di Gianluca Celentano, conducente bus

A bordo dovremmo saperlo tutti: è vietato imbarcare valigie, zaini o borse voluminose, e questo non per capriccio dell’autista, ma per questioni di sicurezza. Se non siamo noi a fare la selezione, ci penserà la polizia stradale al primo controllo. Nel malaugurato caso che il bus sia coinvolto in un incidente che ostacoli le porte d’uscita e generi fumo, il corridoio interno diventerebbe un caos di panico. Immaginate borse incastrate fra i sedili mentre i passeggeri cercano di evacuare all’esterno, magari dai finestrini.

Avversione verso le disposizioni

Il problema è che situazioni del genere si vedono soprattutto nei film. Quindi, quando l’autista raccomanda di non portare nulla a bordo, c’è sempre chi si oppone, ingaggiando una sorta di sfida provocatoria con il povero autista. A me è capitato a Trieste con un gruppo (poco educato) diretto a nord di Milano. Un passeggero tra i 55 presenti rimuginò sul mio divieto, cercando una vendetta prima dell’arrivo, senza successo. Anche consumare cibo a bordo sporcando tutto il bus non è consentito, infatti esistono le soste programmate e, ancora una volta, il conducente è posto fra incudine e martello.

Essere da subito molto chiari

Uno dei fattori che rende complesso il carico è spesso la scarsa conoscenza tecnica dei viaggi in bus da parte dei capigruppo e il fatto che l’autista è spesso solo a gestire molte persone che neppure lo considerano. L’autista viene interpellato solo per richieste del tipo: “Autista, ho caldo,” “Autista, ho freddo,” “Autista, quando ci fermiamo?” Forse varrebbe la pena formare almeno i responsabili di una gita prima della firma del contratto, ma forse chiediamo troppo.

I monopattini nella bagagliera

Con la diffusione dei monopattini elettrici, è quasi sicuro che qualche utilizzatore pretenderà di imbarcarlo a bordo, sostenendo che nella bagagliera si danneggia. È capitato anche a voi? Bene, in tal caso nessuna incertezza: il monopattino rimane nella bagagliera! Le batterie al litio, in caso di cortocircuito dovuto a urti, generano fumo bianco intenso e fiamme a temperature elevate. Lascio a voi immaginare cosa potrebbe succedere a bordo del bus. Poi c’è la questione di pulizia e danni; le ruote del monopattino non sono certo pulite e la robusta struttura può rompere accessori come prese, retine, tendine.

Di recente è balzata sui quotidiani la notizia di un giovane che, in attesa del bus, ha correttamente posizionato il monopattino nella bagagliera, finendoci dentro anche lui. Non sappiamo se l’operazione fosse concordata con il conducente, ma alla chiusura automatica delle paratie, il giovane ha fatto diversi minuti di viaggio nella bagagliera sulla linea Ponte San Pietro-Bergamo. L’autista, della società che esercita la tratta, sostiene – e non possiamo dargli torto – che tra la grande folla in salita, era convinto che ci fosse anche il giovane possessore del monopattino. Le paratie automatiche sono state applicate per agevolare il lavoro dell’autista, che non deve continuamente scendere e salire a ogni fermata. Semmai servirebbe una telecamera nella bagagliera o un campanello d’allarme.

Chiamare le Forze dell’Ordine

Ancora più importante sarebbe stare tutti un po’ più attenti, sia conducenti che viaggiatori, inclusi coloro che si addormentano e non scendono alla fermata giusta, pretendendo poi che l’autista torni indietro. Abbiamo sempre evitato di esortare l’autista a contattare la polizia stradale qualora si verifichino problematiche importanti durante un viaggio o una gita. Questo perché tra le qualità del conducente ci sono la comprensione e la pazienza, e perché c’è sempre qualcuno tra i viaggiatori che potrebbe avere successivi atteggiamenti vendicativi nei suoi confronti. In questi casi varrebbe la pena sospendere il viaggio senza penalizzare la società di autoservizi. Ci auguriamo non sia un’utopia.

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