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La questione dei ticket per l’accesso dei bus ai centri storici approda in parlamento. Un anno dopo la denuncia presentata da Anav alla Commissione europea, un’interrogazione al consiglio dei ministri riporterà il tema all’ordine del giorno. Del resto, nel frattempo, la misura del balzello contro l’accesso dei pullman turistici in centro non è certo passata di moda: basti pensare al caso di Milano, dove poche settimane fa sono state presentate le linee guida per la riorganizzazione del traffico in centro, che prevedono da febbraio 2017 un ticket da 100 euro per i bus Euro 5 ed Euro 6, di 200 euro per gli Euro 4. Anche Roma ha annunciato di volersi muovere nella medesima direzione. «I ticket sono solo un modo di fare cassa», ha tuonato Giuseppe Vinella, presidente Anav.

Era l’aprile 2015 quando l’associazione di categoria denunciò l’Italia alla Ue per i pagamenti richiesti da oltre 50 città italiane all’ingresso dei bus nel centro storico. La presa di posizione era appoggiata dall’Iru (International road transport union) e da altre realtà europee rappresentative delle imprese di trasporto. «Le città che adottano i ticket sono mèta del 70 per cento del flusso turistico nazionale», rilevava Anav, oltre a far notare come «il ticket bus porta a un prelievo annuo sul sistema delle imprese che sfiora i 100 milioni di euro e incide mediamente per circa il 10 per cento sui costi dei servizi di trasporto turistico con autobus». «In nessun altro Paese europeo gli autobus sono tassati per il solo fatto di accedere alle città: altri e ben più efficaci sono gli strumenti adottati per contrastare traffico e inquinamento senza danneggiare imprese e collettività servite», chiosava l’allora presidente Anav Nicola Biscotti. Ad oggi, rileva il firmatario dell’interrogazione Aris Prodani, «nessuna risposta è stata data in merito»: pertanto si chiede al governo «quali iniziative intenda prendere per migliorare la mobilità, disincentivando soluzioni come quella del ticket citato in premessa che appaiono contrarie alla normativa europea e rischiano di esporre il Paese a procedure di infrazione». Anav, in una nota, ha espresso soddisfazione per l’iniziativa: «Ambiente e territorio possono essere tutelati con altre e ben più efficaci soluzioni, meno onerose per le imprese di trasporto e per il turismo, come del resto avviene in altre città europee». Se a Roma dovessero aumentare i ticket bus, ha concluso Vinella, «non potremmo che opporci in tutte le sedi».

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