«Per dare un aiuto concreto ai lavoratori, alla persone con i redditi più bassi e per dare anche un contributo alla lotta per il mutamento climatico», il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha aperto la possibilità di rendere del tutto gratuito il trasporto pubblico a Roma durante l’autunno.

Una proposta che cavalca l’esempio della Spagna, vista la decisione dell’esecutivo di Sanchez di non far pagare i biglietti per per le tratte ferroviarie locali e di media distanza controllate dallo Stato dal primo settembre al 31 dicembre 2022. Una misura resa possibile dal fatto che il governo Sanchez tasserà banche e società energetiche per avere il gettito necessario per coprire i mancati introiti.

Un esperimento simile ha trovato casa anche in Germania, dove pagando appena 9 euro si ottiene un biglietto mensile per i mesi di giugno luglio e agosto, valido su qualsiasi mezzo pubblico sul territorio nazionale a eccezione dell’alta velocità.

Se il primo cittadino della Capitale si dice ottimista sul trovare le risorse necessarie, non è di questo avviso il collega di Milano Beppe Sala e l’ad di Atm, nonché membro del board di Atac, Arrigo Giana: «”Da un punto di vista aziendale, i costi del tpl stanno in piedi perché da una parte c’è il corrispettivo del contratto e dall’altra quello che si incassa dalla vendita dei biglietti. A Milano siamo circa a 50 e 50. Se qualcuno decide che quel 50% diventa zero, all’azienda qualcuno lo deve dare, altrimenti, non si incassa più quella parte e invece di mantenere un difficile pareggio, perdiamo 300-400 milioni di euro. Che è il discorso che ha fatto il sindaco. Il tema vero è ‘chi paga?’».

«Sulla gratuità pura – prosegue Giana – ma questa è una mia opinione personale, non sono d’accordissimo. In Germania, per esempio, hanno fatto 9 euro al mese per 4 mesi, per l’utilizzo di tutto il trasporto tranne l’alta velocità. È vero che noi siamo sotto del 25% e difficilmente torneremo ai valori pre-Covid, è vero che lo shock del Covid ci ha fatto perdere passeggeri, la curva di ricrescita si è un po’ appiattita e facciamo fatica – un giorno siamo a meno 23, un giorno a meno 24 – però ho un po’ la sensazione che si sia arrivati a un plateau della curva»

«Concettualmente, ma è una mia opinione, sono contrario alla gratuità perché fa perdere valore al servizio e lo svilisce. Forse renderlo particolarmente conveniente potrebbe dare una botta per un mese o due mesi. Ma far tornare le persone, in termini di abitudine, a prendere i mezzi pubblici, onestamente, costa tantissimi soldi. Non so – conclude Giana- se qualcuno, a livello nazionale, stia pensando a una manovra del genere, che poi possa essere tradotta nelle principali città, non mi risulta. Tante cose potrebbero essere fatte ma in questo momento vedo una grande tensione».

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