Il laboratorio di Politica dei Trasporti Traspol del Politecnico di Milano e Checkmybus.it hanno oggi presentato un rapporto sulle linee a lunga percorrenza che si basa sul campione di dati relativi alle ricerche mensili di viaggio effettuate sulla piattaforma Checkmybus.it e dei relativi prezzi medi. Riportiamo qui gli interventi dei realitori

Gennaro Scura, delle Autolinee IAS

«Il nostro mercato affonda le sue radici nell’esperienza del tpl, la mia famiglia ha avviato l’attività negli Anni 20. La lunga percorrenza nasce attorno negli Anni 70, affinata negli Anni 80, e si basava sul sistema delle concessione, una legge del 1939. Finita l’era delle concessioni pensavo che il mercato fosse maturo, ma non era così. Nel 2015, con il decreto 285, lo scenario è cambiato e il mercato si è aperto. In quell’anno aumenta così l’offerta, la domanda cresce e si modifica. Si avvia il processo di liberalizzazione dapprima con l’interesse crescente delle aziende italiane e poi grazie a quelle straniere. Il campione diventa così Flixbus che non è un operatore classico: non un autobus né un autista. Penso che la old economy si sia sposata con la new economy, un matrimonio che sta sviluppando valore. Ora c’è anche Busitalia che salutiamo con grande interesse ma non riesco a capire perché Fs si è dovuto tuffare in questo segmento. Mi sembra inopportuno».

Andrea Incondi, Flixbus Italia

«Non si può capire questo settore se non si analizzano i commenti degli utenti, dalle persone. Perchè noi trasportiamo persone. E i commenti sono tutti entusiasti. Negli ultimi due anni il settore è cresciuto del 18 per cento e operatori come Flixbus hanno rivoluzionato un mercato che oggi vale 200 milioni di euro, contro i 130 dell’era pre liberalizzazione. Bisogna innovare e noi continueremo a farlo. Con il nostro modello abbiamo generato 100 posti di lavori, cooperiamo con 50 aziende partner, abbiamo creato 3 milioni di indotto/anno e abbiamo trasportato 5 milioni di passeggeri dall’inizio della nostra attività. Oggi le priorità sono migliorare le autostazioni, snellire la burocrazia e chiediamo una più chiara normativa, visto quello che è successo delle milleproroghe, una vicenda, quest’ultima, che è un cono buoi del modello democratico di questo Paese. Se stiamo perdendo quasi 8 milioni di euro in due bilanci? E’ vero, gli investimenti costano».

Daniele Diaz, Busitalia

«La lunga percorrenza per noi è una novità, il nostro focus è tpl dove operiamo con 4500 persone,  maciniamo 120 milioni di km/anno grazie a una flotta di 2.400 autobus. Nel settore della lunga percorrenza siamo presenti con Busitalia Fast che conta una squadra di 120 dipendenti, copriamo 10 milioni di km/anno con una flotta di 60 autobus. Noi registriamo la gloria e il declino dell’auto, mezzo di trasporto che ha cambiato il Paese e che lo ha unito. Ma indubbio che ci sia un declino morale e un danno estetico, e le nostre città non sono fatte per sopportare tutte queste automobili. I segnali di un trend che va verso modalità diverse rispetto a quelle del mezzo privato ci sono e sono ben visibile e lo sharing, pensiamo, sarà il nodo di questa rivoluzione. Ma c’è un dato che vorrei fosse chiaro. La lunga percorrenza su gomma e ferro pesa per il 12 per cento del totale, la vera sfida è quella di erodere fette all’87 per cento di quota coperta dalle auto private».

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