Olimpiadi dell’autista: fatti, non parole
di Gianluca celentano, conducente bus È il maggio del 2021, l’ultimo mese in cui sono di supporto alle linee del trasporto pubblico locale a Verona: mi trovo in sosta vicino allo stadio con un collega della mia stessa società, la Caldana International. Dopo qualche giro di linea nell’incantevole panorama delle campagne veronesi, è consuetudine fare una […]
di Gianluca celentano, conducente bus
È il maggio del 2021, l’ultimo mese in cui sono di supporto alle linee del trasporto pubblico locale a Verona: mi trovo in sosta vicino allo stadio con un collega della mia stessa società, la Caldana International. Dopo qualche giro di linea nell’incantevole panorama delle campagne veronesi, è consuetudine fare una sosta di qualche ora, generalmente – non ridete – al cimitero. Tuttavia, essendo gli ultimi giorni di supporto, lo stadio rappresenta la località più economica per molti vettori.
Con la U.S. Army
Io e Carlo, un autista di Vicenza, siamo seduti su una panchina a chiacchierare: lui ha circa sessant’anni, è molto esperto, brillante e soprattutto gli piace lavorare bene essendo un ex titolare di un autoservizio. Fra le sue esperienze c’è il collegamento shuttle per Camp Ederle, la base militare degli Stati Uniti situata a Vicenza. All’interno è ospitata la 173a Airborne Brigade Combat, una brigata di paracadutisti che si divide con altri battaglioni di stanza in Germania. È molto fiero di quel servizio e la sua esperienza militare risale alla leva, quand’era carabiniere a Torino.
Mi racconta che la sua società aveva stretto degli accordi per trasferire in Germania i soldati statunitensi e viceversa. Viaggiava con un double decker e un rimorchio con all’interno le armi automatiche e semi automatiche. Fino al confine viaggiava con la scorta dei Carabinieri, poi, oltre confine, la competenza era delle altre polizie, austriaca e tedesca.
Un’idea eccentrica ma utile
Proprio su quella panchina, dopo aver discusso anche sulla carenza di conducenti e di altre problematiche, Carlo mi confida un’idea per incrementare la motivazione e avvicinare i giovani alla professione di conducente professionale. Premette che non l’ha mai detto a nessuno per timore di essere preso per matto. Con me però, si lascia andare.
Mi spiega che sarebbe interessante organizzare una grande fiera per ospitare “le olimpiadi dell’autista”. Gli chiedo di cosa si tratta, e lui mi espone la sua idea.
Professionisti in gara?
Oltre agli stand ricchi di novità, bus e gadget, Carlo vorrebbe un grande piazzale appositamente allestito per eseguire delle prove di manovra con diverse tipologie di autobus: retromarce anche con rimorchio, svolte al millimetro, intuizione sulla scelta migliore di spostamento e non solo. L’idea affronta anche gli aspetti basilari della guida sicura su fondo a bassa aderenza, il controsterzo, la posizione di guida e il montaggio delle catene da neve. Un’iniziativa capace di premiare e allo stesso tempo far scuola agli autisti meno esperti. Infatti, stando al progetto di Carlo, lui vorrebbe inserire anche delle prove di topografia e orientamento, abilità organizzativa e lingua inglese. Insomma, un’idea molto interessante che ha bisogno di investimenti per il futuro del lavoro, anche se credo che qualcosa di simile sia già stato fatto.
Lealtà fra vettori
Il problema è la meritocrazia, comprendo dalle sue parole. Infatti, l’idea dovrebbe riguardare tutte le società, grandi, medie, piccole e individuali, e non per forza solo i grandi nomi che generalmente vincono sempre. È una questione di individualità del professionista: c’è il più abile e il meno abile, inutile negarlo, e questi sono distribuiti ovunque.
Un po’ come avviene con gli amici camionisti durante i loro folcloristici raduni, servirebbero dei momenti di sana competizione e relax fra conducenti di autobus, anche per andar oltre al posto di guida e conoscerci meglio. Magari con uno stand per le offerte di lavoro in base alle proprie necessità e, perché no, la spiegazione di un viaggio sicuro alle scolaresche presenti, magari catturate dalle acrobatiche manovre dei bus sul piazzale. Con la pandemia siamo riusciti a costruire un cuore e un albero di Natale con centinaia di bus, quindi non credo sia impossibile realizzare l’idea di Carlo.