza

« L’esperienza ci ha dimostrato che il dover raggiungere un centro vaccinale lontano da casa era effettivamente un impedimento per molte persone. Per loro abbiamo progettato le opzioni di vaccinazione senza prenotazione e facilmente accessibili, con luoghi e orari orientati al gruppo target ed abbiamo visto che questo funziona» , ha dichiarato l’assessore alla sanità della Provincia di Bolzano, Thomas Widmann, commentando i buoni, o meglio, ottimi risultati dei Vaxbus e dei centri vaccinali allestiti in diverse località dell’Alto Adige. Solo per i vaxbus la richiesta èquasi raddoppiata: «Tra venerdì e domenica abbiamo fatto quasi 2.000 vaccinazioni, molte delle quali dopo l’orario di chiusura previsto, perché tante persone erano ancora in attesa del vaccino» , ha riferito. il vicedirettore operativo dell’Unità Covid, Patrick Franzoni. Circa il 60-70% di queste erano persone che hanno ricevuto la prima dose. Entrando più nel dettaglio, 368 persone sono state vaccinate sul Vaxbus a Ponte Gardena, 450 a Sluderno, 175 a Laion e 353 a Tirolo.

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