L’accordo raggiunto nell’ottobre scorso tra sindacati e S.A.B Autoservizi mira a riorganizzare il lavoro e stabilisce regole certe su come erogare il servizio. «È stata una lunga battaglia», dichiara Valentina Astori, amministratore delegato di S.A.B. (Gruppo Arriva). «Crediamo che il risultato vada comunque nella direzione di migliorare il servizio stabilendo un dovere del passeggero: pagare il biglietto. Infatti, i due pilasti dell’accordo sono: consacrazione dei trattamenti al merito e alla produttività e ribadire il concetto dell’obbligatorietà del controllo del documento di viaggio e della bigliettazione a bordo ».

Valentina Astori

Ingegner Valentina Astori ce l’avete fatta…

«E’ stata una trattativa lunga e articolata durata 17 mesi. E’ stata dura, è vero, ma alla fine ha prevalso il buon senso».

Ci può dire nel dettaglio quale era il contendere tra S.A.B. e il sindacato?

«Mi consenta di ricordare che dopo la fusione per incorporazione della lecchese SAL in S.A.B. Autoservizi avevamo disdettato, come si fa di norma, gli accordi sindacali di secondo livello. In sostanza abbiamo ripulito la lavagna con l’intenzione, tramite concertazione tra le parti, di scrivere un nuovo capitolo del trasporto pubblico. Era importante, secondo noi, farlo prima della grande stagione delle gare di servizio. E tutto quello che abbiamo fatto aveva due obiettivi: migliorare il servizio erogato e salvaguardare i dipendenti».

Un progetto ambizioso…

«Sì, lo è stato. Oggi però la nostra azienda è più moderna. Abbiamo costruito una nuova piattaforma e i nostri collaboratori non sono più un anello passivo del ciclo produttivo ma sono gli attori principali. Per noi questo è fondamentale».

Quali sono i cardini di questo accordo?

«Mi preme sottolineare che nell’accordo ci sono due elementi di grandissima innovazione»

Ci può dire quali…

«Il primo è la consacrazione dei trattamenti al merito e alla produttività e non più a prescindere come lo era un tempo. Guardi questo elemento, che sembra poggiare su un piano di ragionevolezza e giustizia sociale, è stato oggetto di grandi tensione al tavolo di trattativa. Ma, come ho già avuto modo di dire in precedenza: ha vinto la ragionevolezza».

Mi scusi, e il secondo punto?

«Siamo riusciti a far passare il concetto dell’obbligatorietà del controllo del documento di viaggio e della bigliettazione a bordo. Altra rivoluzione copernicana che avrà bisogno di un lungo periodo di transizione che durerà sino alla fine di quest’anno scolastico».

Valentina Astori

Perché questo periodo di transizione?

«E’ necessario per lavorare bene e in profondità su due temi: informare l’utenza e formare il personale. Noi sperimenteremo questa procedura sino alla fine dell’anno scolastico nelle fasce di morbida. Tutto questo per accompagnare l’utenza e il personale ai nuovi standard. Che, voglio ricordare, sono standard europei».

Per cui solo fasce di morbida per altri 7 mesi…

«Sì, esatto. In questo periodo è previsto anche la presenza di personale a terra per fornire informazione all’utenza e per evitare alterchi poco piacevoli. Come vede, non vogliamo mandare il personale allo sbaraglio ma far passare il concetto che il trasporto pubblico si paga e che l’autista è parte di quel processo».

Era già una norma quella di salire dalla porta anteriore?

«Sì, ma poco seguita. Per questo abbiamo pensato e realizzato dei cartelli informativi applicati all’autobus».

Torniamo un attimo all’autista. C’è un incentivo per le operazioni aggiuntive previste dall’accordo?

«Certo. C’è un incentivo all’autista sulla sovrattassa. In sostanza una grande percentuale della sovrattassa va nella busta paga dell’autista».

Visto che siamo sul tema ci può fornire qualche dato sui ricavi da traffico…

«La percentuale del ricavo da traffico sui ricavi totali eccede il 35 per cento. Per noi è un ottimo risultato che può solo migliorare dopo l’accordo sottoscritto».

Una curiosità. Gli autisti come hanno accolto l’accordo sindacale?

«I dipendenti hanno fatto un referendum. Hanno votato in 332: 184 per il sì, 140 per il no, 6 bianche e 2 nulle. Insomma, una maggioranza importante».

Capisco che non rientra tra le sue competenze, ma lei si augura che questo tipo di accordo si possa allargare anche alle aziende del gruppo Arriva Italia?

«Ogni realtà ha le proprie esigenze, peculiarità e necessità specifiche. Non vogliamo fare scuola a nessuno perché ogni azienda ha la sua storia. Io mi ritengo fortunata perché Sab e Sal avevano una matrice comune perché da tempo hanno lo stesso C.d.A (Consiglio di Amministrazione) per cui sono cresciute insieme coltivando le stesse sensibilità e obiettivi. Le faccio un esempio. Quest’anno abbiamo avviato un servizio a Cerveteri ma in quel caso non abbiamo esteso l’accordo di cui sopra perché abbiamo capito di essere di fronte a una realtà ben diversa rispetto a quella di Sab».

Chiudiamo con una battuta. Siamo a Bergamo: qui è prevista una gare di servizio?

«Per quello che sappiamo dovrebbe esserci la gara nel 2019 in lotto unico, almeno restando a quello che si legge nella pre-informativa. Un lotto unico per Bergamo e provincia. Ma la Maddia parla di “lotti”..».

Insomma la situazione non è chiara.

«Per ora no, è tutto in evoluzione».

 

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