Mobility Innovation Tour, i pro e contro dell’elettrico a Trieste
Il Mobility Innovation Tour 2019 parte in quarta. Oltre un centinaio i presenti questo lunedì nella splendida cornice della sala Generali della Mib School of Management di Trieste, per una giornata di convegno che ha visto gli interventi di Trieste Trasporti, Arriva Italia, Saf Udine, Ctm Cagliari, Iveco e Scania. GLI ATTI DEL CONVEGNO SONO […]
Il Mobility Innovation Tour 2019 parte in quarta. Oltre un centinaio i presenti questo lunedì nella splendida cornice della sala Generali della Mib School of Management di Trieste, per una giornata di convegno che ha visto gli interventi di Trieste Trasporti, Arriva Italia, Saf Udine, Ctm Cagliari, Iveco e Scania.
GLI ATTI DEL CONVEGNO SONO SCARICABILI IN FONDO ALL’ARTICOLO
Il fil rouge della giornata? Le ricette di sostenibilità, con il tema della transizione all’elettrico sviscerato sotto diverse angolazioni. Numerosi anche gli spunti in ambito di gestione dei big data e di intermodalità, sotto la lente dell’amministrazione triestina coinvolta nel progetto europeo di integrazione porto – città Civitas Portis.
AGGIORNAMENTO
dal 1 gennaio 2020 il Mobility Innovation Tour ha un sito dedicato,
raggiungibile al seguente link: https://www.mobilityinnovationtour.com
Il caso virtuoso di Trieste Trasporti al Mobility Innovation Tour
L’edizione 2018 del Mobility Innovation Tour si è chiusa a Roma con Cotral, dopo aver transitato per Milano, Firenze, Torino e Bologna. Il 2019 si è aperto nell’estremo nord est italiano con il convegno “Innovare per integrare. Il tpl è un valore aggiunto. A Trieste”, che ha visto tra i partner il Comune e l’università degli studi di Trieste, oltre naturalmente all’azienda di trasporto pubblico Trieste Trasporti, forte del parco autobus più giovane d’Italia e tra i più moderni d’Europa (4,2 anni contro i 12,2 della media italiana). L’anzianità media a livello europeo è di 7 anni. Il caso triestino si configura quindi come un esempio virtuoso a livello continentale, anche per il connubio pubblico – privato che mostra qui il suo lato migliore mettendo a fattor comune esperienze e competenze, col risultato di aumentare la qualità del servizio di mobilità. Trieste Trasporti, infatti, è un’azienda composta da un azionariato a maggioranza pubblica (circa il 60 per cento) e con una presenza importante, circa il 40 per cento, di Arriva Italia.
Trieste è la terza città d’Italia per uso del tpl
Il convegno è stato aperto dall’assessore comunale a Città, Territorio, Urbanistica e Ambiente Luisa Polli, che ha sottolineato l’impegno posto dal comune di Trieste alla tematica e alla valorizzazione del trasporto pubblico.
Aniello Semplice, amministratore delegato di Trieste Trasporti, ha fatto notare in apertura di appuntamento che «ogni giorno trasportiamo 150-160mila persone. Rapportate sull’anno, arriviamo a 65 milioni di viaggi. Un dato che, rapportato a un bacino di 200mila abitanti, fornisce il seguente risultato: 300 viaggi a persona. Trieste, in questo, è la terza città d’Italia, dopo Milano e Roma, le quali però godono di grossi flussi da fuori. Vuol dire che la città apprezza i nostri servizi».
Arriva Italia: per l’elettrico servono infrastrutture
La transizione energetica ha un costo. Secondo le proiezioni Asstra, vincolare le risorse all’acquisto di mezzi ad alimentazione alternativa significherebbe compromettere il ringiovanimento del parco autobus. Davanti alla platea triestina è intervenuto Angelo Costa, amministratore delegato di Arriva Italia: «a livello italiano si parla troppo spesso di autobus elettrici, di quando compriamo il prossimo autobus elettrico, dimenticando il punto di partenza dell’analisi: l’aspetto infrastrutturale. Prima di pensare quale mezzo acquistare, va fatta un’analisi attenta del fabbisogno e dei profili di servizio. Tra operatore ed ente locale è necessaria una cooperazione forte». Tra le 9 aziende italiane del gruppo Arriva, ha sottolineato Costa, SAF Udine è pioniera nella transizione da diesel a carburanti più sostenibili; l’azienda ha una flotta molto ecologica, arricchita dalla presenza di 55 bus a Metano che impattano per un totale di 15% sulla flotta.
Ctm Cagliari, pioniera del filobus a batteria
Quella dell’elettrico è tuttavia la scelta di Ctm Cagliari (un’azienda da 12.500.000 km percorsi in un anno), che ha preso parte al progetto Zeeus firmato Uitp, nell’ambito del quale Cagliari è stata scelta per testare nuovi filobus 100% elettrici. I test hanno verificato parametri quali consumi, tempi di ricarica manutenzione, emissioni, rumorosità e velocità commerciale in comparazione con le performance di filobus con motogeneratore diesel e autobus Euro 5 diesel. Oggi la flotta di Ctm prevede 32 filobus, di cui 6 full electric. L’età media complessiva della flotta bus è di 8,6 anni, quella del parco filobus di 4,8 anni: questi i dati snocciolati dal direttore generale Roberto Murru. «Il consumo energetico dei filobus a batteria è risultato molto inferiore rispetto a quello degli autobus e dei filobus tradizionali di riferimento. Sulla base dei sondaggi effettuati, i passeggeri hanno mostrato un elevato livello di apprezzamento del progetto ZeEUS e dei filobus a batteria», ha spiegato Murru. Nel breve termine Ctm Cagliari manderà a gara 58 autobus, 15 dei quali ibridi o elettrici.
Iveco, ci sono le risorse per svecchiare il parco
Massimo Santori di Cnh Industrial ha fatto notare come «A partire dai Fondi Investimenti TPL 2015-2019, in Italia si verifica un importante salto di qualità per le risorse destinate agli investimenti per il rinnovo del parco autobus TPL. Per i prossimi 15 anni, saranno impegnati circa 7 miliardi di Euro per il rinnovo del parco autobus TPL, di cui almeno il 25% per mezzi ad alimentazione alternativa. Se tali risorse saranno spese correttamente e tempestivamente, l’età media del parco autobus TPL potrà passare da un’anzianità media di 11,5 anni degli autobus urbani e 12,2 anni degli autobus interurbani ad un’anzianità media prossima a quella UE, pari a circa 7 anni».
La sostenibilità fuori dal centro, secondo Scania
In chiusura, Roberto Caldini, responsabile bus & coach di Italscania, ha puntato l’attenzione sul tema della transizione alle alimentazioni alternative nelle tratte suburbane e della sostenibilità del mezzo sul ciclo di vita. In un mondo che procede ad ampie falcate verso un urbanizzazione sempre più spinta, ha sottolineato Caldini, la maggiore quantità di emissioni di CO2 e consumo di carburante sono fuori dal centro città». Un ambito in cui Scania è pioniera di soluzioni ad Lng: i primi interurbani a gas naturale liquefatto in tutta Europa saranno consegnati a Bologna entro fine anno.