Col Milleproroghe Flixbus a rischio. Anav plaude
Il decreto Milleproroghe, se dovesse diventare definitiva la versione approvata giovedì al Senato, sbarrerebbe la strada alla presenza di Flixbus in Italia. Anav festeggia, il colosso verde fluo ovviamente non ci sta. La conversione in legge del Decreto Legge 30 Dicembre n. 244 (cosiddetto Milleproroghe, appunto) è stato approvato dai senatori. Manca pertanto il passaggio […]
Il decreto Milleproroghe, se dovesse diventare definitiva la versione approvata giovedì al Senato, sbarrerebbe la strada alla presenza di Flixbus in Italia. Anav festeggia, il colosso verde fluo ovviamente non ci sta. La conversione in legge del Decreto Legge 30 Dicembre n. 244 (cosiddetto Milleproroghe, appunto) è stato approvato dai senatori. Manca pertanto il passaggio alla camera. Sta di fatto che la bufera è già in corso.
Solo operatori che svolgono materialmente il trasporto
Un emendamento, approvato in commissione affari costituzionali, prevede un requisito chiave per i soggetti che offrono il servizio di autotrasporto passeggeri in autobus su scala interregionale: essi devono essere «operatori economici la cui attività principale è il trasporto di passeggeri su strada». Non sarà più possibile per i soggetti che non esercitano materialmente il servizio, guidare i raggruppamenti di imprese. Tradotto: Flixbus, che come risaputo fornisce una piattaforma web e, per quanto riguarda il servizio, si appoggia alle imprese partner dei vari paesi, che ci mettono autobus e guidatori, finirebbe fuorilegge.
Anav esulta
Anav, che più d’una volta tramite il presidente Giuseppe Vinella ha preso posizione (anche dalle colonne della nostra rivista) contro la natura «non industriale» di Flixbus, gongola: «Siamo lieti che Governo e Parlamento abbiano manifestato la giusta sensibilità rispetto a un tema così importante, non solo per la nostra categoria ma soprattutto per la serenità degli utenti dei servizi di trasporto a lunga percorrenza, con garanzia di una sempre più ampia qualità, efficacia e sicurezza del trasporto con autobus mediante “mandatari” certi e visibili – dichiara Vinella -. L’aver adeguato la normativa nazionale ai principi comunitari di effettività dello svolgimento del servizio di trasporto, anche nell’ambito dei raggruppamenti di imprese, evita il rischio di pericolose procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese e assicura un principio di reale parità tra gli operatori del settore. Ci auguriamo che il proficuo e costruttivo confronto, messo in atto in questo passaggio parlamentare, tra l’associazione di categoria, il Governo e il Parlamento possa proseguire anche in futuro con i medesimi risultati».
Flixbus: «Italia unica in Europa»
Da parte sua, il managing director di Flixbus Andrea Incondi fa presente che il decreto «tenta di cambiare improvvisamente e arbitrariamente i criteri necessari per svolgere i servizi di trasporto di linea mediante autobus, con grave violazione del principio di certezza del diritto. È gravissimo che, caso unico caso in Europa, si cerchi di cambiare in corsa le regole del gioco, forzando peraltro oltre i limiti della legittimità la natura stessa del Milleproroghe, provvedimento che ha il solo fine di prorogare i termini in scadenza e non di modificare norme sostanziali». Non solo: «In tal modo si ledono i principi cardine del nostro ordinamento posti a presidio dell’attività di impresa e del libero gioco concorrenziale per difendere microinteressi particolari, andando in aperta contraddizione con la normativa europea – prosegue Incondi -. Teniamo a sottolineare che il provvedimento non è ancora stato approvato in via definitiva dal Parlamento e il Governo non ha, ad oggi, espresso pareri in merito. Siamo fiduciosi che questa istanza, che riguarda 3 milioni di passeggeri italiani non resterà inascoltata, e che il governo si farà garante della tutela degli investimenti nel nostro paese».