Parla l’autista del pullman bruciato sull’A12: «Non sono un eroe, ho fatto il mio dovere»
«Ma quale eroe, ho fatto solo il mio dovere». Parla così, con sincera modestia, Salvatore Todaro, il conducente del pullman che domenica pomeriggio è andato a fuoco lungo l’Autostrada A12, tra Recco e Nervi. Raggiunto da Repubblica al suo letto in terapia intensiva cardiologica all’ospedale San Martino di Genova, l’autista ripercorre quei minuti di paura, […]
«Ma quale eroe, ho fatto solo il mio dovere». Parla così, con sincera modestia, Salvatore Todaro, il conducente del pullman che domenica pomeriggio è andato a fuoco lungo l’Autostrada A12, tra Recco e Nervi.
Raggiunto da Repubblica al suo letto in terapia intensiva cardiologica all’ospedale San Martino di Genova, l’autista ripercorre quei minuti di paura, raccontando di aver fatto “solo” il necessario per mettere in sicurezza i passeggeri a bordo del coach.
Queste le sue parole ai microfoni di Rep: «Mentre ero dentro alla galleria ho sentito un botto fortissimo; il bus ha iniziato ad andare a strattoni, pensavo di aver preso una buca e, invece, quando ho guardato dai retrovisori ho visto le fiamme che uscivano dal motore. In quel momento dovevo decidere cosa fare, se fermarmi e far scendere tutti o portare il bus fuori dalla galleria, con il rischio di bruciare l’impianto elettrico e non poter più aprire le porte. Allora ho deciso di bloccarmi così che tutti potessero scendere, che era la cosa più importante. Ho aperto le porte e tirandoli fuori a uno a uno, perché ormai si erano tutti accalcati, li ho fatti scendere tutti e poi sono sceso anche io. A un certo punto ho visto una signora che si era rotta una gamba a circa dieci metri dal pullman e sono tornato indietro: non l’avrei mai lasciata li. Con il marito l’abbiamo tirata fino a fuori dalla galleria insieme alla donna incinta e al bambino».
Todaro ha ricevuto la bandiera della Regione Liguria, consegnata dal presidente Giovanni Toti che è andato in visita, insieme all’assessore alla Sanità Angelo Gratarola.
Bravo Salvatore, grazie.