Siamo stati a Zhengzhou, quartier generale di Yutong, all’evento di lancio della nuova architettura per veicoli commerciali elettrici. Sviluppata internamente e basata sull’integrazione tra hardware e software, è la base per lo sviluppo dei prossimi modelli di bus, con cui il costruttore cinese ambisce ad aumentare la sua presenza sul mercato europeo.

Sebbene non sia tra le città cinesi più conosciute, il nome Zhengzhou dovrebbe far suonare un campanello alle orecchie di chi si occupa di trasporto pubblico e veicoli commerciali. La capitale dello Henan, nella Cina centrale, infatti, oltre a sorgere nell’area in cui è proliferata la cultura dei monaci Shaolin, nota soprattutto per l’abilità nella pratica antica del kung-fu, è il centro dell’universo Yutong. Sorto nel 1963, il costruttore di autobus ha attraversato decenni di crescita impetuosa, fino a diventare il principale produttore di bus e coach nel mondo per volumi di vendita. Caratterizzando e influenzando, com’è normale che sia, anche lo sviluppo – altrettanto impetuoso – di Zhengzhou, metropoli di circa 13 milioni di abitanti che ospita il quartier generale di Yutong, i principali stabilimenti produttivi di autobus, camion e macchine per costruzioni, quelli deputati alla produzione dei veicoli elettrici, così come l’ecosistema creato per la realizzazione e la fornitura di componentistica chiave per i veicoli elettrici. Come, per esempio, il nuovissimo stabilimento creato per la produzione dei pacchi batterie, che abbiamo avuto la fortuna di visitare e di cui parliamo nel box.

L’occasione per visitare quello che potrebbe a ragion veduta essere definito il ‘mondo’ Yutong a Zhengzhou è stato il lancio globale della nuova architettura elettrica sviluppata dal costruttore cinese, già esportatore di autobus e pullman in tutto il mondo, con tutta l’intenzione di replicare il modello anche sui camion. La Yutong electric architecture, ribattezzata Yea, caratterizzerà i nuovi veicoli commerciali del brand asiatico e si basa, fondamentalmente, sulla disponibilità di componenti chiave della catena cinematica con efficienza ulteriormente aumentata e livelli di sicurezza ancora più elevati. Prendiamo le batterie: una nuova tecnologia consente di avere pacchi batterie più compatti, efficienti e sicuri perché sottoposti a test che evidenziano una maggiore resistenza al fuoco, ma anche all’acqua. L’assale elettrificato riduce il peso di circa la metà rispetto alla precedente generazione, con un beneficio sul consumo di energia che Yutong ha quantificato nel 15 per cento.

La filosofia architettonica

Yutong si prepara così a soddisfare la sete di trasporto a emissioni zero che tanti paesi nel mondo stanno esprimendo o esprimeranno molto presto, nonché a consolidare la sua presenza in determinate aree (sono oltre 40 i paesi che hanno scelto Yutong per le loro città). Come quella latino americana, data come la regione con la crescita più significativa di autobus a emissioni zero nei prossimi anni; ma anche il Medio Oriente, dove ha fatto rumore la consegna di 880 bus, la maggior parte dei quali elettrici, al Qatar in occasione della Coppa del mondo di calcio, nel 2022; o ancora l’area russofona, geograficamente vicina e alle prese con una transizione energetica fortemente influenzata dalle questioni geopolitiche che tutti conosciamo. Con l’ambizione, peraltro, di incrementare la presenza sul mercato europeo nei prossimi anni, considerata la necessità dei paesi Ue di promuovere un trasporto pubblico locale a emissioni zero entro il 2030, stando alle attuali proposte della Commissione europea.

Parlando di trasporto pubblico a emissioni zero, però, il mercato di riferimento è – e lo sarà anche nei prossimi anni, secondo gli analisti – quello cinese, che vale a spanne metà dell’intero parco circolante nel mondo. Con i maggiori costruttori che si trovano proprio in Cina. Una centralità, quella del Dragone, che riguarda l’intero comparto automotive, dalle auto a van e camion. Risultato di un piano accuratamente predisposto e lanciato a partire dagli anni ’90, quando nel resto del mondo la mobilità elettrica pareva essere ben lontana. Oggi la Cina è il mercato in cui si producono, si vendono e circolano più veicoli elettrici, e basta un’occhiata alle strade delle città principali (ma la situazione non è molto diversa anche fuori dalle metropoli) per accorgersi della penetrazione dei veicoli elettrici, che in alcune zone raggiunge il 30 per cento del totale dei veicoli circolanti tra le auto.

Nel trasporto pubblico locale, il governo ha cavalcato l’onda e operato un rinnovo del parco che potremmo definire ‘di massa’, al punto che il tasso di penetrazione dei cosiddetti ‘new energy buses’ (gli autobus a emissioni zero) ha toccato nel 2022 il 52,4 per cento del totale, che diventa un bulgaro 98,8 per cento se si considerano quelli urbani. Una svolta che ha spinto i costruttori ad accelerare prepotentemente la transizione: nel caso di Yutong, una parte importante della produzione è ora dedicata ai bus a emissioni zero, e un nuovo stabilimento produttivo attualmente in fase di realizzazione a Zhengzhou, nuovi edifici e spazi dedicati ai test su veicoli e componenti chiave della catena cinematica elettrificata. 

Già, perché per Yutong, in questo momento, emissioni zero vuol dire sostanzialmente elettrico: un migliaio di autobus e camion dotati di celle a combustibile sono al lavoro in determinate zone e pressoché l’intera line-up è predisposta all’aggiunta di fuel cell, ma – sottolinea con realismo il top management del gruppo – ci sono questioni importanti da affrontare, come il costo del vettore, che incide pesantemente sul costo operativo complessivo dei veicoli, e la disponibilità ancora limitata del cosiddetto idrogeno verde, l’unico proveniente da fonti rinnovabili. Si sa, l’idrogeno rappresenta la grande speranza per quanto concerne le lunghe percorrenze, settore in cui Yutong è presente e sta «lavorando a stretto contatto con gli energy provider per realizzare l’infrastruttura di ricarica in Cina: progetti che hanno permesso di incrementare di molto il numero di pullman elettrici nel Paese, finora». Sempre secondo i top manager Yutong, la questione dell’infrastruttura di ricarica verrà affrontata anche in Europa «entro i prossimi tre anni».

Fabrizio Dalle Nogare

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