Nasce Futura Mobilità: il know – how italiano di tpl e noleggio
(di Gianluca Celentano) Futura Mobilità è un nuovo progetto di mobilità lanciato da un gruppo di imprese del settore trasporti, che si propone di lanciare idee innovative e creare lavoro per giovani autisti.
Futura Mobilità è un nuovo progetto di mobilità lanciato da un gruppo di imprese del settore trasporti. Una delle colonne portanti di questo ambizioso progetto divenuto realtà, è senz’altro la versatilità d’impiego che si offre verso tutta la platea di servizi collettivi su gomma. Può apparire pretenzioso, ma non lo è: si tratta piuttosto di valorizzare il know-how aziendale privato come metodo, con regole basilari condivise in ambito nazionale. Quest’ultimo aspetto, in particolare, molto atteso nel comparto del noleggio.
Come nasce il progetto Futura Mobilità
Già da diversi anni, la competizione sul mercato tra le piccole e medie imprese di noleggio stava assumendo aspetti economicamente sempre più ostici e drammatici, a cui si aggiungeva una sorta di “vuoto etico” controproducente. La pandemia poi, ha obbligato ad abbandonare quella risicata fetta di mercato che faceva capo a ogni vettore, imponendo successivamente, nel post-Covid, una grande flessibilità operativa ma soprattutto mentale. Ma nel cassetto di cinque vettori c’era un progetto per un deciso rilancio del comparto: Futura Mobilità srl, una realtà che appare apprezzata ed efficiente.
Futura Mobilità, idee nuove e lavoro per gli autisti
Alessandro Facchinetti, Direttore dell’omonima azienda e firmatario del comunicato, cita Charles Darwin per riassumere la missione di Futura Mobilità: “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento“.
È infatti emersa molto chiaramente la necessità di trovare imprese con idee e risorse nuove e capaci di mettersi in gioco, ma soprattutto che gravitassero attorno a un’indiscussa esperienza nel settore NCC e TPL. Gli attori iniziali che hanno condiviso il progetto da cui è nata Futura Mobilità, realtà priva di soggettività giuridica, sono cinque famosi nomi del settore autobus: Autoservizi Facchinetti, Autoservizi Perico, Moretti Bus Service, Eredi Caldana Domenico e Scambus. Ma è bene sottolineare che questa realtà è aperta all’inclusione di altre imprese operanti nel mercato dei servizi di noleggio autobus, TPL, autovetture nonché servizi di mobilità persone e cose, osservando scrupolosamente il concetto di Green e Smart Mobility. Si preannunciano quindi posti di lavoro per i giovani nel settore tpl e noleggio, dove su base volontaria sarà possibile diversificare il servizio.
All’atto della sua costituzione, Futura Mobilità conta una flotta di 100 autobus e 150 autisti e un fatturato conglobato delle aziende costituenti (dato 2019) pari a di 10mln di euro. Oltre ai requisiti tecnici e morali, la storia delle cinque aziende ha sempre ricevuto feedback positivi nella gestione del trasporto pubblico locale e nelle quote in sub-affidamento, grazie al gemellaggio con importanti aziende del settore.
Una realtà tutta italiana, con al centro l’autista
La rete – il termine non è stato usato a caso da Facchinetti – Futura Mobilità ha già ricevuto l’interesse di molti operatori che hanno avanzato richiesta di adesione da diverse regioni d’Italia (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio e Marche). Ma l’obiettivo va ben oltre: arrivare in brevissimo tempo a raggiungere una ramificazione e distribuzione capillare su tutto il territorio. Insomma una realtà che appare connessa al polso della realtà, che si prefigge di riformare e modernizzare il comparto. Anche l’idea di un feedback sui gruppi, o un registro passeggeri (un po’ come avviene in aereo) e non solo verso il gradimento del “povero autista”, è un concetto nuovo che potrebbe avere luce verde. Futura Mobilità Srl si porrà il compito di organizzare e coordinare l’attività di rete tra gli aderenti e, osservando dall’esterno questa realtà, l’idea è quella di trovarsi di fronte a una grande realtà aziendale, seppure, lo preciso, tutte le società aderenti rimangono indipendenti nel loro bacino di specializzazione nel settore. La società è quindi in grado di realizzare convenzioni e servizi anche con enti pubblici, ma anche possedere la sensibilità nell’individuare le nuove richieste di un mercato in rapida mutazione ed esigente.
Cittadini amici degli autisti
Senza neppure rendermene conto, e senza saperlo, sono diventato testimone come conducente, lavorando per uno di questi primi cinque vettori che abbracciano un nuovo e apprezzato sistema di mobilità, nel mio caso il TPL. Dopo diverse candidature per tornare nel mondo del tpl, alle quali non ho ricevuto neppure una riscontro di cortesia (ringrazio profondamente), a titolo emergenziale mi sono trovato a sostituire le linee del tpl con gli autobus di gran turismo. Ammetto che la guida di un autobus da turismo su una linea tpl, seppur “strana” mi ha sempre incuriosito, ma il gestore ha creduto in me e il primo feedback positivo (per me il più importante) è arrivato proprio dalla cittadinanza servita dal collegamento. Lavoro, seppur provvisoriamente, in un quartiere periferico con ampi margini di disagio, tali da imporre una relazione e una collaborazione mirata con la tipologia di utenza. Nel giro di qualche mese a parte evidenti tensioni e qualche danno all’interno dei bus, sono diventato per i cittadini di questo comune “Gianluca”, un riferimento, ma soprattutto una persona prima che un autista. Non mancherò di raccontarvi curiosi aneddoti e avventure, ma prima di concludere vi parlo di Aziz, autista italo marocchino e Marian, autista e meccanico. Aziz è una simpaticissima mascotte della linea, è assolutamente preciso, tant’è che è soprannominato lo svizzero. Lui durante il lavoro si sente la responsabilità di un ambasciatore (parole sue) e quando un passeggero sale sul bus nella direzione sbagliata, alla prima fermata in coincidenza, ti suona per farlo tornare indietro. Poi c’è il non plus ultra, Marian, un giovane italo albanese con anni di esperienza su camion e officine. Non chiedetemi come, ma nel giro di soli 30 minuti e approfittando di una pausa, ha programmato la riparazione infilando le mani in punti nascosti del motore risolvendomi un importante perdita.
Articolo di Gianluca Celentano (conducente bus)