Oggi, soprattutto nelle grandi città, sembra che l’aggressività e la tensione tra le persone stiano aumentando. Chi guida un autobus, sia nel trasporto pubblico locale che nel noleggio, lo vede ogni giorno: litigi per un posto a sedere, nervosismo ai semafori, reazioni esagerate per piccoli ritardi. Ma cosa sta succedendo davvero?

A scriverci è Salvatore Russo, autista del trasporto pubblico locale da 10 anni e da molto tempo impegnato in politica. Russo trova superfluo concentrarsi su singole aziende di autoservizi, poiché il problema della sicurezza e delle condizioni lavorative per i conducenti è ormai un tema che riguarda l’intero Paese. La sua analisi è chiara e diretta: “La situazione attuale ha bisogno di cambiamenti significativi e di un impegno che non dipenda da appartenenze politiche, ma che miri a valorizzare il lavoro e a migliorare le condizioni di sicurezza“.

È davvero aumentata la violenza?

Ogni giorno i media riportano episodi di aggressione contro conducenti e passeggeri, creando l’impressione che la violenza sia in aumento e che prendere il bus sia diventato pericoloso. La realtà però è più complessa. Certo, gli episodi di violenza esistono, ma spesso è la percezione che li amplifica, facendoci credere che siano più frequenti di quanto non siano in realtà. Secondo un rapporto del Ministero dell’Interno, nel 2022 sono aumentati alcuni reati, come furti (+17,3%), estorsioni (+14,4%) e rapine (+14,2%), ma è importante notare che la percezione della criminalità, influenzata dalla copertura mediatica, non sempre riflette fedelmente i dati concreti.

Stress e vita frenetica

Chi guida un autobus lo sa bene: traffico congestionato, orari serrati, passeggeri sempre più impazienti. Questo contesto, combinato con l’incertezza economica e la fatica quotidiana, fa crescere lo stress, che a sua volta si trasforma in rabbia, spesso indirizzata contro chi sta al volante.

La società è sempre più polarizzata, e basta poco per scatenare una discussione: uno sguardo, un ritardo, una parola fuori posto. Sui social network ormai si insultano senza filtri, e purtroppo questa abitudine si riflette anche nella vita reale. I conducenti si trovano spesso a dover gestire tensioni tra passeggeri, richieste insistenti e, in alcuni casi, vere e proprie minacce. Il fenomeno della “road rage”, ovvero della rabbia stradale è un fenomeno ben documentato che mostra come i conflitti sulla strada possano degenerare rapidamente.

Meno regole e rispetto?

Un tempo c’era maggiore rispetto per chi lavorava su strada. Oggi, invece, molti utenti vedono l’autista come un ostacolo da superare, non come un incaricato del servizio da rispettare. Un conducente di bus deve costantemente mediare tra chi pretende di scendere fuori fermata, chi si lamenta degli orari e chi si innervosisce per il traffico. Ma a volte dimentichiamo che anche il conducente è un lavoratore, con orari da rispettare e regole da seguire. Eppure, basta qualche minuto di ritardo perché scattino insulti e talvolta aggressioni o danneggiamenti, con gli autisti che sono spesso i primi a subirne le conseguenze.

Sicurezza: percezione e cifre reali

Gli episodi di violenza grave non sono così numerosi come sembrano, ma la verità è che c’è un aumento degli episodi di conflitto quotidiano: insulti, spinte, gesti di rabbia. Questo crea una sensazione di insicurezza, che colpisce tanto i passeggeri quanto gli autisti. Secondo le statistiche Istat, la percezione del rischio di criminalità è in costante aumento, con il 33,9% della popolazione sopra i 14 anni che ritiene di vivere in una zona a rischio, un incremento di 11,9 punti percentuali rispetto alle rilevazioni precedenti.

di Cristian Guidi

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