di Gianluca Celentano.

Quando nel lontano ‘92 iniziai a fare i primi chilometri nel comparto del noleggio ricordo ancora i discorsi poco incoraggianti dei colleghi anziani: qui scordati la discoteca, gli amici…La prima cosa che mi domandai fu: ma dove sono finito?

Appena terminavo le corse navetta alla mattina rientravo in rimessa e il capo officina mi impiegava per fare manutenzione ai bus e la vera pausa era da mezzogiorno all’una e mezza, troppo poco conveniente andare a casa (dove rischiavi di addormentarti) e tornare per riprendere le corse. Ricordo comunque rapporti migliori tra le persone, meno rotture di scatole e più parcheggi anche se di servizi e strutture per il conducente neanche se ne parlava. Oggi con quel capo officina, Mario, ci sentiamo ancora.

Nel noleggio

Non è assolutamente una regola, ma generalmente anche nel noleggio riesci quantomeno a capire l’evolversi del lavoro durante il corso della settimana. Questo a patto di non essere legati ai tour che possono durare anche dei mesi. Qui c’è la prima divisione degli autisti Gt: quelli a cui non pesano mesi di lontananza da casa e quelli che sono disposti ad accettare solo qualche giorno di noleggio itinerante. Inutile ricordare che le retribuzioni per mesi fuori casa sono interessanti, ma il taglio netto con la propria vita privata è assicurato.

Nella linea

I servizi pianificati mensilmente o semestralmente di trasporto pubblico locale permettono una gestione personale molto ampia grazie ai turni, ma il tasto dolente sono le ore che ti legano ogni giorno al lavoro – anche più di 12 – magari per poche ore di guida effettiva. È la disponibilità (di fatto una reperibilità) che dovrebbe avere un compenso maggiore.

La premessa è d’obbligo, però: la settimana dell’autista non deve considerare i giorni, ma le giornate, o meglio, i tempi di guida, unico concetto valido in un lavoro dove non esistono festivi, ma solo la tua sacrosanta giornata di riposo.

Anche le pause al capolinea nei capoluoghi molto trafficati dovrebbero consentire un maggiore riposo mentale (o ripresa psicofisica) dell’autista a fronte di una equidistanza ad hoc delle corse. Nell’esperienza di Tpl ricordo i famosi tre minuti, davvero pochi prima di riprendere una corsa di un’ora abbondante di percorrenza. C’è da dire che non è sempre così, a volte sono un po’ di più. Comunque, personalmente, anche con i soli tre minuti di sosta non ho mai avuto problemi, ma comprendo le ragioni dei colleghi che magari effettuano ore di extra.

Soldi o tempo libero

Questi sostanzialmente sono gli aspetti più dibattuti quando si parla di lavoro e che spiegano  l’importante carenza di personale. Emerge però con evidenza che il tempo libero passerebbe in secondo piano in caso di retribuzioni più pesanti e turnazioni nell’arco di un nastro più accettabile. A questo atteggiamento si contrappone un’altra scuola di pensiero: mantenere le retribuzioni attuali, ma gestire meglio lo spazio libero, con meno riprese e turnazioni apprezzabili nei festivi.

Il trenino

In certe località di villeggiatura estive le società di autoservizi si sono organizzate per offrire una mobilità comoda e divertente. Con l’estate i servizi di noleggio con i torpedoni diminuiscono ed è la massiccia presenza dei turisti a suggerire sistemi alternativi di mobilità al posto delle autovetture. Il trenino è di fatto un autotreno trasporto persone guidabile con patente DE, fresco e allegro che attira l’attenzione e la curiosità di adulti e bambini. Si tratta di un servizio di linea o, di linea turistica molto apprezzato e utile anche per il lavoro dell’autista. I turni sono più leggeri (con vacanzieri più rilassati) e si effettuano transitando in panorami mozzafiato che catturano gli sguardi dei passeggeri alleggerendo il lavoro del conducente. Nell’ottica di rilancio del veicolo collettivo interrogarsi su come rendere molto gradito un servizio potrebbe concentrarsi su due aspetti: l’intrattenimento a bordo e l’imprescindibile utilità di una linea.

In primo piano

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