Van Hool ha ufficialmente dichiarato il fallimento. La notizia è stata comunicata dal costruttore stesso quest’oggi, 8 aprile, e subito riportata dai media belgi e fiamminghi, De Standaard su tutti, quotidiano che ha seguito e seguirà gli sviluppi da vicino. L’azienda familiare sarà rilevata dall’olandese VDL e dalla tedesca Schmitz Cargobull, ma non tutti i 1.800 dipendenti di Van Hool conserveranno il posto di lavoro: da quanto emerso finora, i futuri lavoratori saranno 650-950 dipendenti di Van Hool.

Il duo industriale è l’unico candidato rimasto, dopo le manifestazioni di interesse anche dell’imprenditore fiammingo Guido Dumarey – Gruppo Daumarey – e l’azienda Vlastuin, anch’essa olandese. erano in corsa, come riportato la scorsa settimana.

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Van Hool, cronologia di un fallimento

Van Hool ha annunciato il piano di cessazione della produzione di autobus urbani (e il trasferimento delle attività in Macedonia) l’11 marzo. Successivamente, l’azienda ha chiesto protezione dai creditori.

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Secondo il fiduciario Jeroen Pinoy, che deve gestire il rilancio di Van Hool, un rilancio aziendale da parte di VDL e Schmitz-Cargobull è imminente, riporta De Standaard. VDL Bus & Coach ha sottolineato ancora una volta che l’interesse riguarda soprattutto il settore degli autobus da turismo. Il Gruppo VDL sarebbe infatti particolarmente interessato alle attività di Van Hool nel settore degli autobus di Classe 3, con un occhio di interesse al mercato statunitense, dove Van Hool è già presente con il suo concessionario ABC Companies.

Gli acquirenti hanno dichiarato che “in una prima fase manterranno 600-900 dipendenti”, ha detto Pinoy nella una conferenza stampa dopo il consiglio di fabbrica speciale, sempre secondo quanto riportato da De Standaard.

All’inizio della conferenza stampa, il responsabile della crisi Marc Zwaaneveld aveva anche fatto esplicito riferimento al ruolo dei proprietari. «Purtroppo, a causa di una disputa ereditaria, il fallimento era inevitabile»,

In una precedente intervista sempre al De Standaard era stato chiesto a Marc Zwaaneveld dei trambus per Parigi, presentati al Busworld e la cui consegna è appena iniziata. Ebbene, il futuro è incerto: «Penso che questi trambus siano bellissimi, ma costa troppo produrli. Quindi, come per gli altri autobus urbani, penso che non guadagniamo abbastanza da questi mezzi, per cui è meglio interrompere la produzione. Ma spetta all’acquirente decidere se adottare questa strategia».

Entrando nel merito degli ordini in stand-by di Van Hool, c’è (c’era?) la fornitura di 20 tram ExquiCity per Parigi (parte del contratto quadro di 56 autobus), oltre all’apertura della nuova linea di tram Tzen 4 prevista entro la fine dell’anno

In aggiunta, deve essere portato a termine il contratto con Qbuzz Netherlands per la fornitura di 112 autobus elettrici a batteria: 56 unità del modello A 13 metri Low Entry e altrettante del medesimo modello a batteria, ma da 1t metri di lunghezza. E sempre per Qbuzz sono “pending” 54 unità dello stesso mezzo a tre assi.

Il futuro di Van Hool è un caso nazionale

«Insieme al VDAB (Servizio Fiammingo per l’Impiego), monitorerò da vicino l’ulteriore corso della vicenda e faremo tutto il possibile per accompagnare i dipendenti che si troveranno senza impiego verso un nuovo lavoro. È importante non vedere il licenziamento come un punto di arrivo, ma come il via libera a nuove opportunità di lavoro», ha dichiarato il Il Ministro del Lavoro fiammingo Jo Brouns su Linkedin.

Anche l’organizzazione fiamminga dei datori di lavoro VOKA sta richiamando l’attenzione e il sostegno dei fornitori di Van Hool: VOKA pone l’accento sui lavoratori colpiti, anche tra i fornitori di Van Hool, parlando di 500 posti di lavoro a forte rischio.

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