Mezzi pubblici lenti? La ricetta di Torino: tagliare le fermate
Meno sono le fermate, più bus e tram possono correre veloci, diminuendo i tempi di percorrenza per i pendolari. Che però devono fare più strada a piedi per raggiungere le pensiline. Torino pensa alla riorganizzazione del tpl: entro fine anno inizierà la sperimentazione, con una ventina di fermate della linea 4, distanti non più di 300 […]
Meno sono le fermate, più bus e tram possono correre veloci, diminuendo i tempi di percorrenza per i pendolari. Che però devono fare più strada a piedi per raggiungere le pensiline.
Torino pensa alla riorganizzazione del tpl: entro fine anno inizierà la sperimentazione, con una ventina di fermate della linea 4, distanti non più di 300 metri dalla pensilina più vicina, momentaneamente cancellate. Lo ha dichiarato a La Stampa l’assessore alla viabilità Maria Lapietra, dopo aver presentato due giorni fa il piano in consiglio comunale. L’obiettivo è quello di fluidificare il servizio, a partire appunto dalla linea tramviaria 4, che serve 100mila passeggeri al giorno, con la possibilità di estendere poi le “sforbiciate” ad altre corse, anche di autobus. Del resto, velocizzare le tratte significa anche poter ridurre il numero di mezzi (e conducenti) impiegati, a beneficio del bilancio.
Come dimostra uno studio presentato due anni fa da Cristina Pronello, docente di pianificazione dei trasporti al politecnico e fresca di nomina alla guida dell’Agenzia per la mobilità regionale, la distanza tra le fermate della linea 4 torinese è tra le più basse d’Europa: 340 metri, contro una media di 560 metri nelle 32 città del vecchio continente prese in esame dall’indagine. I tram, coi loro 14,8 chilometri all’ora, si aggiudicano la palma di “lumache” d’Europa. Gli autobus viaggiano invece a circa 17 chilometri all’ora. Basterà eliminare qualche stop per invertire – o meglio, accelerare – la rotta?