Stati generali del tpl, la promessa: rinnovo delle flotte senza precedenti
5-6mila autobus nuovi nei prossimi 18 mesi, e altri 2mila all’anno nel quindicennio tra 2019 e 2033. Sono le cifre del “nuovo corso” del tpl firmato Delrio, uno slancio in avanti che risponde al piano strategico per la mobilità “Connettere l’Italia”. All’interno del quale trova posto un “Piano per la mobilità quotidiana” senza precedenti. La tematica […]
5-6mila autobus nuovi nei prossimi 18 mesi, e altri 2mila all’anno nel quindicennio tra 2019 e 2033. Sono le cifre del “nuovo corso” del tpl firmato Delrio, uno slancio in avanti che risponde al piano strategico per la mobilità “Connettere l’Italia”. All’interno del quale trova posto un “Piano per la mobilità quotidiana” senza precedenti. La tematica è stata al centro degli Stati generali del tpl, tenutosi ieri a Bologna alla presenza del ministro delle infrastrutture e trasporti, di esperti della nuova Struttura tecnica di missione del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e di attori del mondo delle imprese e della mobilità.
Italia, tanto ritardo da recuperare nel tpl
L’Italia ha un grande bisogno di un cambio di passo, perché presenta un grosso ritardo rispetto agli altri paesi europei per la mobilità urbana e locale. Le ragioni sono molte: infrastrutture inadeguate, invecchiamento dei mezzi di trasporto pubblico, un sistema organizzativo che provoca impatti sull’ambiente e che pesa sulla vivibilità delle nostre città. Tutto ciò grava sulle famiglie anche con un costo – spesso obbligato – di oltre 1500 euro all’anno per chi è costretto ad usare l’automobile per raggiungere il luogo di lavoro. Ora, per la prima volta nella storia italiana dal dopoguerra in poi, si legge nel comunicato diramato a seguito della giornata di lavori, la mobilità quotidiana è al centro delle politiche dello Stato per risorse, regole e incentivi messi in campo, e si propone di coniugare ecologia ed economia in un programma di sviluppo che ha importanti ricadute in campo industriale.
Gli investimenti infrastrutturali
Il Piano per le linee Metro, Tram e Ferrovie in soli 3 anni ha messo a disposizione per nuove linee 10 miliardi, dopo che nei 20 anni precedenti gli investimenti di tutti i Governi messi insieme sono ammontanti ad appena 12 miliardi complessivi. Gli ingenti investimenti di questi ultimi tre anni hanno portato dal 2014 ad oggi 27,4 Km di nuove metropolitane con 35 nuove stazioni e 31,8 Km di nuove tramvie con 67 nuove fermate. E sono in corso di realizzazione 63 Km di nuove metropolitane per 74 nuove stazioni e 27,3 Km nuove tramvie/filobus con 117 nuove fermate.
E i mezzi pubblici? Via al rinnovo!
Ancora più impegnativo il Piano Mezzi Pubblici che non ha eguali negli ultimi 50 anni, durante i quali lo Stato aveva investito solo 500 milioni complessivi rivolti al rinnovo del parco mezzi. Negli ultimi 3 anni, invece, sono stati messi a disposizione dal Governo, circa 8 miliardi per il rinnovo del 50% del parco autobus circolante. Nei prossimi 18 mesi entreranno in servizio 5/6.000 autobus a cui faranno seguito dal 2019 al 2033 2.000 autobus/anno, a cui si aggiungono 250 treni entro il 2022 e 300 milioni per nuovi mezzi navali destinati al trasporto pubblico locale.
Il Piano per la Mobilità Quotidiana fornirà al Paese anche un’occasione irripetibile per il rilancio di una importante filiera industriale, quella della produzione di treni, tram e autobus e di tutto l’indotto ad essi collegato.
Le agevolazioni del Mit
Nell’ottica di porre il cittadino al centro dei servizi, molte sono le misure adottate dal Mit in questi tre anni. Da ultimo la Legge di Bilancio 2018 in corso di approvazione prevede un cambiamento significativo: per la prima volta sono previste agevolazioni fiscali per utenti del trasporto pubblico locale, con particolare riferimento alle grandi aree urbane. Nello specifico, ritorna la detraibilità al 19% dall’imposta lorda delle spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di TPL, regionale e interregionale su un costo annuale complessivo sino a 250 euro. Inoltre, è introdotto il “buono TPL”, stabilendo che le somme rimborsate dal datore di lavoro o direttamente sostenute da quest’ultimo per l’acquisto di abbonamenti del dipendente e dei familiari, per effetto della contrattazione integrativa aziendale di imprese e organizzazioni pubbliche, non concorrono a formare reddito di lavoro dipendente.