Il governatore toscano Enrico Rossi è indagato a Firenze per la gara regionale per il trasporto pubblico locale (Tpl), bando da 4 miliardi per 11 anni. Il reato contestato è quello di turbativa d’asta, cioè il presidente delle Regione aveva rilasciato un’intervista nel novembre del 2015, nella quale commentava l’aggiudicazione ad Autolinee nonostante la gara non fosse ancora terminata. Il nome di Rossi si aggiunge ad altri sei indagati: 2 dirigenti regionali dell’area trasporti e dell’ufficio gare, Riccardo Buffoni e Ivana Malvaso, l’intera commissione che aggiudicò il bando di gara, cioè il professor Mario Sebastiani, la dirigente Irpet (istituto regionale programmazione economica) Patrizia Lattarulo, l’ingegnera Gabriella Rolandelli e il professor Stefano Pozzoli. Per loro l’ipotesi di reato è quella di turbativa d’asta.

Enrico Rossi, l’intervento su Facebook

Il governatore toscano Enrico Rossi in un lungo post su Facebook, il governatore scrive “A volte, ricevere un avviso di garanzia è segno del fatto che si fanno cose importanti a favore dei cittadini e che si toccano interessi che non vogliono mettersi da parte e accettare gli esiti di gare regolari e trasparenti. Mi era già accaduto per la realizzazione dei quattro nuovi e moderni ospedali di Massa, Lucca, Pistoia e Prato, che hanno contribuito in modo determinante a gestire bene in Toscana la lotta contro il Coronavirus.
Ora è capitato nuovamente a causa di un esposto fatto dalla cordata di imprese che ha perso la gara regionale per il trasporto pubblico locale su gomma».

La nota di Mobit

Mobit tiene a precisare che, in riferimento all’indagine in corso, il Consorzio è semplicemente parte offesa e che come tale sta collaborando con le autorità inquirenti nella misura in cui è consentito dalla legge. Rimettiamo invece al mittente le accuse che vogliono questa indagine come un tentativo di “bloccare” la gara del TPL che ha visto recentemente fissata la data dell’udienza di merito del Consiglio di Stato per il prossimo 8 ottobre e le cui dinamiche processuali, tutt’altro che concluse procedono indipendentemente dall’inchiesta penale. Esprimiamo solidarietà ai nostri consorziati che hanno ritenuto di presentare un esposto sulla vicenda della gara TPL limitandosi ad esporre alle autorità inquirenti i fatti accaduti. Aspettiamo, fiduciosi nell’operato dei magistrati, gli esiti dell’indagine per comprendere cosa sia effettivamente accaduto nell’interesse di tutti i cittadini.

La dichiarazione dei presidenti di Copit e Cap

Con riferimento alla polemica sollevata intorno all’iscrizione nel registro degli indagati del Presidente Rossi, ed anche intorno alle apparenti ragioni di tale iscrizione, i sottoscritti ritengono di dover riportare le cose al vero. Una serie di anomalie e di singolarità, nel corso della procedura di gara pubblica, hanno indotto due Società consorziate (CAP di Prato e COPIT di Pistoia) a riferire i fatti alla competente Procura della Repubblica, rispettivamente nel Giugno e nel Dicembre 2019. Sono stati riferiti fatti, non opinioni, lasciando naturalmente alle indagini della Procura i necessari accertamenti. A proposito della intervista resa dal Presidente Rossi in data 13.11.2015, le due Società hanno rappresentato alla Procura che il Presidente, dando la gara per vinta da RATP, aveva manifestato malcelato disprezzo per le Società toscane ed elogi per la Società francese RATP. Viceversa, RATP (e con lei Autolinee Toscane, che fa parte del gruppo) non aveva vinto niente, giacché era ancora in corso la valutazione da parte della Commissione giudicatrice del PEF (Piano economico finanziario) presentato dai due concorrenti: valutazione che è stata effettuata soltanto dopo l’intervista, in data 17.11.2015, mentre l’aggiudicazione provvisoria a favore di Autolinee Toscane è avvenuta ancora dopo, in data 24.11.2015. Le due Società toscane hanno chiesto quindi alla Procura di verificare se, attraverso le dichiarazioni del Presidente Rossi, sia stato condizionato ed influenzato l’operato della Commissione giudicatrice, la quale, dopo l’intervista, aveva svolto il suo esame ed aveva concluso che il PEF prodotto (anche) da Autolinee Toscane era coerente e sostenibile rispetto alle prescrizioni di gara. Tale verifica appariva ancora più necessaria per la circostanza che il TAR Toscana, con sentenza in data 21.9.2016, aveva annullato l’aggiudicazione in favore di Autolinee Toscane-RATP proprio per la non conformità e la non coerenza del PEF, con ciò palesando il rilievo essenziale che tale documento possedeva ai fini della aggiudicazione della gara e la valutazione antigiuridica che ne aveva fatto la Commissione giudicatrice. Si osserva infine che la Procura ben avrebbe potuto e dovuto chiedere la archiviazione, qualora avesse ritenuto infondati gli esposti, e che essa – viceversa – sta procedendo, dopo lunghi mesi di indagini. In quanto poi alle scomposte dichiarazioni del Presidente Rossi, che tratta da calunniatori gli autori degli esposti e delle denunce, le persone e le Società interessate reagiranno nelle competenti sedi giudiziarie. I presidenti di Cap e Copit

Mobit risponde al Presidente Rossi

Con riferimento al comunicato del Presidente della Giunta Regionale Enrico Rossi pubblicato ieri 17 Giugno su Facebook e ripreso da Toscana Notizie, agenzia ufficiale di informazione della Regione Toscana, con nota di chiarimento dell’avvocatura regionale, Mobit scarl evidenzia come la “nota di chiarimento” travisi lo svolgimento dei fatti. Lo dimostra la semplice cronologia degli eventi.

Infatti è vero che i punteggi assegnati alle due concorrenti erano già noti fin dal 14 Ottobre 2015, e cioè prima dell’intervista rilasciata dal Presidente Rossi in data 13 novembre 2015, ma non è vero che la procedura si era conclusa giacché era ancora in corso la valutazione da parte della Commissione Giudicatrice del PEF (piano economico finanziario), valutazione che fu effettuata soltanto dopo l’intervista, in data 17 novembre 2015, mentre l’aggiudicazione provvisoria a favore di Autolinee Toscane avvenne ancora dopo, in data 24 novembre 2015 e quella definitiva più di tre mesi dopo e cioè il 2 marzo 2016.

La valutazione del PEF di Autolinee Toscane era passaggio tutt’altro che irrilevante, come poi si è visto, dal momento che l’aggiudicazione ad Autolinee Toscane è stata successivamente annullata dal TAR Toscana con la sentenza n. 1548/2016 e dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 8411/2019 proprio per un vizio macroscopico del PEF, incredibilmente non rilevato dalla Commissione.

L’intempestiva dichiarazione del Presidente Rossi nell’intervista del 13 novembre 2015 fu subito rilevata da Mobit con lettera allo stesso Presidente Rossi del 20 novembre 2015 nella quale si rilevava come fosse “parso evidente che, tra i possibili esiti della gara del tpl, Lei ne abbia già sposato uno, al punto che, mentre la Commissione sta ancora lavorando, non si è peritato a riferire che nella gara toscana “hanno vinto i francesi”.

Con il suo comunicato di ieri il Presidente Rossi cerca di dissimulare la portata della sua intervista del 13 novembre 2015.

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