Turismo, solo i forti sopravviveranno? Tra agitazioni e richieste di fiducia
Ormai gridare all’emergenza nel settore dei bus turistici risulta addirittura blasfemo osservando le indiscrezioni sul DL Rilancio, quindi proporrò un viaggio tra i miei colleghi, autisti e titolari, i quali con grande compostezza e pazienza si sostengono tra le loro preoccupazioni alla luce di un silenzio istituzionale e delle dichiarazioni del Ministro De Micheli: “Lo […]
Ormai gridare all’emergenza nel settore dei bus turistici risulta addirittura blasfemo osservando le indiscrezioni sul DL Rilancio, quindi proporrò un viaggio tra i miei colleghi, autisti e titolari, i quali con grande compostezza e pazienza si sostengono tra le loro preoccupazioni alla luce di un silenzio istituzionale e delle dichiarazioni del Ministro De Micheli: “Lo Stato si occuperà delle compensazioni per le aziende di trasporto”. Anche durante le trattative governative sul DL di questa notte, non si registrano cambi di rotta per il trasporto su gomma.
“Non siamo capaci di stare con le mani in mano”
A dirlo è Fausto Mensi della Mensi autoservizi di Brescia, una piccola realtà a conduzione familiare come moltissime in Italia che direbbero le stesse cose. Il collega è chiaro: “Non siamo abituati a stare fermi e ho dovuto anticipare io la cassa integrazione ai dipendenti perché sono arrivati solo i 600 euro per i titolari. Non so quanto andrà avanti questa limitazione, ma sto pensando di cercare lavoro sui camion e movimento terra sperando di ripartire il prima possibile, voglio essere ottimista ma il dolore è tanto”.
Il turismo in autobus escluso dai finanziamenti
Le parole di Fausto sono le stesse che corrono di continuo sui gruppi web portatori di proteste e sfoghi – tutti legittimi, aggiungerei – a fronte delle scelte governative e alla luce dei ben 400 mld europei che sono stati stanziati per salvaguardare l’economia nazionale, ma che hanno escluso il comparto del turismo su autobus. Insomma tutti fermi, ad eccezione delle realtà sovvenzionate ed esercenti appalti pubblici di linea locale, un aspetto che infiamma ancor di più gli animi. Anche le vendite dei bus gridano aiuto e qualche titolare di autoservizi raggiunto telefonicamente è esplicito: “Non riesco a pagare più il leasing dei miei bus”, una realtà ormai diffusissima.
Intanto sul web…
Con ammirevole coraggio, determinazione e altruismo, un autista titolare aggiunge: “Noi del settore Turismo e Ncc dobbiamo farci assolutamente sentire!”, questo è in sintesi ciò che emerge sui messaggi in rete condivisi dal collega Davide Meo, titolare della Meotravel di Chieti. Purtroppo, come mi conferma telefonicamente, la Prefettura di Roma avrebbe respinto la richiesta di una sfilata (erano previsti almeno 100 bus) davanti a palazzo Chigi per il giorno 21 maggio. Tuttavia potrebbe essere previsto qualcosa di analogo e meno dispendioso per le imprese da svolgere contemporaneamente in ogni regione italiana.
Il divieto sembrerebbe dovuto al timore istituzionale d’innescare una miccia. Rimanendo in tema di manifestazioni, dobbiamo segnalare per coerenza che da qualche settimana in diversi stati europei tra cui la Croazia ma anche in sud America, colonne di torpedoni anche a 4 assi, sfilano compatti facendo udire ai “palazzi” i loro claxon bitonali. Sarebbe troppo lungo elencarvi i grandi nomi delle linee a lunga percorrenza in agitazione e che oggi sono unite in un comune coro di dissenso, è più semplice riportare che questa emergenza ha portato troppa confusione, una letale confusione.
Paratie sugli autobus e sanificazione, spese aggiuntive…
Avevamo già riportato il consenso, oneri a parte, di titolari e autisti nell’attrezzare i bus con paratie pur di ripartire, una soluzione utile soprattutto per separare la prima fila (qualora non la si tolga a costo 0) dall’autista. Al tal proposito anche l’uso di un sanificatore a termine del servizio potrebbe essere un’idea a patto di poter lasciare il bus con le porte aperte un’ora e investire circa 800 euro.
Insomma tutte spese aggiuntive da accollarsi senza un contributo, una condizione che potrebbe ahimè tradursi nel prossimo futuro con il ridimensionarsi delle medie società o la chiusura di quelle più piccole. Se nel DL Rilancio il turismo è abbandonato, sembra esserci un impegno verso il TPL dove la limitazione nel numero dei passeggeri a bordo imporrebbe l’uso di numerosi autobus per ogni turno di lavoro. Una condizione alla quale stanno già correndo in soccorso i bus turistici caricando solo una parte degli utilizzatori (circa 19 persone) per ogni tratta. Per affiliarsi all’iniziativa sembra esserci però un po’ di confusione. Anche tramite i consorzi di settore, ad esempio Uniauto&bus di Brescia, è possibile dare la propria disponibilità per le corse bis e proprio Roma con ATAC e Cotral, sembrerebbe la città capostipite dell’iniziativa, dove i favoriti sarebbero i bus doppi (il doppio dei passeggeri con un conducente) utilizzati magari per il sightseeing.
Transizione energetica, cambio di rotta
Lo stato di necessità può fare anche questo, ovvero interrompere il cammino della mobilità collettiva elettrica e ibrida convertendo i fondi – e qui non posso dar loro torto – alle necessità più incombenti del settore, a patto però che le si osservino tutte … Se gli appassionati del motore endotermico come il sottoscritto potranno ancora ascoltare la musica del motore durante le cambiate è anche vero che l’elettrico in città, vedi le filovie, rappresenta da quasi un secolo il non plus ultra contro l’inquinamento ambientale e acustico Insomma, un impegno economico solo per una parte del trasporto su gomma, ma qualcuno è convinto che la ripresa delle scuole a settembre porterà, speriamo, qualche novità inclusiva per tutti. Ce lo auguriamo virus permettendo.
Collaboratori, precari e disoccupati del bus?
Anch’io sono all’interno di questo bacino di colleghi ormai respinti dai privati e magari con fantasiosi contratti e addirittura in attesa di qualche cassa integrazione. Rabbia, fastidio e senso di ingiustizia sono i sentimenti più comprensibili e ci si chiede se la risposta lavorativa potrà arrivare da qualche azienda esercente il TPL. Bella domanda, infatti, come già riportato, non è assolutamente scontato, nonostante l’idoneità fisica e pratica, di essere assunti magari di tre mesi in tre mesi. Il “le facciamo sapere” è frequentissimo. Ma se il DL Rilancio e i finanziamenti UE hanno il semaforo verde, è anche vero che le barriere sono ancora troppe per chi si candida come autista, così come i pregiudizi, magari verso ex dipendenti negli anni floridi dell’economia. Il mio appello, visto che ormai tutto viene posto come stato di necessità, va alle associazioni di categoria del TPL e ai sindacati, ai quali chiedo di intervenire con sollecitudine sugli uffici del personale pubblico e privato del TPL per favorire le assunzioni dei conducenti idonei.
di Gianluca Celentano (conducente bus)