Come abbiamo già riportato, il mercato italiano degli autobus, indipendentemente dal numero di posti, registra un +45,8% con 5.434 immatricolazioni contro le 3.828 del 2022 tra trasporto pubblico locale, regionale, nazionale e noleggio da rimessa (la difformità di volumi rispetto ai dati Anfia è dovuta alle diverse classi di peso analizzate). A rinnovare la flotta è soprattutto il TPL.

L’osservatorio Continental regala informazioni interessanti in termini di distribuzione geografica della crescita. Crescono percentualmente di più Trentino-Alto Adige (+230,8%) e Molise (+184,3%) e Abruzzo (+175%).In assoluto, prima la Lombardia (+762 unità), il Lazio (+647) e il Piemonte (+452). Solo la Valle d’Aosta registra un calo pari al 12,5% dovuto ai 7 bus contro gli 8 venduti nel 2022. 

L’incremento italiano è superiore alla media UE, ferma al +19,4%. In Europa crescono più delle altre Lituania e Cipro, mentre tra i Paesi più grandi i risultati migliori sono quelli di Polonia (+121,9%) e Romania (+106,2%), fa notare Continental.

Continental ha realizzato anche quest’anno l’Osservatorio sui macro-trend del mercato dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone, giunto alla sua quarta edizione. Lo studio fotografa lo stato del settore in Italia nel 2023, dopo un 2022 caratterizzato da un rallentamento seguito alla ripresa post Covid-19, e prova a tracciare la direzione verso la quale questo comparto si sta dirigendo, attraverso l’analisi dei dati sulle immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità, la categoria euro del parco circolante e sull’andamento del traffico in autostrada.

Osservatorio Continental, la fotografia del circolante

Il parco autobus (di tutte le dimensioni) vede una lenta transizione verso le alimentazioni alternative, dovuta essenzialmente ai cambiamenti in atto nelle flotte di TPL urbano e interurbano a breve raggio: la maggioranza del circolante rimane a gasolio (91,1% rispetto al 92,7% del 2021); il metano è al 6,1% contro il 5,4% dell’anno precedente; le quote di elettrico e ibrido diesel raggiungono il 2,2% (rispettivamente 1,3% e 0,9%) contro l’1,2% del 2022.

Sardegna (con il 98,3% di diesel), Basilicata (98%) e Molise (95,8%), guidano la classifica delle regioni con meno veicoli alternativi; in questo comparto spiccano invece le flotte elettriche urbane e suburbane del Nordovestla Liguria ha il 5,4% (con un incremento di 2,3 punti percentuali), ilPiemonte il 3,4% (+1,4), la Lombardia il 2,4% (+0,8). Saldo positivo per l’elettrico ovunque, stabile in Valle d’Aosta e Calabria.

In Italia, la percentuale di autobus Euro 4, 5 e 6 rappresenta il 59,3% del parco, sempre secondo i dati Continental. Che annota: “Anche in questo caso la quota degli Euro 0 e 1 potrebbe non riflettere puntualmente i bus realmente in circolazione, mentre i veicoli Euro 2 ed Euro 3 passano dal 39,9% al 26,8% sul totale”. 

Le prime quattro classi sono diffuse soprattutto in Calabria (57,8% del parco), Campania (56,7) e Sicilia (56,3%). I bus Euro 4, 5 e 6 sono l’86,3% del circolante in Trentino-Alto Adige, l’84,4% in Valle d’Aosta e l’81,3% in Friuli-Venezia Giulia e oltre il 60% in tutte le regioni del Nord, in Lazio e Sardegna.

L’età media del parco autobus?

Gli autobus risentono positivamente dei contributi per le flotte di TPL e generalmente i mezzi più vecchi registrano dati più aderenti alla realtà rispetto agli autocarri di pari età. Aumentano i veicoli con meno di due anni (da 3,7% a 5,5% quelli fino un anno e da 3,8% a 3,9% quelli fino a due). Il 38,6% ha meno di dieci anni (contro il 36,2% del 2022), il 33,6% tra dieci e venti (era il 36%) e il 27,5% oltre i venti (dato sostanzialmente stabile rispetto al precedente 27,6%).

La classifica delle regioni è guidata da Lombardia (49,2% di mezzi sotto i dieci anni), Friuli-Venezia Giulia (54,2% di “giovani”) e Trentino-Alto Adige (63,5%). In coda la Calabria, con il 40,9% oltre i vent’anni e solo il 22,1% con meno di dieci, la Basilicata con il 41,7% di ultraventennali e la Campania con il 45,5%

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