di Gianluca Celentano (conducente bus)

Fra i primi articoli che ho redatto molti anni fa, ce n’era uno incentrato sull’analisi delle condizioni del traffico indisciplinato. A distanza di anni ho deciso di riesumarlo per confrontarlo e commentarlo con la situazione attuale del traffico e del lavoro del conducente. Il titolo era “Automobilisti a lezione”, scritto alla fine degli anni Novanta e, nel remake, noto purtroppo molti peggioramenti che caratterizzano il traffico metropolitano odierno. Il riferimento fotografa Milano ma, su vasta scala, anche altre grandi città.

Sarà mia cura, per ogni spunto tratto dall’articolo originale corsivo, proporre un confronto con le attuali condizioni di viabilità. Sembrano migliorare solo le opportunità di mobilità, quantomeno quelle offerte dai nostri smartphone, che, con il passare degli anni sono diventati fedeli alleati sempre più efficienti.

Ecco l’articolo originale, al quale seguirà la rilettura contemporanea

Pur avendo a lungo esitato a scrivere un articolo sulla viabilità stradale, ritengo sia finalmente giunto il momento di condividere le problematiche che ho osservato nel corso degli anni come autista di pullman. Spesso si ignora il punto di vista di chi vive quotidianamente il traffico, ignorando così giudizi preziosi e talvolta scomodi. Anche se possiamo esprimerci in modo imperfetto, questo non sminuisce il valore del nostro giudizio critico di autisti di bus, che può rivelarsi fondamentale.

Pedoni, passeggeri e automobilisti Ogni giorno, potrei redigere lunghe liste di comportamenti scorretti da parte degli utenti della strada: dall’uso improprio delle corsie e il taglio della strada ai veicoli pesanti, fino all’uso dei telefonini alla guida che costringono la guida con una mano sola. Anche pedoni e passeggeri non sono esenti da colpe: spesso si dimostrano incoscienti, scendendo dal bus o attraversando la carreggiata mentre sopraggiungono altri mezzi.

Inosservanza dei divieti. È ormai comune vedere veicoli parcheggiati nei divieti di fermata, ostacolando il passaggio del traffico, o bloccando grandi arterie stradali. Sono innumerevoli le strade difficili da percorrere per bus e camion, spesso non segnalate adeguatamente, e molte le sponde di carico e scarico degli autocarri lasciate a livelli pericolosi, rappresentando un rischio mortale, soprattutto per ciclisti e motociclisti.

Più traffico porta inevitabilmente a più incidenti, più constatazioni amichevoli e premi assicurativi più salati. Anche le soste improprie, come fermarsi in curva per cambiare una ruota, sono diventate più comuni. I corrieri, sempre più indispensabili, sono costretti a ottimizzare i tempi di consegna, spesso trascurando le norme di sicurezza. A ciò si aggiungono le norme europee sulle piste ciclabili, spesso assolutamente ignorate in Italia, e l’uso irresponsabile dei monopattini, che circolano anche contromano. La qualità delle strade è deteriorata a causa delle condizioni meteorologiche, provocando buche e smottamenti che rappresentano un grave rischio per chi viaggia su due ruote. Definire le metropoli una “roulette russa” è più che mai appropriato.

Automobilisti con merito. Si discute di una patente che premia il comportamento virtuoso degli automobilisti più attenti, soprannominata da alcuni ‘patente a punti’. Più infrazioni commetti, più ti avvicini al giorno in cui dovrai tornare in autoscuola. L’idea sembra promettente, ma resta da vedere se sarà davvero efficace. Nel frattempo, la professionalità degli autisti sembra passare inosservata, spesso guardati con un certo disprezzo.

In molti casi i filmati trasmessi da Paperissima mostrano incidenti stradali provenienti spesso da paesi del terzo mondo dove regole e formazione sono diverse o addirittura assenti. Sono realtà  distanti da noi commentate con simpatica ironia e che fanno riflettere. Forse dobbiamo ritenerci fortunati?

La TV insegnava a leggere Nel 1960, il maestro Alberto Manzi insegnò con tenacia a leggere milioni di italiani grazie alla tv, rifiutando il copione della Rai e scegliendo il suo metodo, pratico e senza fronzoli. Aggiornare gli automobilisti e gli utenti dei mezzi pubblici sulle norme del codice della strada, attraverso campagne di “pubblicità progresso”, potrebbe essere un modo semplice ed efficace per diffondere prevenzione e consapevolezza delle regole nelle famiglie.

La situazione non è affatto rosea, e le responsabilità ricadono anche su una politica che sembra più concentrata a se stessa che sugli altri. Tuttavia, esistono strumenti per gestire il traffico caotico; è fondamentale adottare un comportamento corretto per ricevere la stessa correttezza in cambio.

Oggi:

Ecco, alcine abitudini sono peggiorate nel tempo; vent’anni fa era più facile accettare una scorrettezza con un sorriso “forzato”, e tutto procedeva senza problemi. Oggi i conducenti sono costretti a ridurre la velocità commerciale degli autobus, soprattutto nel trasporto pubblico locale, a causa del traffico caotico. Questo aumenta lo stress per il personale di guida, rendendo il lavoro meno attraente e più rischioso. Il crescente numero di intersezioni a rotatoria, diventano poi un banco di prova che premia l’incoscienza piuttosto che il rispetto del diritto di precedenza. C’è un clima di aggressività peggiorato dopo il lockdown e la cronca sulle aggressioni è – ahimè, ahinoi! – ormai un dato allarmante.

Con l’aumento del traffico, è stato fatto poco o nulla di apprezzabile, per migliorare la situazione dei parcheggi, né nei centri storici né nelle periferie; anzi, è aumentata la cementificazione al posto di spazi verdi. La sosta selvaggia è diventata l’unico modo per accedere rapidamente a farmacie o minimarket, alimentando tensione e agitazione nelle persone. Numerosi sono i sinistri dove gli interessati spesso compilano la constatazione amichevole fermando l’intera corsia di amrcia, anche in assenza di feriti.

Con il recente aggiornamento del Codice della Strada, di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sono state introdotte novità e  norme restrittive sul tasso alcolemico, nuove limitazioni per i neopatentati e sull’uso di biciclette e monopattini. Tuttavia, le norme di per sé non mancano e non ne servirebbero altre se si rispettasse il codice; il vero problema è la mancanza di controlli. L’assenza di un monitoraggio efficace può compromettere anche l’efficacia delle nuove normative. Piuttosto che investire in sistemi complessi e costosi per continui autovelox, non sarebbe più conveniente e pratico dotare soprattutto i punti critici e pericolosi di rilevatori delle infrazioni? Forse sono meno convenienti? La patente a punti, introdotta nel 2003, è un piccolo deterrente, ma ha assegnato alle autoscuole l’arduo compito di educare alla consapevolezza dei rischi. In compenso, dal 2009, gli autisti di autobus sono obbligati a tornare in autoscuola ogni cinque anni per completare le 35 ore di formazione, pena la revoca della loro patente professionale.

L’inosservanza delle norme è un tema attuale anche in Italia. Video diffusi su YouTube e TikTok immortalano una società frenetica e spesso fuori controllo. In Italia assistiamo a furgoni grossi grossi come autocarri, che commettono frequentemente gravi infrazioni, con conducenti spesso inconsapevoli di violare il codice della strada. Anche la perdita del carico è un problema rilevante per chi viaggia sulle strade. Inoltre molti autisti credono che ci sia una certa indulgenza verso le infrazioni commesse dagli italiani rispetto a quelle inflitte ai veicoli con targhe estere o ai cittadini extra UE.

I tagli drastici al trasporto pubblico locale, l’esosa spesa per l’eletrrificazione e la difficoltà di reperire personle di guida, hanno raggiunto limiti di insopportabilità. Anche le forze di polizia, colpite da ridimensionamenti economici (gli straordinari), fanno del loro meglio, ma poco è stato fatto per utilizzare i mass media come canale per diffondere un’educazione stradale e civica. Anzi, sono i video sulle disgrazie che vanno per la maggiore.

La crescente disconnessione tra i conducenti e l’ambiente di lavoro, osservata fin dalla fine del secolo scorso, rappresenta una sfida cruciale per il benessere e la stabilità personale. Questa frattura non solo mina la produttività aziendale, ma erode anche la soddisfazione e l’impegno dei lavoratori. È quindi essenziale che le aziende riconoscano e affrontino questo divario investendo in un ambiente lavorativo che favorisca la collaborazione, il supporto reciproco e un autentico senso di appartenenza. Solo attraverso un approccio che consideri il benessere dei dipendenti come parte integrante della strategia aziendale, sarà possibile costruire organizzazioni resilienti e sostenibili per il futuro.

Purtroppo, oggi la situazione è peggiorata. Mi auguro, senza voler apparire drammatico, che si possa invertire la rotta. È essenziale ristabilire una credibilità politica e sociale che favorisca la coesione nella comunità. Al centro di questo processo deve esserci un buon servizio di trasporto pubblico locale, ben integrato anche alle migliaia di autobus turistici. Forse varrebbe la pena, come soluzione strategica ed estrema, premiare simbolicamente gli utilizzatori della strada, magari per l’utilizzo di una pista ciclabile, o per l’essersi fermati a un attraversamento. Spesso le persone, per sentirsi oggetto di un merito, o un premio, compiono cose eccezionali, come rispettare le regole. Confidiamo nell’emulazione? Potrebbe essere un’idea.

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