Una suite di soluzioni ad hoc per la sostenibilità e l’efficienza delle flotte, dove i dati sono le stelle polari da seguire per perseguire gli obiettivi della decarbonizzazione e ottenere quell’efficienza necessaria per avere un parco mezzi performante, al servizio dei bisogni del cliente e virtuoso dal punto di vista della gestione dei costi. Geotab, in occasione dell’evento Mobility Connect nei Super Studio Più di via Tortona, a Milano, ha presentato il proprio impegno e le proprie soluzioni a portfolio in risposta all’impatto che il settore ha sul cambiamento climatico.

Lato trasporto pubblico (ma anche privato) e gestione di flotte di autobus, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Franco Viganò, Director, Strategic Channel & Country Manager Italy, che ci ha spiegato come quello dei torpedoni sia uno dei segmenti verticali di interesse sui quali Geotab ha posto particolare attenzione. E non a caso sono numerose le flotte bus pubbliche e private gestite in Europa: «Parlando di flotte di autobus, il primo pillar è quello della sostenibilità, che vuol dire consumare meno o non consumare affatto, ovvero la capacità di elettrificare il parco mezzi. Ecco, a tal proposito, abbiamo dei tool che aiutano a capire quali e quanti mezzi possono essere elettrificati. E per quel che concerne i bus elettrici, è a disposizione la possibilità di raccogliere i dati degli e-bus per poter capire qual è il processo di carica, quello di “scarica” e come gestire al meglio il veicolo a batteria. O un’intera flotta elettrica».

«Non dimentichiamoci – prosegue Viganò – che oggigiorno le aziende, soprattutto quelle grosse, sono chiamate a fare un bilancio di sostenibilità. Grazie ad un algoritmo da noi sviluppiamo calcoliamo le emissioni di Co2; per ciò che riguarda mezzi a combustione, misuriamo in tempo reale i consumi e siamo in grado anche di indicare quanta anidride carbonica è stato prodotta in un determinato lasso di tempo. Tutti questi dati, infine, sfociano in un report, che viene utilizzato per mettere nero su bianco il bilancio di sostenibilità».

Non solo sostenibilità, ma anche sicurezza, secondo pillar. E parlando di sicurezza alla guida, l’obiettivo numero uno è quello di ridurre il tasso di incidenti. Viganò precisa: «Per prevenire gli incidenti abbiamo definito un modello e un algoritmo che è in grado, studiando i dati che arrivano da bordo dai vari sensori – pensiamo per esempio alle telecamere –, di valutare quello che è il rischio di collisione. Insomma, noi definiamo un coefficiente che dà rischio di collisione della flotta, che paragona i vari mezzi e i vari driver tra loro. Ma quello che è ancora più interessante è che li paragona rispetto ad altre flotte e a flotte simili a quella dell’utente che usa la nostra suite, mettendo così a disposizione anche un benchmark».

Ecco, telecamere e driver. Già, perché lo stile di guida del conducente è fondamentale: «Pensiamo, in primis, alla regola aurea del rispetto delle distanze di sicurezza, variabile che condiziona il rischio di incidenti. Inoltre, le telecamere interne monitorano se il driver assume atteggiamenti poco sicuri, giusto per fare un esempio».

Last but not least, il pillar dell’efficienza che è legato a doppio filo all’aspetto manutentivo: «Prevenire è sempre meglio che curare. E il fermo mezzo per un autobus è molto costoso per le aziende. Per cui dove è possibile fare manutenzione predittiva, la facciamo, ma ci sono alcuni aspetti che possono essere prevenuti. Quindi, quando possiamo, la facciamo, quando non è possibile curiamo il problema: e prima li curi e minor e il danno e dunque più veloce la soluzione».

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