di Gianluca Celentano (conducente bus)

Sei abbastanza tranquillo: hai controllato le strade e il gruppo a bordo e, tutto sommato, sereno, distratto dalle bellezze che scorrono sotto gli occhi dal finestrino. Il transfer procede bene. Poi, all’improvviso, ti ritrovi a passare in quel paese carino e pittoresco, con caseggiati bassi in pietra e, magari, i sanpietrini a terra, interrotti qua e là dalla bianca segnaletica orizzontale.

Con queste righe spero di essere riuscito a farvi immergere in una situazione che, forse, avete vissuto centinaia di volte. Ma lasciatemi aggiungere qualche dettaglio in più: la strada che percorriamo ci obbliga a restare incollati al navigatore, impostato con cura per non sbagliare. Poi, eccola: una curva stretta e sinuosa che si snoda tra due caseggiati bassi. Ed è proprio lì che iniziano a farsi strada le vostre imprecazioni che strappano via ogni traccia di tranquillità e ci costringono a fronteggiare l’incognita.

Cosa c’è dietro quella curva che nasconde completamente la visuale? E, soprattutto, quante auto ho in coda? E ancora: che figura farò con il gruppo?

L’esperienza aiuta sempre

Fermarsi e controllare sarebbe la scelta più sensata, ma spesso non è possibile. Sarebbe fondamentale che le infrastrutture fossero progettate per garantire il transito sicuro anche agli autobus turistici. Ma siamo in Italia, un Paese ricco di storia, e non tutto può essere perfetto.

E proprio quando sei costretto a rinculare (non temete, per chi non è del mestiere: non è una parolaccia, significa semplicemente fare retromarcia), ti rendi conto della fretta della gente. Sembra quasi che aspettino quel momento per infilarsi dietro l’autobus in manovra, ignorando ogni regola di prudenza. E magari, come se non bastasse, il tuo mezzo non ha nemmeno una telecamera per la retromarcia. Devi agire in fretta, trovare un punto sicuro e riprendere una nuova strada, il tutto con un occhio ai passeggeri e l’altro alla strada.

Da solo ad affrontare il problema

I passeggeri? Beh, non aiutano sempre. Anzi, potrebbero chiederti di abbassare l’aria condizionata mentre tu stai sudando e non certo per il caldo. Già immagini il peggio: una “toccata” contro qualcosa e poi la telefonata al capo. Quando però riesci a cavartela senza problemi, ti senti un gigante. È come se ti alzassi di cinque metri da terra, sentendoti quasi invincibile!

Eppure, è vero: certi automobilisti sembrano avere uno sprezzo totale del pericolo, arrivando persino a rischiare di farsi tamponare da un autobus in manovra. L’esperienza non cancella queste situazioni, ci insegna solo a controllarle.

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