Non è certo la scoperta dell’acqua calda: il trasporto pubblico locale di Roma, così come la sua governance e partecipazione comunale, necessità di essere migliorato, efficientato. Questo è quanto sostengono i Responsabili Uffici Studi di Filt-Cgil Roma e Lazio, Fit-Cisl Lazio e UilTrasporti Lazio, intervenuti questa mattina alla tavola rotonda “La Mobilità di Roma e del Lazio: prospettive di un futuro presente”, a cui hanno partecipato i Segretari Generali delle Federazioni, Eugenio Stanziale, Marino Masucci e Maurizio Lago, l’assessore regionale ai Lavori pubblici e Tutela del territorio e alla Mobilità, Mauro Alessandri, l’assessore alla Mobilità del Comune di Roma, Eugenio Patanè e il Direttore della Ricerca Isfort e responsabile dell’Osservatorio Audimob, Carlo Carminucci .

I nodi del Tpl romano

«Il Comune di Roma, con un’estensione di 1.287 chilometri quadrati, è nettamente il più esteso d’Italia e il territorio di Roma potrebbe racchiudere quello di otto tra le aree più popolose del Paese; allo stesso tempo, la Capitale risulta la città con maggiore utilizzo dell’auto privata. Già in epoca pre-covid, nel 2018, la domanda di tpl a Roma registrava un trend negativo del 4,4% rispetto al 2017. Si tratta di un tema su cui intervenire urgentemente, anche alla luce della grande occasione rappresentata dalle risorse in arrivo dal Pnrr, che possono essere utilizzate per interventi simili a quello istituito in Francia con La Grand Paris», è quanto sottolineano i sindacati.

«Per un utilizzo adeguato dei fondi e un efficientamento dell’offerta di tpl – hanno spiegato gli Uffici Studi – , serve un coordinamento di sistema tra Regione e Comune in uno sforzo di prospettiva che armonizzi i documenti riguardanti la mobilità e renda più efficiente il sistema di governance istituzionale, e un intervento sul nanismo industriale e la dispersione direzionale, con la nascita di economie di densità e di scala: uno studio di settore dimostra che il valore del costo unitario a posto-chilometro cala da circa 0,43 euro per le piccole imprese a 0,38 per quelle di grandi dimensioni’».

Per quanto riguarda le dinamiche occupazionali – hanno proseguito i responsabili Uffici Studi – sottolineiamo che il tpl impiega il 17% degli addetti al settore in Italia: abbiamo la responsabilità di ribadire che vanno rafforzate le competenze sull’innovazione, anche attraverso il potenziamento strutturale degli Istituti tecnici superiori. Serve inoltre un Osservatorio dinamico dei Trasporti della Regione Lazio su Trasporto aereo, Porti, Merci e logistica, Trasporto pubblico collettivo e viabilità. Aggiungiamo che non possono esserci modelli efficienti di trasporto pubblico senza valorizzazione dei lavoratori, con la loro partecipazione e coinvolgimento su materie strategiche, benessere organizzativo, innovazione e nuove professionalità, investimenti e produttività, Welfare. L’impresa pubblica è infatti il luogo in cui si incontrano sviluppo e decoro, crescita economica, benessere occupazionale e soddisfazione dei cittadini”.

Verso la mobilità sostenibile

In tema di transizione ecologica e sostenibilità – hanno proseguito i responsabili degli uffici studi sindacali – riteniamo importante impostare un riequilibrio territoriale tra Centro e periferia e il miglioramento nella gestione delle ore di punta, azioni orientate anche a rendere Roma una città della prossimità. Si possono inoltre generare veri benefici ambientali tramite la cura del ferro in termini di rete, frequenze e velocità, e attraverso una riorganizzazione derivante dal fatto che a Roma la quota ‘gomma’ del TPL assorbe il 45,7% dei posti offerti, mentre la quota di offerta di tram e metropolitana è inadeguata’».

«I dati fin qui esposti – concludono – mostrano una strategia di efficientamento del sistema del Traporto locale fondata su due elementi: l’integrazione e la riduzione dei costi. Tale contesto può rendere più efficiente anche il sistema di governance istituzionale di Roma e Lazio, integrando le funzioni dei diversi soggetti pubblici incaricati della programmazione e controllo della mobilità di Roma e del Lazio, attualmente frammentati in una eccessiva parcellizzazione funzionale».

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