Mercato autobus in Francia, un 2018 di rallentamento (mentre il truck vola)
di Jean-Philippe Pastre La Chambre Syndicale Internationale de l’Automobile et du Motocycle (CSIAM) ha pubblicato le registrazioni dei veicoli pesanti del 2018. Emerge un grande contrasto tra i camion (quasi al livello record del 2008) e l’autobus che rallenta. Il bicchiere, a seconda degli sguardi, può risultare mezzo pieno o mezzo vuoto. Con 6.230 autobus nuovi […]
di Jean-Philippe Pastre
La Chambre Syndicale Internationale de l’Automobile et du Motocycle (CSIAM) ha pubblicato le registrazioni dei veicoli pesanti del 2018. Emerge un grande contrasto tra i camion (quasi al livello record del 2008) e l’autobus che rallenta. Il bicchiere, a seconda degli sguardi, può risultare mezzo pieno o mezzo vuoto. Con 6.230 autobus nuovi registrati nel 2018 dall’Association Auxiliaire de l’Automobile (AAA), il mercato francese dei pullman e dell’autobus rimane dinamico (Impietoso il confronto con i 3.400 mezzi immatricolati in Italia, n.d.r.). Ma le nuvole non mancano: il mercato si è contratto infatti dell’1,6 per cento rispetto al 2017.
Mercato autobus in Francia, il finanziato è stabile
Il leggero calo del mercato è dovuto principalmente al segmento dei turistici che finisce a -2,4% rispetto al 2017. Il finanziato, al contrario, rimane pressoché costante: -0,6% (1.653 bus nuovi registrati nel 2018). Christian Giraudon, presidente della commissione Autocars e Autobus alla CSIAM, ed anche Direttore commerciale Francia della Otokar Europe, dichiara che nel segmento bus, le trazioni alternative rappresentano circa il 10% del mercato. Secondo Giraudon, le giunte e le municipalità stanno aspettando il 2020 per fare la propria scelta (questo è legato alle nuove regole stabilite dalla legge Loi de transition énergétique pour la croissance verte di agosto 2015). Di più, alcune gare sono state pubblicate molto tardi; questo fatto potrebbe aver provocato un calo delle consegne alla fine del 2018.
La crisi del mercato turistico
Per il settore dei Classe III, la situazione è ben peggiore. Secondo Nadia Omeyer, del Marketing EvoBus Francia (Mercedes-Benz e Setra) la caduta sarebbe dovuta al consolidamento dei servizi chiamati «cars Macron» (servizi regolari nazionali ed internazionali). A creare un ambiente poco favorevole agli investimenti ci sarebbero i guadagni poco cospicui dei privati che operano, in qualità di vettori, le linee per OuiBus, Flixbus o Isilines; le minaccie durante l’estate 2018 sulle accise sul gasolio; le nuove tasse di circolazione; gli aumenti dei pedaggi. Per l’anno 2019, le previsioni sono fosche: il caos sociale che regna in Francia, ed il progetto di legge Loi d’Orientation des Mobilités promosso dal governo, non aiuteranno le aziende di trasporto.