Professione conducente, fenomenologia di una crisi. La testimonianza di un ex autista (Parte I)
di Alessandro Razze Confesso: sono titolare di una patente D da oltre 20 anni, conseguita per passione, coronando un sogno di bambino. Lo stesso sogno mi ha portato, per un periodo della mia vita, a svolgere la professione di autista. Quando ho approcciato questo mondo, eravamo in molti a competere per un quantitativo relativamente limitato […]
di Alessandro Razze
Confesso: sono titolare di una patente D da oltre 20 anni, conseguita per passione, coronando un sogno di bambino. Lo stesso sogno mi ha portato, per un periodo della mia vita, a svolgere la professione di autista. Quando ho approcciato questo mondo, eravamo in molti a competere per un quantitativo relativamente limitato di posti di lavoro. Oggi il passaggio al regime autorizzativo, lāampliamento delle tipologie di servizio e un aumento della richiesta, hanno generato anche un aumento della capacitĆ del sistema di assorbire autisti. Paradossalmente questo avviene in un momento storico in cui la “produzione” di autisti da parte del mondo della formazione prodromica al lavoro si ĆØ fortemente ridotta. Se giĆ da qualche anno lo squilibrio tra chi inizia lāattivitĆ di conducente e chi la conclude era evidente, nellāultimo anno la situazione ĆØ diventata drammatica. Il 2022 avrebbe potuto essere lāanno del riscatto e della ripresa dopo il biennio segnato dalla crisi conseguente alla gestione della pandemia, non lo ĆØ stato, o almeno non ha potuto esprimere appieno le sue potenzialitĆ : le aziende hanno dovuto lasciare i mezzi fermi in deposito, rinunciando a servizi anche molto appetibili, per la mancanza di autisti.
CQC e formazione iniziale
Fino al 2008, una volta conseguita la patente D era sufficiente conseguire il KD con un esame orale semplice ed economico. Ricordo che nel 2001 me la cavai con poco piĆ¹ di 200mila lire, compresa la visita medica. Oggi il KD ĆØ stato sostituito dalla CQC, che richiede la frequenza di un corso obbligatorio di 140 ore con esame finale a quiz. Un corso di 140 ore, di cui 10 di pratica, per quanto le autoscuole ormai lavorino con margini risibili, ha comunque costi non inferiori ai 2000 euro che, sommati al costo della patente, portano ad impegnare cifre nellāordine dei 3000 euro. Questo ĆØ stato additato come prima, unica e sola ragione per cui le persone non si avvicinano piĆ¹ a questa professione, con tanto di bonus patente deliberato dal Governo e, al momento, arenato nellāattesa che venga messa in funzione la piattaforma informatica per la gestione della sua erogazione. Nel frattempo, alcune aziende di maggiori dimensioni stanno avviando dei percorsi interni in cui si fanno carico dei costi della formazione degli aspiranti autisti.
Purtroppo, le analisi superficiali solitamente non portano ai risultati sperati: le adesioni a questo tipo di progetti sono molto inferiori alle attese e molti di quelli che arrivano alla fine del percorso formativo abbandonano il lavoro dellāautista dopo poco tempo. Ma questa ĆØ unāaltra storia e ne parleremo piĆ¹ avanti.
FINE PRIMA PARTE
Ci piacerebbe raccontare la storia di voi conducenti. Chi ĆØ tuttora autista, chi dopo anni di servizio ĆØ andato in pensione o ĆØ prossimo a farlo, chi (come Alessandro Razze) lo ĆØ stato e ha scelto un’altra strada. Scriveteci e raccoglieremo le vostre testimonianze.