di Gianluca Celentano, conducente bus

Forse vi sarete imbattuti anche voi negli esperimenti in tv del prof. Valerio Rossi Albertini, il fisico e divulgatore scientifico. L’idea di insegnare qualche concetto di fisica proponendo degli esempi pratici è geniale. Fra i più recenti c’è quello sul riscaldamento terrestre, ma permettetemi di fare una premessa. Qui gli imputati non sono i nostri autobus, ma il traffico in generale, le polveri sottili e gli obiettivi di Elena Grandi, assessore all’ambiente nel comune di Milano.

Reale conferma scientifica

Il professor Rossi Albertini, che ha studiato a lungo i dati sui carotaggi dei ghiacci polari, è certo che i cambiamenti climatici ci siano sempre stati, ma che oggi non ci troviamo di fronte a un innocuo mutamento “passeggero”, ma a una vera e propria emergenza sottovalutata. Un mutamento che ha iniziato il suo processo di non ritorno nel secolo scorso, cioè quello dello sviluppo industriale più massiccio. 

Alla luce di questa emergenza che è causa di violente gradinate, forti venti e temperature fuori controllo, la giunta milanese mira a ridurre del 50% il traffico nella metropoli lombarda entro il 2030. Vi lascio immaginare le agguerrite polemiche sui social, ma credo sia il caso di lanciare anche proposte che tengano conto del ruolo di autisti e autobus nei prossimi anni. 

Zero parcheggi e troppi rischi

A Milano entrano ogni giorno circa 600 mila autovetture, ma oltre 200 mila sono già transitate prima dell’accensione dei varchi alle 7:30; un traffico che si somma a una cifra analoga o addirittura superiore di veicoli dei residenti. Un traffico paralizzato e una totale mancanza di parcheggi sono i primi odiosi risultati in cui ci si imbatte, arrabbiandosi; poi c’è l’inquinamento. Sul web, tra proteste e proposte, c’è chi invoca il blocco delle auto che entrano in città, il rivedere la tassa di circolazione e l’idea autorevole di Carlo Monguzzi, consigliere di maggioranza: “Si chiede alla Regione di togliere gli incentivi auto e di aumentare il trasporto pubblico”. 

Lo snervante stress

Abbiamo osservato che uno dei problemi maggiori del lavoro di autista in città è proprio il traffico e la frenesia di molti che creano situazioni di pericolo. Quindi, come lavorerebbero gli autisti del tpl se a Milano (ma potrebbe riguardare ogni altra città italiana ed europea) ci fosse il 50% in meno di auto? Sento già le vostre risposte che potrebbero essere: “Come nei giorni di chiusura scuole o prefestivi”. Seppur ancora a livello di proposta, gli obiettivi del Comune dovrebbero, strano ma vero, premiare gli autobus, avendo si spera, precisi orari di divieto per le autovetture. 

Si investa su trasporti e autisti, ma senza demagogia

Tutto questo significa che è necessario investire ancora di più sul trasporto collettivo, ma anche sulle imprese di autoservizi e gli incentivi euro 6. Insomma, fondi che questa volta dovrebbero rivoluzionare anche la qualità del lavoro degli autisti e l’interesse verso il mestiere. Infatti se le scelte non premieranno anche il personale alla guida, è da capire come in una città “vuota” si potrà far circolare le persone. 

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