Trasporto persone. Riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento di Riccardo Bolelli, portavoce nazionale CNA BUS

Il nostro paese, per ripartire davvero, ha bisogno di mobilità collettiva. Gli unici soggetti in grado di assicurarla, sono le imprese del settore trasporto persone. Le imprese del trasporto persone sono in attesa di una ripresa. Soprattutto Bus, ma la tesi vale anche per il trasporto non di linea Taxi ed Ncc.

Il 70% non sarà in grado di adempiere alle scadenze di breve e medio periodo senza specifici interventi di sostegno.

Il turismo è crollato e le attività collaterali come TPL e servizi dedicati, fra cui lo scolastico, pure. L’ossigeno per le imprese di bus sta per finire…

Rafforzamento delle misure a fondo perduto, ripristino dei provvedimenti per i Bus Turistici sugli investimenti effettuati in caso di gare di appalto. Questo, analogamente a quanto è stato fatto per i concessionari di servizi di TPL. Poi, posticipo delle scadenze fiscali e tributarie. Non solo, anche ulteriore sospensione dei canoni di leasing, rifinanziamento delle misure per la cassa integrazione. Tutte, unite ad un potenziamento dei servizi di mobilità collettiva cui solo le imprese del settore possono rispondere nel breve periodo.

Queste continuano ad essere le uniche misure necessarie a dare prospettiva al comparto in assenza di una vera ripartenza dei movimenti turistici.

Turismo che, ‘il va sans dir’ rappresenta il core business del comparto trasporto persone. Con bus in buona – anzi cattiva – compagnia, con gli altri due mercati fondamentali per il comparto. Cioè. il TPL e i trasporti dedicati come quello scolastico, ma non solo.

Segmenti di mercato, questi, che patiscono oggi eccessive incertezze. Questo, pur con la speranza di qualche buona prospettiva, viste le necessità di potenziamento sia del primo che del secondo, causa distanziamenti e norme di sicurezza.

Un loro potenziamento, per ora solo annunciato, sarebbe una boccata di ossigeno per il settore. Potrebbe compensare almeno parzialmente lo stop delle macchine causa crollo dei flussi turistici. Inoltre, assicurerebbe una concreta risposta pubblica e di mobilità collettiva ad un contingente e immediato bisogno di un maggior numero di mezzi disponibili e di chilometraggi svolti. 

In altre parole lavoro e fatturati, per il settore, sottoforma di un servizio per le nostre comunità: cosa rilevante sotto il profilo della dignità professionale. Ma anche su questi temi perdurano troppe incertezze nelle modalità di ripresa delle attività scolastiche, per le imprese che operano nei servizi scuolabus (per le scuole dell’obbligo), sia sul fronte organizzativo, che dal punto di vista economico, nel mancato pieno riconoscimento della copertura dei costi nella fase di sospensione delle attività.

Occorre, sotto questo profilo, rafforzare il fondo in dotazione dei Comuni, per dare concretezza al principio stabilito dal Decreto Rilancio e che conferma, nel contempo, il principio del diritto al ricevimento di una indennità per i costi fissi o incomprimibili che le imprese hanno dovuto sopportare.

Insomma, Governo e Parlamento hanno il dovere di dare risposte chiare e in tempi rapidi.

Come il ristoro dei costi incomprimibili, senza il quale le aziende che effettuano il servizio di Scuolabus, difficilmente saranno in grado di ripartire all’inizio dell’anno scolastico , fiaccate da sei mesi di totale inattività, dovendo far fronte tutte le incombenze, (Leasing, tasse arretrate, stipendi del personale e contributi).

Il tempo giusto, è adesso.

Pensare di articolare proposte operative con un solo mese a disposizione (ed un mese particolare come agosto per di più), significa corre il rischio di arrivare a settembre con le macchine ferme sui piazzali da mesi. E con il rischio concreto di non farcela a muoverle per far ripartire le attività scolastiche.

Il tema delle risorse non è l’unico, ci sono anche le specifiche linee guida per il trasporto dedicato e lo scolastico dentro il TPL e i tempi di permanenza di questi nuovi attesi servizi aggiuntivi.

Non pare che sia percepito il senso di urgenza che hanno questi attesi provvedimenti, senza i quali ogni ipotesi organizzativa rimane nel limbo dell’incertezza. L’urgenza, se si vuole vedere ripartire regolarmente le scuole e tutto ciò che comporta, sussiste, eccome!

Ma non tutto il peso della ripresa del settore può essere lasciato a Governo e Parlamento.

Anche guardando al nostro settore della mobilità mediante bus occorre pensare alle nuove tecnologie, alle app, alle piattaforme che permettono di far incontrare domanda ed offerta. Aggregare la domanda e individuare i volumi necessari, sappiamo che è molto difficile, ma è indispensabile per promuovere e rendere più efficienti i servizi di mobilità; aggregare l’offerta, presenta difficoltà diverse, ma almeno dal punto di vista delle imprese, forse lo è di meno.

Resta comunque chiaro che le innovazioni tecnologiche offrono delle possibilità e presentano delle potenzialità che superano gli attuali confini e impongono cambiamenti sia organizzativi che di modelli di business. E su questo auspicio luoghi (virtuali) come Autobusweb, possono svolgere un ruolo importante per far dialogare chi dispone delle capacità tecnologiche con chi possiede vetture, esperienza logistica e know-how.

Le imprese ci sono, a patto di non fare solo la parte dei contoterzisti o dei subfornitori. Se sono ingenti gli investimenti e le dotazioni di capitale per lo sviluppo di tecnologie e piattaforme, lo sono altrettanto, se non di più, anche gli investimenti in vetture. Un dialogo sano potrebbe partire da questo assunto. Le imprese del trasporto con Bus, ci sono.

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