La giornata di oggi sarebbe dovuta essere una data importante, di svolta, che avrebbe dovuto annunciare il o i partner (cinesi) di Seri Industrial nella nuova vita di Menarinibus. Dall’incontro tenutosi a Roma con la neo proprietà, però, non è uscito il nome (i nomi) dei soci, bensì è stato presentato un nuovo piano industriale.

Un piano industriale che è stato commentato dalle sigle sindacali Fim.Cisl, Fiom-Cgil e Uil, che lo hanno definito “molto ambizioso, che per questo suscita non poche perplessità rispetto l’attuazione. A fronte di quasi 400 bus attualmente in portafoglio, la produzione è infatti attualmente quasi ferma“.

Questo, invece, il commento dei sindacati sull’ingresso in compagine societario di un gruppo gruppo cinese: “Non siamo di fronte ad un passaggio formale, men che meno ad una una fase esecutiva. Confermata la volontà di allocare la produzione esclusivamente a Flumeri, con la previsione di diverse assunzioni, Bologna dovrebbe divenire il sito di progettazione, after sale e prototipazione con la possibilità di riconversione di parte degli attuali 75 diretti di produzione“.

E, ancora, si legge: “In ogni caso la direzione di MenariniBus ha assicurato che non ci sarà nessuna azione unilaterale e che quindi proseguirà un confronto con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise sui potenziali esuberi. Il confronto continuerà sia a livello territoriale, sia nazionale. La ex IIA, ora ridenominata appunto Menarini Spa, è ancora in una condizione di estrema difficoltà. Le organizzazioni sindacali senza pregiudizi si confronteranno con i nuovi azionisti avendo l’obiettivo di tutelare le attività e l’occupazione. E il Governo, che si è assunto la responsabilità delle scelte, dovrà essere garante“.

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