Tpl Genova, tra “quattro assi di forza” e nuova metro
Rivoluzione all’orizzonte per il trasporto pubblico locale di Genova. Nel capoluogo ligure sono infatti in arrivo, via Piano nazionale di ripresa e resilienza, 215 milioni di euro per rinnovare il Tpl: 173,7 milioni per il progetto dei “quattro assi di forza” (mix tra filobus di ultima generazione e autobus elettrici) e 43,8 per il completamento […]
Rivoluzione all’orizzonte per il trasporto pubblico locale di Genova. Nel capoluogo ligure sono infatti in arrivo, via Piano nazionale di ripresa e resilienza, 215 milioni di euro per rinnovare il Tpl: 173,7 milioni per il progetto dei “quattro assi di forza” (mix tra filobus di ultima generazione e autobus elettrici) e 43,8 per il completamento della stazione della metropolitana di Corvetto, dopo anni di impasse.
Tpl Genova, il progetto “4 assi di forza”
Il progetto 4 Assi di Forza ha un finanziamento governativo di 471 milioni di euro e prevede l’acquisto di 145 nuovi mezzi, che andranno a sostituire i mezzi diesel con mezzi elettrici a zero emissioni; 96 chilometri di nuovi tracciati per 70% in sede riservata e protetta che i nuovi mezzi da 18-24 metri potranno percorrere a frequenze simili a quelle di una metropolitana. Il progetto prevede inoltre nuove rimesse Amt, parcheggi di interscambio in prossimità dei nodi autostradali, nuove fermate per gli utenti. L’opera, per rispettare i vincoli imposti dal piano europeo, dovrà essere terminata entro il 2026.
Secondo quanto riporta il quotidiano locale Genova24, l’orientamento del ministero dell infrastrutture e delle mobilità sostenibilità è quello di una soluzione mista: «In Valbisagno verrebberi sdoganati i bus elettrici con tecnologia flash charging, mentre sulla altre tre linee rimarrebbero i filobus in-motion charging, in grado di circolare per diversi chilometri sganciati dalla bifilare”.
Niente cavi nemmeno in Valpolcevera, il cosiddetto quinto asse, dove i bus elettrici potrebbero arrivare per altre vie, cioè attraverso un progetto da 19,3 milioni proposto da Iren, con un contributo di 9,4 milioni chiesto al Mims.