Niente batteria ma condensatori che sfruttano un campo magnetico per mantenere in moto il veicolo senza apparati elettrochimici. È la pensata messa a punto da E-co in joint venture con gli israelo-bulgari di Chariot Motors e i cinesi di Higer e concretizzatasi nello SmartBus, debuttato a La Spezia in aprile.

SmartBus

Politecnico di Milano e Smart Bus

Il progetto SmartBus ha visto la collaborazione del Politecnico di Milano e la supervisione della scuola politecnica dell’università di Genova. Trattasi di mezzi elettrici innovativi a ricarica veloce con ultra capacitori senza batterie. La sperimentazione di SmartBus in Liguria costituisce il primo vero esercizio di bus elettrici che si caricano durante la sosta al terminale in 5 minuti con un pantografo. L’innovazione risiede nel sistema di accumulo ad elevata densità energetica in grado di recuperare energia in frenata. Un sistema che evita la necessità di batterie, che pesano e costano molto: incidono mediamente per il 30-40 per cento sul prezzo finale dell’autobus elettrico e arrivano a “prendersi”, in media, fino tra le 2,5 (per 250 kWh) e le 3,5 (per 350 kWh) tonnellate.

I condensatori al comando

I condensatori, da parte loro, immagazzinano energia con procedimenti non elettrochimici ma esclusivamente fisici. E pesano circa 500 chili. E-co Engineering, azienda di Aosta, spin-off e partner del Politecnico di Milano, si è inventata la soluzione “Hess” (acronimo di Hybrid energy storage system) che, si legge sull’inserto “Tuttoscienze” del quotidiano La Stampa, «ibridando un grande condensatore (il cosiddetto ultracondensatore) con una piccola batteria e un’unità elettronica di controllo, moltiplica le prestazioni e promette di rivoluzionare la mobilità elettrica». I veicoli circolano da inizio aprile a La Spezia, ma operano anche in città israeliane e tedesche. Coinvolta anche l’associazione ambientalista The Italian council for a beautiful Israel

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