Pochi autisti? Investimenti e formazione possono rendere appetibile la professione [Seconda parte]
di Gianluca Celentano Regolare la velocità in base a visibilità, condizioni della strada, veicolo e conducente, è l’elemento su cui s’incardina il concetto di “viaggio sicuro, viaggio sereno”, ma la realtà è ben diversa. Quando viene imposto un limite di 70 km/h (anziché 90 o 110 km/h) su una strada extraurbana completamente libera o i […]
di Gianluca Celentano
Regolare la velocità in base a visibilità, condizioni della strada, veicolo e conducente, è l’elemento su cui s’incardina il concetto di “viaggio sicuro, viaggio sereno”, ma la realtà è ben diversa.
Quando viene imposto un limite di 70 km/h (anziché 90 o 110 km/h) su una strada extraurbana completamente libera o i 50 km/h su una strada ad alto scorrimento invece che i 70 km/h (spesso senza segnaletica), il rischio di un errore che può penalizzare irreversibilmente la professione è reale, soprattutto nel noleggio GT.
Segnaletica interattiva
Fa pensare e discutere il fatto che sia ancora poco diffuso l’impiego dell’utilissima segnaletica interattiva, capace di modificare le prescrizioni in base alle reali condizioni meteo piuttosto che del traffico, anche perché sembra che in questo momento gli investimenti seguano solo il canale dell’elettrificazione, per altro oneroso. Se l’elemento retributivo risulta il più sentito da parte degli autisti, è altrettanto vero che non si può far risorgere un mestiere senza investire per cambiare quelle regole che prima o poi presenteranno il conto.
Qualche testimonianza
Con un lungo lavoro di sintesi, considerato che i colleghi sono fiumi in piena sull’argomento infrastrutture e controlli, ho registrato qualche racconto di eventi che in alcuni casi hanno portato alla sospensione della patente e, in altri, alla revoca. La prima situazione in cui il rischio è molto alto è l’incrocio.
Il CdS stabilisce che nell’area di attraversamento di un incrocio è vietato sorpassare (non sfilare) salvo i casi previsti. Capita tutti giorni che molti veicoli per lasciare indietro le file di traffico, si collochino zigzagando nell’unico spazio disponibile davanti a bus in procinto di attraversare l’intersezione. Una condizione, quando scatta il rosso, che rischia di farti fermare al centro dell’incrocio assalito dai clacson o peggio di farti fotografare dai controlli elettronici. Tra l’altro la nostra sollecitudine è motivata dall’andare a caricare persone che lasciano a casa l’auto per utilizzare il bus, meglio quindi arrivare in ritardo… Mi scrive disperato Cristian, un collega di Brescia che mi racconta che al ritorno dall’Austria e giunto in Friuli-Venezia Giulia al Tarvisio gli è stata sospesa la patente. Apprendo che gli agenti gli hanno sanzionato il massimo della pena, obbligandolo a rivolgersi a un legale e al sindaco del suo comune sperando di allentare la fiscalità. Ecco un estratto del suo racconto:
“Sull’autostrada del Tarvisio sono presenti limiti di velocità per i pullman non consoni alla percorrenza della stessa in quanto gli autisti di pullman debbono essere messi nella posizione di poter percorrere l’autostrada a 100 km/h e di poter sorpassare i veicoli con obbligo di percorrenza della stessa a 60 km/h. Diversamente è inutile l’utilizzo dell’autostrada. La suddetta autostrada è l’unica in Italia che presenta questi limiti e divieti e presenta segnalazioni errate che possono creare problematiche invece di risolverle. L’obbligo di dover rallentare a 60 km/h in prossimità della galleria può risultare pericoloso. Diversi autisti sono stati sanzionati, multati o privati della patente proprio per questa problematica”.
Si aggiunge Aldo, che spesso percorre la A26 Masone-Ovada. Segnala l’assenza di segnaletica e un limite di 70 km/h, una condizione di incertezza che fa compattare i mezzi pesanti creando rallentamenti, traffico e rischio di tamponamenti. Ad Alessandro invece, prima di una gita, viene contestato dall’agente una crepa superficiale sulla vernice del paraurti seppure regolarmente agganciato e serrato. A nulla è servito documentare che due giorni prima il bus aveva superato regolarmente la revisione presso la motorizzazione. Poi mi racconta la sanzione subita perché l’adesivo di riconoscimento della cassetta di pronto soccorso del bus, regolarmente aggiornata e completa, era posto a una spanna dalla stessa.
In Svizzera, dove sono più scrupolosi rispetto all’Italia, un vettore di Bergamo perfettamente in regola è stato fermato tre volte in un giorno sulle stesse arterie stradali, ma almeno non ha collezionato sanzioni. Numerosi sono i racconti sui controlli (comprensibili) prima delle gite scolastiche, dove scrupolosi padri o presidi si immedesimano in consiglieri meccanici degli autisti. Una situazione un po’ umiliante? Un vigile fuori servizio mi racconta che tra loro c’è l’abitudine di battere la mano sugli sportelli dei camion in sosta/riposo obbligato, in un comune a ovest di Milano dove c’è un fast food con un ampio parcheggio Qui i camion non sembrano graditi e pare non ci sia neppure una prescrizione di divieto.
Diversi colleghi sostengono di aver notato un eccesso di solerziadurante i controlliallo scopo di trovare qualcosa fuori posto sul mezzo, un atteggiamento certamente imbarazzante per gli stessi agenti che non sono esattori ma controllori della sicurezza.
Alla luce della mancanza di 17 mila autisti in Italia e 50 mila in Europa non sarebbe forse meglio aumentare il dialogo tra associazioni di categoria e Ministero e fare più chiarezza tra le tante ordinanze?
…segue con la formazione e investimenti…