Motus-E: DL Rilancio? Un ritorno al passato e uno stop alla transizione elettrica
«Non siamo degli ambientalisti da salotto, capiamo le esigenze dei cittadini italiani. Ma cancellare un programma come quello del Piano Strategico Nazionale per la Mobilità sostenibile è pericoloso. Qui stiamo buttando via il bambino e ci teniamo l’acqua sporca». A dirlo è Dino Marcozzi, Segretario Generale di MOTUS-E, l’associazione italiana nata per favorire la transizione […]
«Non siamo degli ambientalisti da salotto, capiamo le esigenze dei cittadini italiani. Ma cancellare un programma come quello del Piano Strategico Nazionale per la Mobilità sostenibile è pericoloso. Qui stiamo buttando via il bambino e ci teniamo l’acqua sporca». A dirlo è Dino Marcozzi, Segretario Generale di MOTUS-E, l’associazione italiana nata per favorire la transizione del settore nazionale dei trasporti. «Non sono si mette la parola fine alla transizione energetica nel campo del tpl, il Governo ha cancellato anche il finanziamento per le biciclette elettriche e tutto un sistema a supporto di una mobilità sostenibile»
Motus-E, in questo Dl non un accenno alla sostenibilità
«La bozza che abbiamo letto in questi giorni sconfessa il decreto ministeriale con cui, solo due mesi fa, si erano destinati 2,2 miliardi di euro al rinnovo “sostenibile” dei mezzi pubblici cittadini e anche il decreto ministeriale con cui si erano stanziati 398 milioni di euro a favore dei Comuni che nel biennio 2018-2019 hanno registrato alti livelli di pm10 e biossido di azoto». continua Marcozzi che è convinto su questo provvedimento distrae «i fondi destinati dal piano nazionale per il rinnovo delle flotte in base a precisi criteri di sostenibilità ambientale».
Motus-E, così il tpl torna indietro
«Pur comprendendo le esigenze di maggiore flessibilità per aziende ed Enti Locali», si legge in una nota di Motus-E, «la scelta non è condivisibile. La stessa ASSTRA, nel suo Quaderno sulla gestione della fase 2 e 3 post COVID-19, non solo non richiede un acquisto urgente di mezzi diesel, ma anzi evidenzia come “la produzione di mezzi richiederebbe tempi variabili che vanno dai 18 ai 36 mesi”. Quindi, se l’approvvigionamento in tempi brevi di nuovi mezzi non è né auspicato né ritenuto fattibile, non sussistono ragioni sufficienti per modificare le scelte strategiche già previste dal piano decennale».
Secondo Motus-E nella bozze che stanno circolando del c.d. “Decreto Rilancio”, vi sono alcune proposte normative che prevedono la sospensione del vincolo di utilizzo al cofinanziamento per le alimentazioni alternative previsto dal Piano Strategico Nazionale per la Mobilità sostenibile fino al 2024, lasciando di fatto liberi gli operatori di scegliere qualsiasi motorizzazione per le flotte bus, anche quelle più inquinanti. Ciò sarebbe giustificato dalla necessità di acquistare con urgenza nuovi mezzi per far fronte alla diminuzione della portata dei veicoli a causa delle precauzioni anti contagio.
Motus-E, l’ambiente non è un optional
«Paradossalmente, la crisi che stiamo vivendo può essere trasformata in una straordinaria occasione per far ripartire il settore dei trasporti pubblici in maniera diversa da prima. L’emergenza sanitaria non può comportare come conseguenza la deroga agli obiettivi di transizione energetica definiti dalla pianificazione e regolamentazione comunitaria e nazionale». Secondo Motus-E in un momento in cui gli Enti Locali ora devono far fronte a spese ingenti derivanti dalla crisi, le trazioni elettriche sono quelle che – in un calcolo a vita intera del bene – potrebbero consentire una consistente riduzione di costi per le Amministrazioni, oltre ai benefici ambientali summenzionati. «Ciò che chiediamo, quindi, come associazione di riferimento per la mobilità elettrica in Italia, è che il trasporto pubblico possa continuare a viaggiare nella direzione dell’elettrico, solcando la stessa coraggiosa e lodevole traccia segnata con il decreto ministeriale di gennaio».
Sempre Motus-E sottolinea c