Continental ha realizzato anche quest’anno l’Osservatorio sui macro-trend del mercato dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone, giunto alla sua terza edizione.

Lo studio fotografa lo stato del settore in Italia nel 2022, dopo un 2021 caratterizzato da una significativa ripresa dalla crisi causata dal Covid-19, e prova a tracciare la direzione verso la quale questo comparto si sta dirigendo, attraverso l’analisi dei dati sulle immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità, la categoria euro e, novità di questa edizione, anche sull’andamento del traffico in autostrada

Lasciando ai colleghi di Vado e Torno l’analisi del trasporto merci, e focalizzandosi sul trasporto persone, Continental registra un un importante segnale di decrescita (-10,5%), con 3.728 mezzi immatricolati nel 2022 a fronte dei 4.166 del 2021; un simile scenario si riscontra anche a livello locale, andando dal -2,8% del Veneto al -64,2% dell’Abruzzo. La Puglia è l’unica regione in pari rispetto al 2021. Le regioni in cui le immatricolazioni sono aumentate sono solo 7: Lombardia (+27,9%), Emilia Romagna (+0,6%), Toscana (+84,5%), Friuli-Venezia Giulia (+8,2%), ma soprattutto Marche (+116,2%), Sardegna (+211,9%) e Molise (+410%). In calo anche le immatricolazioni di autobus nell’Unione Europea, anche se qui il dato si attesta a -5,1%.

Autobus, quale alimentazione

Il panorama relativo all’alimentazione del parco autobus è stabile rispetto al 2021, sebbene con qualche piccolo segnale di miglioramento: la maggioranza dei mezzi in circolazione rimane a gasolio (92,7% rispetto al 93,3% del 2021), mentre le quote di elettrico e ibrido registrano una leggera crescita e riescono a raggiungere complessivamente l’1,2% (rispettivamente 0,8% e 0,4%).

Maglia nera per l’alimentazione è la Sardegna, dove la percentuale di autobus a gasolio copre quasi la totalità del parco (99%). Piemonte, Lombardia e Liguria spiccano per numero di mezzi ad alimentazione alternativa: la Lombardia tocca addirittura il 3,8% con l’elettrico e l’ibrido sfiora il 2%.

…e le categorie Euro

In Italia, la percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6 rappresenta quasi la metà del parco, raggiungendo il 48%. Anche in questo caso stupisce negativamente la quota degli autobus di categoria Euro 0 ancora in circolazione, che rappresentano l’11,4% del totale (in calo di soli 0,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente). Da un’analisi per diffusione geografica emerge che questa categoria Euro è molto diffusa nel Sud Italia, specie in Campania, regione con la quota più alta (25,5%). Invece gli autobus più recenti, e quindi di categoria Euro 5 ed Euro 6, rappresentano quasi l’80% del parco circolante in Trentino-Alto Adige e sono presenti con percentuali molto alte anche nelle altre regioni del Nord Italia (Valle D’Aosta75,5%; Friuli-Venezia Giulia 74,7%, Lombardia 61,8%).

L’anzianità delle flotte

La fotografia nazionale si ripropone sostanzialmente molto simile anche nel segmento del trasporto persone, dove la fascia di anzianità tra 0 e 5 anni rappresenta un quinto del totale (20,8%). Una quota leggermente in crescita rispetto all’anno precedente, ma ancora ampiamente superata dalla percentuale di mezzi vecchi di oltre 20 anni, che nel 2022 raggiunge il 27,6% (nel 2021 era a 26,9%). Tra le regioni, il Trentino-Alto Adige fa un passo in avanti e si identifica come la regione con il parco più giovane, raggiungendo il 34,5% di mezzi immatricolati non più di 5 anni fa. Viceversa, all’altro capo della classifica regionale, è la Campania ad avere i veicoli in circolazione più anziani (44,3% di oltre 20 anni, un punto percentuale in più rispetto all’anno precedente, di cui ben il 12,1% sopra i 40 in aumento rispetto all’11,1% del 2021).

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