Il ministero dei Trasporti erogherà 398 milioni di euro a 38 Comuni italiani per rinnovare il parco autobus. Lo annuncia una nota del Mit in cui si precisa che dopo aver acquisito il parere favorevole dalla Conferenza Stato Regioni, la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha firmato il decreto interministeriale, proposto dalla stessa, che prevede l’erogazione, nel quinquennio 2019-2023, di 398 milioni di euro a favore dei Comuni che nel biennio 2018-2019 hanno registrato i più alti livelli di inquinamento PM10 e biossido di azoto.

Mit, 398 milioni ai Comuni per rinnovare il parco autobus

Si tratta, si legge nella nota del ministero, di un importante passo nell’attuazione del Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile che per la prima volta finanzia direttamente i Comuni per rinnovare il parco autobus e di conseguenza acquisire materiale rotabile ad alimentazione elettrica, a metano e a idrogeno. Lo scopo è quello di svecchiare i parchi mezzi e di promuovere il miglioramento della qualità dell’aria nelle nostre città, spiega ancora il MiT, “ma soprattutto, in questa situazione di crisi economica finanziaria conseguente all’epidemia in corso, di dare una iniezione significativa di risorse ai territori per sostenere le aziende del Tpl locali e per rilanciare la filiera industriale di produzione degli autobus”

Mercato autobus Italia 2019,,rinnovare il parco autobus

Il mercato autobus Italia 2019 si chiuso attorno alle 3.300 unità cioè una manciata di unità in meno rispetto all’anno scorso. Nulla di male visto che il 2018 si era chiuso con un incremento del 48 per cento rispetto al ’17.

Mercato autobus Italia 2019

Mercato autobus Italia 2019, i numeri

Il mercato autobus Italia 2019 sopra le 8 tonnellate è stato condizionato dalla gara Consip che, tra mille resistenze e giuste proteste, ha messo in campo una cosa come 1.600 macchine. E non è poco visto che la media di età del parco circolante è (finalmente) diminuita. La ricca torta della gara Consip è stata divisa tra Industria Italiana Autobus (market leader dei Classe I) e Iveco Bus che infatti nei Classe II non ha rivali.

Leader del mercato Classe III è il gruppo Evobus che pur soffrendo di un avvio lento dovuto a ben noti problemi di immatricolazione supera quota 300 unità. Il gruppo MAN non resta a guardare e le 175 unita (sommando MAN e Neoplan) sono un bel bottino che vale il 20 per cento di quota. Gran bel risultato anche per Irizar sopra le 100 unità e per Iveco che con un Magelys dato già in ‘phase out’ sfiora le 140 unità.

Tirano un po’ il freno Volvo e Vdl. La prima per l’entrata tardiva sul mercato dei modelli della nuova gamma mentre Vdl ‘paga’ un 2018 con i fiocchi. A soffrire anche Van Hool un po’ per mancanza di macchine pronte e po’ per la ciclicità di alcune grandi commesse che nel 2019 sono mancate.

Mercato autobus Italia 2019, i Classe II

Sul mercato dei Classe II, come già accennato, Iveco Bus guida il gruppo piazzando quasi 600 macchine. Ad anni luce di distanza il secondo classificato, Evobus, che veleggia intorno alle 160. Per Solaris gli intercity sono 50 mentre MAN supera di poco le 40. Brinda anche Scania che grazie anche agli LNG di Bologna chiude l’anno con più di 90 unità immatricolate delle quali 50 in Classe II. Ma il vero exploit è quello di Otokar che di Classe II ne ha venduti ben 52.

Per quanto riguarda gli urbani Industria Italiana Autobus vince a mani basse la partita superando le 500 unità (tutte Consip), Evobus punta le 350 mentre Iveco Bus chiude a 220. Una sostanziale parità tra Scania e Solaris (circa 35) mentre MAN si è fermata a 30 unità. In questa fascia si sono affermati gli ibridi mild (Mercedes per ora apre il gruppo) anche se il diesel riesce ancora a ritagliarsi quote di mercato significative.

iveco urbanway full hybrid

Come abbiamo già detto il mercato autobus Italia 2019 è fortemente condizionato dalla gara Consip. Un frase, quest’ultima, che da un certo punto di vista non ha grande senso. Sarebbe come dire che il mercato dei Classe II negli ultimi anni è stato condizionato dalle gare di Cotrap e Cotral. Certamente, sono le gare stesse che condizionano il mercato e aumentano i volumi e soprattutto cambiano gli assetti sul piano delle relazioni tra i vari costruttori. E Consip, nel bene o nel male (secondo me più la prima), è uno strumento con cui il settore si dovrà confrontare anche in futuro. La gara centralizzata, con tutti gli errori di gioventù che sappiamo bene, ha avuto l’innegabile merito di aver messo in servizio centinaia di autobus e di abbassare di conseguenza l’età media del parco circolante. Gara, quella di Consip, che quasi sicuramente sarà riproposta anche nel 2020.

Rinnovare il parco autobus, ecco i programmi per il 2020

Consip ha infatti in canna gare per circa 1.800 pezzi. La prima gara, che contiene diversi lotti per misura e tipologia di propulsione, conta 800 autobus Classe II e III. Mentre il secondo tender è per Classe I  e conta al suo interno 1.000 pezzi. Di tutti questi autobus 750 intercity dovrebbero essere quelli più sicuri. La gara avrà sicuramente caratteristiche diverse da quella precedente assecondando così le richieste dei vari costruttori (l’esercente dovrà, per esempio, versare il 30 per cento di anticipo sul prezzo) e le richieste delle aziende di trasporto che non saranno più vincolate ad acquistare tramite Consip ma libere di pubblicare una propria gara di acquisto.

Mercato autobus Italia 2020, ecco le gare

Oltre a Consip si attendono altre gare molto importanti. In Arst Sardegna è già tutto pronto per un primo tender da 100 (che diventeranno 500) Classe II e una manciata di Classe I. Anche la Puglia non vorrà essere da meno e, se tutto passerà alla firma, l’ordine è quello di acquistare 600 veicoli. Anche in questo caso i Classe II dovrebbero fare la voce grossa anche se città come Bari utilizzeranno questa tornata di finanziamenti per fare una buona ‘scorta’ di urbani.

Gli occhi sono puntati anche sull’Emilia Romagna dove Tper sarà la capofila per un tender da 443 pezzi mentre nel Lazio sembrerebbe che Cotral abbia già la penna in pugno per firmare il completamento del contratto con Solaris (altri 200 Classe II Normal floor) e con Iveco (altri 100 Classe II Low entry).

E poi c’è la Toscana dove ‘ballano’ 250 MAN urbani e 250 Urbanway di casa Iveco Bus. I 500 autobus di cui sopra sono stati di fatto garantiti dal pronunciamento del Consiglio di Stato del 11 dicembre scorso. Tutto pronto anche in Abruzzo (qui gli autobus sono ‘solo’ 61) mentre non è ancora chiara la situazione in Piemonte.

A parte la solita Atm Milano le altre aziende lombarde sono un po’ tutte alla finestra in attesa delle gare di servizio. Stessa cosa per alcune aziende venete (tranne Venezia pronta con un tender per autobus a gas) mentre Roma, tanto per ritornare in centro Italia, sarebbe intenzionata ad attingere al 6/5 della gara Consip e rilanciare con 200 bus Classe I. A completare questo quadro ci sono i 500 autobus della Campania (Acamir) dei quali un centinaio sono già stati aggiudicati ad Iveco, mentre il gruppo Arriva e Busitalia sicuramente metteranno mano al portafogli per rinnovare la propria flotta.

Il mercato, ecco come si evolve

Tutto questo pacchetto pesa, a spanne, una cosa come, 4.000-4.500 autobus a cui si dovrebbero sommare i circa 800-900 Classe III che non sono finanziati. Un mercato difficilmente digeribile per uno stomaco così fragile come quello italiano. Bene, il mercato c’è e ci sarà. Ma che tipologia di mezzi saranno acquistati? E dove sono gli autobus elettrici? Nel 2019, per esempio, sono stati immatricolati una trentina di bus elettrici, cioè meno rispetto al 2018. L’anno prossimo entreranno quelli di Milano (Solaris), di Venezia (Solaris), Cagliari (Rampini), quelli di Genova e forse i full electric di Consip. Vedremo. Il mercato che invece corre con il vento in poppa è quello dei filobus e dei mild hybrid. Bene anche il gas. Il metano prende posizione nel suburbano (o “interurbano 1” nella definizione di Bottazzi) mentre nel regionale puro l’opzione LNG ha le carte in regola per fare bene. Oggi c’è solo Scania, Industria Italiana Autobus è pronta mentre Iveco sta studiando una versione per le lunghe percorrenze. Insomma, tanta carne al fuoco per l’anno a venire. Una cosa è certa: la transizione energetica in Italia si farà ed è già iniziata. Meglio qualche bus a basso impatto che obbedire al Regolamento europeo n. 1370, vero? Ma questo sarà il capitolo di un altro intervento.

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