di Gianluca Celentano, conducente bus

Basta allontanarsi dalle grandi metropoli per incontrare ambienti lavorativi più rilassati e favorevoli, in particolare per chi, come noi, guida gli autobus. È il caso di Bergamo e della sua provincia dove, nonostante si registrino fenomeni di microcriminalità, i migliori rapporti sociali e la disponibilità della popolazione sono subito percepiti da chi proviene da città più caotiche. Questa condizione influenza anche il modo di lavorare, riducendo lo stress e aumentando la propensione a rispettare le regole.

Piacevole e familiare

Ho voluto visitare un’azienda simbolo del capoluogo orobico, che ogni giorno sposta migliaia di cittadini: ATB Bergamo. L’ingresso ufficiale è in via Gleno 13, ma per il servizio mi fanno parcheggiare nella via laterale adiacente alla carraia, dove entrano ed escono i bus rossi e gialli, colorazione caratteristica di ATB. Ad aspettarmi c’è un collega, Sebastian, in compagnia di Lucia, l’addetta alle comunicazioni per ATB. Tra le prime notizie, dopo un caffè in una sorta di vero e proprio bar interno, ci sono gli importanti investimenti che proseguiranno nella trasformazione della mobilità di Bergamo. Si tratta di una quota del PNRR destinata alla mobilità e alla transizione ecologica, all’urbanistica – gestita anche da società collegate ad ATB – e alla riqualificazione del territorio e delle infrastrutture. Si parla di 380 milioni di euro per i fondi destinati alla provincia di Bergamo, mentre 80 milioni sono destinati alla realizzazione della e-BRT, la corsia preferenziale per i bus esclusivamente elettrici che collegheranno i 30 chilometri fra Bergamo e Verdello.

In azienda si salutano tutti fra autisti e parte amministrativa; insomma una realtà che appare familiare e garbata in un contesto che trasmette subito grande efficienza.

ATB e la carenza di autisti

La problematica è sentita anche qui, complici anche (o soprattutto) le retribuzioni che risentono dell’inflazione. Tuttavia, l’azienda è corsa ai ripari con strategie proprie e fondi dedicati, iniziative che forse stanno facendo scuola nel comparto. Un sindacalista mi racconta che una decina di anni fa ai concorsi giungevano anche ottocento domande per pochi posti; oggi siamo nell’ordine di un’ottantina. Devo ammettere di aver partecipato anch’io due anni fa senza fortuna e, qualche altro collega, ha espresso scetticismo sulla selezione ai quiz. Del resto, un posto in questa azienda rappresentava e tuttora rappresenta una garanzia; oggi, però, non sono infrequenti anche qui casi di job hopping.

Potrebbe interessarti

Autisti che cambiano mestiere: si chiama job hopping

di Gianluca Celentano, conducente bus Quando inizi a fare l’autista di autobus difficilmente sarai ispirato a cambiare completamente professione. Ma è ancora realistico questo stato delle cose? La verità è no! A rimanere sul volante magari in tutti i suoi rami specialistici, sono soprattutto gli anz…

In ATB, mi spiega Sebastian, oggi si parla di un concreto investimento sul personale, offrendo delle plurimansioni – una sorta di strada per avanzare nella carriera – che abbracciano attività di controllo titoli, gestione delle funicolari, tra cui quella di San Pellegrino, e attività amministrative connesse alla società. Un responsabile della Cisl mi spiega che il riconoscimento del parametro autoferro 158 è ottenuto dimostrando almeno otto anni di esperienza nel trasporto pubblico locale negli ultimi 15 anni. Dopo due anni retribuiti al 158 con la contrattazione nazionale, si passa alla “produttività piena” (un contratto di secondo livello) che, senza l’esonero contributivo, ammonta a 1600 euro netti senza straordinari.

I bus elettrici

Con un totale di circa 270 conducenti e una cifra simile per le altre attività del gruppo ATB, il parco mezzi conta 150 bus, con alimentazione a gasolio, ibrida e sempre più full electric. Interessante il nuovo sistema di ricarica chiamato “con il filo che scende” e ancor più la guida dei moderni autobus elettrici coadiuvata dai sistemi di sicurezza Adas.
Il bus in questione è uno Yutong, ma negli stalli al coperto ci sono diversi Man e Solaris. Il posto guida non conquista molto lo sguardo rispetto a un Citaro; semmai sono le prestazioni a essere assolutamente nuove per me. Pare siano stati depotenziati perché originariamente l’elevata coppia creava imbarazzo e qualche “sgommata”. Il bus elettrico è silenzioso, progressivo, maneggevole – il passo è corto – e chiedo perché il cambio abbia, oltre alla R-N-D, anche la posizione L, cioè Low. Serve per limitare la velocità ai 30 Km/h, mi viene risposto, ma credo che in realtà attivi anche un epiciclo per una riduzione e incremento di coppia in salita. Ammetto che nel breve giro dove il tempo è volato, mi sono anche divertito. Un aspetto da non trascurare è la sostituzione delle batterie, che avrebbero una vita media di 5-6 anni per 150 km di autonomia. Un altro sindacalista incontrato durante la visita mi pone il problema dei costi per lo smaltimento delle batterie, che avverrebbe fuori dall’Italia e a carico dell’azienda. Tuttavia, mi viene spiegato che per ora, già all’acquisto del bus, esiste un contratto “full service”, il quale per un lungo lasso di tempo (probabilmente 10 anni), provvede alla sostituzione e manutenzione delle batterie.

Sala operativa e relax

Interessante è “l’ottagono”, ossia una sala operativa (S.O.) che, vista la sua collocazione centrale, ha lo sguardo a tutto campo nel deposito e sul territorio bergamasco. Ogni bus geolocalizzato è un puntino colorato sullo schermo e contiene utili informazioni sulle tempistiche inerenti il servizio e le problematiche. L’incaricato in S.O. è molto competente e si fa notare per la sua lunga, folta barba; credo sia anche lui un “capo” e incute un po’ di soggezione.

Sulla strada gli autisti non sono mai soli e vigilanza e forze dell’ordine, sono prontamente allertate al primo segnale di emergenza lanciato dall’autista. Nella sala relax oltre alla macchinette del caffè si attende il proprio turno o si scambia qualche parola. Qualche collega non gradisce la mia presenza né tanto meno quella della telecamera e mi allontana, altri invece hanno desiderio di raccontare e contribuire a migliorare e aggiornare l’immagine per troppi anni sconosciuta dell’autista.
La mensa, dove si alternano colleghi prima o dopo il turno e le altre figure dell’amministrazione aziendale, è ben allestita e aperta dalle 11.

Sulla preferenza dei conducenti fra motore endotermico o elettrico, vi rimando al video.

In primo piano

Mercedes eCitaro Fuel Cell, l’idrogeno per un’autonomia…alle Stelle

Il lancio ufficiale è arrivato alle porte dell’estate 2023, quando Daimler Buses scelse il palcoscenico del Summit UITP di Barcellona per la premiere mondiale del suo primo autobus a idrogeno, il Mercedes eCitaro Fuel Cell, in versione articolata da 18 metri. Si tratta di fatto di un’evoluzione dell...

Articoli correlati

Fiat Iveco 421A, quando il bus diventa leggenda

Tra i numerosi autobus che ho guidato nel mio percorso con il trasporto pubblico locale, ce n’è uno che rimane particolarmente impresso nei miei ricordi: il Fiat Iveco 421A, seppur anche con l’U-Effeuno ci siano ricordi interessanti. Non posso dimenticare quei lunghi tragitti da Lambrate a Piazza Sa...