Otokar Territo U, polivalenza turca
Otokar Territo U. Nel variegato mondo dei costruttori turchi, probabilmente qualche attenzione in più la merita Otokar, vuoi perché è l’unico ad aver creato da anni una propria direzione commerciale europea (in Francia), vuoi perché in Italia è stabilmente rappresentata da uno storico marchio come la Mauri di Desio. Ma veniamo all’autobus del nostro pezzo: […]
Otokar Territo U. Nel variegato mondo dei costruttori turchi, probabilmente qualche attenzione in più la merita Otokar, vuoi perché è l’unico ad aver creato da anni una propria direzione commerciale europea (in Francia), vuoi perché in Italia è stabilmente rappresentata da uno storico marchio come la Mauri di Desio. Ma veniamo all’autobus del nostro pezzo: l’Otokar Territo U, ovvero l’interurbano ‘classico’ a tre gradini. L’occasione di parlarne ci viene da alcune novità motoristiche, atte ad affiancare il già conosciuto Cummins ISB 6.7. Come su altri Classe II, infatti, la versione base nasce con un motore compatto e leggero, in grado di soddisfare le esigenze delle linee più tranquille, ottimizzando i pesi dell’autobus e, conseguentemente, le portate. Ma proprio come altri costruttori, un 7 litri (scarsi) si dimostra spesso insufficiente nel misto, con poca soddisfazione per gli autisti ed un consumo che viene talvolta condizionato dal numero maggiore di giri motore.
Otokar Territo U, la meccanica
E come altri costruttori, anche Otokar ha quindi deciso di proporre in alternativa un motore dalle prestazioni più generose e, non potendo contare su una propria linea produttiva, ha optato per il Daf Mx11, molto diffuso in casa Vdl e Van Hool e dalle curve di potenza e coppia decisamente più interessanti. Tra l’altro, Otokar ha deciso di proporre come taratura il 370 cavalli (271 kW), ponendosi quindi nella parte alta della classifica dei motori per questa tipologia di autobus. Per il resto, la gestione della trazione rimane affidata ad un cambio automatico Zf Ecolife a 6 velocità più retromarcia, in grado di garantire un’ottima e regolare progressione, potendo contare su ben 44,7 kgm (400 Nm) di coppia motore in più. Le maggiori prestazioni permettono di allungare il rapporto al ponte tra quelli disponibili sull’asse di trazione marchiato Mercedes, passando da 1:5,22 addirittura a 1:3,58. Questa configurazione consente una flessibilità di utilizzo pressoché totale, con un motore che rimane sempre in piena coppia massima anche alle velocità più elevate, raggiungendo la punta di 100 km/h a 1200 giri circa.
Otokar Territo U, la struttura
Strutturalmente, l’Otokar Territo U non ha nulla da invidiare ai costruttori europei, in quanto ha recentemente introdotto il trattamento di cataforesi a bagno che, almeno sugli autobus, sostituisce la particolare zincatura di base prevista da Otokar per i veicoli militari. A tale riguardo, pochi sanno che Otokar è uno dei pochi stabilimenti al mondo dotati di banco fatica, di propria camera climatica e di laboratorio interno per le prove di compatibilità elettromagnetica.Anche la componentistica è ben conosciuta: oltre ai già citati motore e cambio, troviamo l’impianto pneumatico interamente Knorr (comprensivo di freni Ebs e sospensioni Elc), l’impianto elettrico multiplex di Actia/Vansco, e il gruppo climatizzatore a tetto Spheros da 35 kW.
Il design innovativo
L’Otokar Territo U, recentemente ristilizzato, si presenta con linee austere e spigolose, come da tradizione della casa di Istanbul, ma nel complesso armoniose ed equilibrate. Bene si integrano i nuovi gruppi ottici interamente a led, i quali danno un piacevole tocco di modernità su entrambe le testate. La verticalità delle fiancate, rivestite per quasi metà da finestrini di notevoli dimensioni, lascia in qualche modo percepire l’altezza maggiore dell’autobus (circa 10 centimetri in più rispetto alla media dei concorrenti) ma contribuisce al bilanciamento estetico del mezzo. La scelta dell’accesso posteriore ad ante asimmetriche, assieme alla redistribuzione dei sedili sul lato destro, porta a 51 i posti seduti nella versione con posto carrozzella, seppure con biposto a sbalzo. Le cappelliere sfruttano bene la maggiore distanza del padiglione anche se vengono sacrificate in profondità dall’imponente canalizzazione per l’aria condizionata che include, oltre alle tradizionali feritoie verso i lati, le bocchette addizionali verso i passeggeri. Finiture di buona qualità, su una scelta di arredi piuttosto tradizionale; cruscotto semplice ma funzionale. D’altra parte è un autobus di pura linea.