«Valutiamo positivamente la norma inserita nella manovra finanziaria che riguarda un intervento economico a favore delle aziende del tpl, utile a riconoscere le quote dei ristori per i mancati ricavi da traffico per l’anno 2021 e parte del 2022, ma non basta». È questa la posizione di Fit-Cisl e Ugl Autoferrotranvieri.

«L’importo economico previsto dal provvedimento legislativo infatti non è sufficiente perché al calo della domanda di passeggeri trasportati del -25% post pandemia si è sommato il rincaro dei costi energetici. L’erogazione del contributo economico per il ristoro dei mancati ricavi dovrà sbloccare il pagamento della seconda tranche dell’una tantum di 250 euro, prevista dal rinnovo del Ccnl di categoria e fino ad oggi congelata proprio perché in attesa del provvedimento governativo», scrivono in una nota congiunta le firme sindacali.

«È necessario quindi, che nel percorso di approvazione del Dl Bilancio, non solo si confermi la norma, ma si individuano soluzioni che possano portare ad un incremento della somma messa oggi a disposizione e all’indicizzazione delle risorse del Fondo Nazionale Trasporti», spiegano ancora Fit-Cisl e Ugl Autoferrotranvieri. Che, infine, concludono: «Questo si rende necessario, per mettere l’intero settore nelle condizioni di recuperare il gap negativo riguardo l’utilizzo del mezzo individuale rispetto al mezzo collettivo. Occorre non solo sanare i conti, ma avviare un rilancio del tpl che, attraverso un processo di riforma, promuova l’aggregazione delle oltre novecento aziende presenti nel settore, impossibili da gestire in maniera efficiente ed efficace, favorendo la costituzione di grandi campioni nazionali, l’aggregazione dei lotti attraverso la regolazione e governance del sistema, rafforzando il ruolo del governo centrale e attuando investimenti a favore del rinnovo parco mezzi e infrastrutture per il trasporto rapido di massa».

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