di Gianluca Celentano (conducente bus)

È trascorso già un mese con le restrizioni personali stabilite dai diversi DPCM, ma nel settore trasporti autisti e imprenditori hanno avvertito il duro colpo sul lavoro già a fine febbraio. Un quadro tragico, inaspettato ma soprattutto imprevedibile che sin dagli albori dell’emergenza ha segnato una totale disdetta di tutti i programmi nel periodo più florido del noleggio.

Inutile rimarcare il comprensibile grido di dolore di autisti e imprese, alcune sul web si sfogano mostrando video dove ritraggono la triste realtà dei loro piazzali che in questo periodo sarebbero dovuti essere vuoti ma invece sono pieni di fiammanti autobus fermi e allineati.

autobus

Parete divisoria, una scelta condivisa

Molti colleghi sono attualmente in cassa integrazione e interagiscono tra di loro sui gruppi web dove stanno già circolando alcuni contenuti della circolare 79/2020 del decreto “Cura Italia”. Tenere lontano dal volante un autista non è cosa semplice né tantomeno facile e l’idea di inserire una paratia trasparente dietro al sedile di guida sembra ricevere una grande condivisione a patto che le prerogative siano quelle di ripartire.

In realtà non è una novità

All’estero questo sistema è molto diffuso e aumenta anche la privacy del conducente oltre a prevenire la caduta di eventuali oggetti sull’autista, magari quelli posizionati sul piano presente nella prima fila di sedili. Una sorta di sicurezza attiva che sui pullman italiani ho incontrato poche volte; l’ultima volta è stato qualche anno fa su  Iveco Domino 2001 della SAB di Bergamo. Difficile dirvi se si tratta di un optional dell’allestitore piuttosto che un particolare inserito in un secondo momento magari per una richiesta sindacale.

Fatto sta che è molto comodo, in particolare quando tieni leggermente abbassato il finestrino affinché l’aria ti accarezzi il viso durante le lunghe percorrenze. In Spagna, i colleghi che fanno l’estero, mi dicono che è una consuetudine consolidata da tempo.

Un particolare interessante anche quando si guida un HD, con piano rialzato, dove è ancora più importante prevenire eventuali oggetti non fissati sulla prima fila. Ne so qualcosa… Tuttavia le moderne flotte, ad esempio quella di Marino, adottano dei torpedoni prevalentemente con cabina isolata (il non plus ultra per l’autista) per cui credo statisticamente di poter affermare che i colleghi sono favorevoli.

Un po’ come il tpl, ma occhio alle vibrazioni

Il concetto anche legato alla sicurezza attiva, segue lo stesso principio di isolamento previsto nel trasporto pubblico urbano e tradotto con opportune modifiche in quello sub urbano. Lo zaino di uno studente ma anche un passeggero che perde l’equilibrio, potrebbero infatti urtare involontariamente l’autista durante la guida se non ci fossero delle barriere a proteggerlo. Sull’argomento anche i sindacati si sono espressi diverse volte ma la tagliola sui fondi e i contratti di acquisto già siglati hanno permesso solo in un secondo momento di apporre eventuali modifiche al box conducente, vedi Citaro interurbani 2010, eccezionali e maneggevoli ma con questa mancanza sullo sportello autista di cabina.

Sono storicamente gli Iveco che hanno sempre provveduto a un certo isolamento del conducente, ricordo i 421 A ma anche gli U effeuno e Turbocity piuttosto che Cityclass o Urbanway. Insomma un concetto diventato sempre più una necessità con il massiccio aumento delle aggressioni al personale di guida. Ma c’è da dire che sono le vibrazioni uno dei peggiori nemici del conducente, per cui le eventuali paratie dovranno garantire di resistere nel tempo alle oscillazioni durante la marcia oltreché al virus.

Autisti e Coronavirus. C’è unità

Purtroppo il Covid19 ha drammaticamente colpito anche i colleghi creando una comprensibile fobia tra gli autisti che ogni giorno nel TPL garantiscono alcune corse con orari particolari – spesso con tipologia estiva – introdotti per il calo di passeggeri ma anche per favorire turni che permettano la sanificazione di vettura e posto guida. C’è una grande preoccupazione per il lavoro e per i progetti d’investimento futuri, quindi anche le assunzioni per turn over pensionistico ma è la voglia di riprendere che ha realmente contagiato tutti noi.

Alcuni colleghi poi, come nel mio caso, sono stati precettati da associazioni e protezione civile per favorire i lavori di allestimento di ospedali da campo o strutture logistiche con la speranza che il lavoro sinergico con le altre forze in campo possa, oltreché aiutare direttamente chi sta male, ridurre i tempi per tornare a una vita normale e libera alla guida del nostro autobus. Da parte mia, mi sento in maniera assolutamente personale di esprimere un elogio alla Regione Lombardia per gli sforzi che tutt’ora sta sostenendo e con la speranza che anche gli investimenti programmati rimarranno tali.

Anche per me è tutto amaro e soprattutto in discussione ma vorrei che tra queste sintetiche righe passasse un concetto pro positivo per tutti: rimettiamoci in gioco con solidarietà e migliori di prima.

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