Tep Parma e opposizione di centrosinistra: è scontro sugli autobus elettrici. I gruppi consiliari contestano il fatto che tra gli 82 nuovi acquisti annunciati da Tep non figurano autobus a zero emissioni (ma sette filobus). L’azienda di trasporto risponde che quella dell’elettrico è una tecnologia ancora troppo costosa e non matura. Meglio dare priorità al rinnovo del parco comprando autobus a gasolio Euro VI. Senza contare che diversi mezzi andranno impiegati su tragitti extraurbani…

atm autobus elettrici

La politica sull’autobus elettrico

Il centrosinistra parmense ha criticato, settimana scorsa, il fatto che degli 82 autobus nuovi pronti ad entrare nell’organico Tep, 62 sono alimentati a gasolio. Una scelta additata come «del tutto incoerente con una logica di attenzione all’ambiente». Il documento firmato dall’opposizione prosegue così: «Il Gruppo Fiat  (dopo l’anticipazione di tutte le case automobilistiche mondiali) ha decretato la morte imminente della tecnologia diesel, troppo inquinante, anche per i motori di ultima generazione, gli Euro 6. Poiché un bus ha una vita media di 10/15 anni, i bus acquistati oggi gireranno ancora per le nostre strade dopo il 2030, quando il diesel sarà tramontato. Pertanto il trasporto pubblico, invece di “dare l’esempio” sull’utilizzo di fonti non inquinanti, percorre la strada inversa, con la sola giustificazione che oggi i mezzi diesel costano meno di quelli a metano o ibridi».

Tep: finanziamento regionale per bus non elettrici

Una stoccata che però non colpisce nel segno: Tep ha fatto presente come «gli 82 mezzi che saranno acquistati sono solo in parte destinati alla città. Una quota rilevante andrà a rinnovare il parco in servizio extraurbano per il territorio provinciale». La risposta di Tep mette in chiaro ciò che a tutti i conoscitori del settore è ben noto: «Per questi tipi di spostamenti, chiaramente, i bus elettrici non sono idonei (lunghe tratte da percorrere, scarsa possibilità di ricarica, scarsa autonomia dei bus a batteria)». La nota di Tep prosegue così: «Entrando nel merito delle scelte d’acquisto, da un lato, si è preferito massimizzare l’opportunità offerta dai finanziamenti regionali stanziati nell’ultimo anno – pari a € 3.750.000 e corrispondenti a circa 38 mezzi – che erano vincolati all’acquisto di bus non elettrici. Obiettivo primario di questo stanziamento era quello di spingere le società di trasporto pubblico della regione a sostituire i vecchi mezzi Euro 0, 1 e 2 con altri di nuova generazione molto meno inquinanti. L’alternativa al diesel per questo tipo di acquisto era quella di perdere interamente il finanziamento regionale, opportunità invece che l’azienda ha ritenuto di voler sfruttare».

L’autobus elettrico? Costi troppo alti

Tep spiega di aver svolto una serie di analisi e verifiche sul tema degli autobus elettrici prima di decidere a che trazione affidarsi per i 37 autobus da acquistare in autofinanziamento. I risultati? In primi luogo, «dal punto di vista economico, il costo di un mezzo elettrico è più che doppio rispetto all’acquisto di un veicolo diesel, così come sono circa doppi i costi di esercizio e di manutenzione. A parità di investimento, dunque, è possibile acquistare meno della metà degli autobus rispetto alla scelta del diesel. Se avessimo optato per l’elettrico per i 37 mezzi in previsione d’acquisto in autofinanziamento nei prossimi 2 anni, avremmo avuto bisogno di ulteriori 10 milioni di euro di cassa aggiuntivi per pagare i fornitori, dovendo inoltre prevedere un aumento degli oneri in conto economico per 1,5 milioni di euro all’anno».

L’elettrico è immaturo

In secondo luogo, «dal punto di vista tecnico e ambientale, il bus elettrico a batteria ha una tecnologia ad oggi non è ancora del tutto affidabile. In ambito autobus, la produzione industriale è ancora ad un livello sperimentale, quantitativamente limitata e meno sviluppata di quanto non sia in ambito automobilistico, dove pure il mercato non è ancora maturo per una produzione diffusa. I bus di questo tipo sono soggetti a problemi e anomalie più frequenti rispetto ai bus diesel e, per il momento, non possono garantire appieno la qualità e l’affidabilità del servizio». Una posizione ben precisa quella di Tep. Intanto, Bergamo e Milano, oltre al Piemonte, hanno iniziato a investire pesantemente sull’elettrico: le prime impressioni saranno presto di dominio pubblico.

L’unico elettrico affidabile? Per Tep è il filobus

Al momento, prosegue il comunicato di Tep, «l’unica tecnologia elettrica altamente affidabile è quella filoviaria, nella quale Tep ha sempre creduto. Al contrario di tante città dove la rete filoviaria è stata smantellata a partire dal primo dopoguerra, a Parma la rete è stata mantenuta e progressivamente ampliata. Certamente si tratta di un tipo di alimentazione che non si adatta a tutti i tracciati, ma laddove è utilizzabile, Tep intende senz’altro mantenerla e svilupparla, in virtù del beneficio ambientale reale (zero emissioni, zero batterie da smaltire, mezzi praticamente non soggetti ad usura) che questo genere di mobilità offre. In quest’ottica abbiamo previsto la sostituzione dei filobus attualmente in servizio sulla linea urbana 1 con 7 filobus full electric di ultima generazione. L’azienda, inoltre, sta partecipando attivamente al progetto europeo LOW CARB, studiando l’opportunità di efficientare l’utilizzo di bus elettrici su tratte limitate come quella della linea 8 e prevedendo l’installazione di stazioni di ricarica multimodali presso il capolinea.
Tep si è anche resa disponibile con le industrie di produzione di autobus per condurre sperimentazioni locali e per testare prodotti attualmente in fase di sviluppo, così da poter integrare il nostro parco con questo tipo di veicoli non appena saranno offerti bus compatibili con le esigenze del servizio urbano».

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