Questa guida driverless non s’ha da fare”, dicono gli autisti di bus&coach statunitensi, che hanno iniziato una rivolta per ottenere tutele di fronte alla proliferazione di veicoli a guida autonoma in tutto il Paese.

Spieghiamo. Il sindacato dei conducenti Transport Workers Union (TWU) ha negoziato un accordo con l’autorità di trasporti dell’Ohio (Central Ohio Transit Authority-COTA) che gli conferisce il potere di veto sui veicolo autonomi: il nuovo contratto collettivo di lavoro stipulato con COTA è unico nel suo genere e prevede il consenso del sindacato degli autisti per implementare qualsiasi forma di tecnologia di guida autonoma.

Molto interessante la storia raccontata da Joann Muller per Axios nella newsletter settimanale What’s Next. Una storia che ci fa ulteriormente rendere conto come tutto il mondo sia Paese e che il caso della carenza di autisti sia tematica e problematica non solo italiana ed europea, ma anche americana e mondiale.  Sì, perché c’è ovviamente un filo rosso che lega le due questioni: il fatto che gli autisti osteggino la tecnologia driverless è un modo per proteggere la professione – anche dalla tecnologia – che sta vivendo a tutte le latitudini una crisi senza precedenti.

Ma è (anche) colpa della tecnologia? La tecnologia driverless è un nemico, una minaccia per chi fa questo mestiere?

Si legge: «Se la guida autonoma viene utilizzata, a bordo deve essere presente un operatore sindacale qualificato. Il contratto prevede inoltre che gli operatori di autobus e i meccanici non possano essere licenziati o subire riduzioni di stipendio a causa di una nuova tecnologica».

E il caso Ohio potrebbe fare scuola, visto che i vertici del sindacato puntano a negoziare tutele simili anche con operatori di altre città, come Houston, Philadelphia e San Francisco. Ma non solo, visto che la TWU è presente anche a Miami,New York, Akron, Ann Arbor, Omaha e Winston-Salem.

«Quasi tutte le aziende di trasporto saranno oggetto di contrattazione nei prossimi 18 mesi. Stiamo negoziando questo accordo in ogni città. Noi e gli autisti non siamo contro la tecnologia; per esempio siamo a funzioni come i sistemi di rilevamento dei pedoni. Vogliamo solo un operatore al volante. Ma siamo disposti a parlare in futuro di come la tecnologia possa aiutare l’operatore a svolgere le sue mansioni o a migliorare la sicurezza e l’erogazione del servizio per l’utenza», ha dichiarato ad Axios il presidente della TWU John Samuelsen. Che, a seguire, ha aggiunto: «I conducenti non si limitano a guidare un autobus tutto il giorno: aiutano anziani, riunito bambini smarriti con i loro genitori, praticato la rianimazione cardiopolmonare, avvisato i primi soccorritori di crimini in corso e persino aiutato donne incinte in travaglio». E, infine, così concluso: «Le Big Tech e i loro investitori stanno cercando di imporre agli americani un futuro in cui tutto è automatizzato, compresi i trasporti di massaLa tecnologia non è sicura. Le auto a guida autonoma hanno ucciso e ferito persone, ed è scandaloso che le persone vengano usate come manichini per i crash-test di questa tecnologia».

E l’altra campana cosa dice? «Alla COTA abbiamo sempre creduto nel perseguire le nuove tecnologie come un modo per rendere la mobilità più sicura ed efficiente per i dipendenti e i clienti, non come un mezzo per sostituire la nostra eccellente forza lavoro», ha dichiarato ad Axios il portavoce della Central Ohio Transit Authority Jeff Pullin.

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