Menarini Monocar 101 Sb. Il gioiello di Storicbus
di Christian D’Olif (revisione a cura di Stefano Alfano) Si ringrazia Fabrizio Rossi per i dati Il Monocar 101 Sb, prodotto dalla carrozzeria Menarini di Bologna, rappresenta una delle migliori evoluzioni stilistiche della casa bolognese, distinguendosi a livello italiano ed europeo per l’innovativo design. La progettazione risale al 1982/83, mentre le prime prove su strada […]
di Christian D’Olif (revisione a cura di Stefano Alfano)
Si ringrazia Fabrizio Rossi per i dati
Il Monocar 101 Sb, prodotto dalla carrozzeria Menarini di Bologna, rappresenta una delle migliori evoluzioni stilistiche della casa bolognese, distinguendosi a livello italiano ed europeo per l’innovativo design.
La progettazione risale al 1982/83, mentre le prime prove su strada sono del 1984. Il modello “Sb” era destinato ad affiancare il già diffuso modello “Sl” , che fu tuttavia commercializzato ancora per qualche anno, anche perché applicabile su telai carrozzati Menarini come Mercedes O303, gli Iveco 370E e 370S ed i Volvo B10.
Obiettivo: prodotto completo
L’obiettivo, come comprensibile, era comunque vendere il prodotto completo, e non con telaio e meccanica di altre case. Come fatto per la serie 201, si decise di realizzare un autotelaio proprio, montando parte della catena cinematica dell’Iveco 370 12.35 (motore V8 da 352 cavalli, cambio Zf S6- 90, rallentatore Voith Vhbk 130).
L’elegante carrozzeria, opera di Giorgetto Giugiaro, univa alla ricerca aerodinamica particolari stilistici che conferivano alla linea una certa eleganza. Molto facile la manutenibilità e l’accessibilità agli organi meccanici, comprese le sospensioni e l’impiantistica generica. Tutti i componenti inferiori alla linea di cintura del mezzo, realizzati in materiale composito, si aprivano senza ausilio di chiavi o utensileria.
Menarini Monocar 101 Sb. Interni classici
Un’impostazione più classica, ed elegante, spicca all’interno del veicolo, con adozione di alcantara a rivestimento del tetto e moquette sul pavimento, come da tradizione dei maestri carrozzieri italiani.
Decisamente funzionali, ed apprezzate, sono stati la plancia ed il posto guida, riconducibile al modello 370.
Molto corposa, come da tradizione Menarini, la gamma accessori: televisore a scomparsa motorizzato, tende parasole hostess ed autista comandabili elettricamente, armadietto guardaroba in prossimità della portiera dell’autista, sedile hostess ruotabile verso l’interno del veicolo, sistema kneeling di cortesia (inginocchiamento a destra del veicolo in occasione della salita e discesa dei passeggeri), bauli a sbloccaggio ad aria compressa centralizzato, riscaldamento aggiuntivo a soffitto. Era di serie anche la climatizzazione.
Menarini, sensibile alle innovazioni
La selleria prevedeva diverse possibilità scelta: inzialmente la più gettonata fu la versione “Rallye” di Lazzerini; a richiesta erano pure disponibili i tavolini montabili su guide.
La prima motorizzazione scelta da Menarini fu il collaudato Iveco 8 cilindri a V aspirato 8280.02 di 17.174 cc. di cilindrata e 352 cavalli di potenza; nel 1986 questa motorizzazione venne affiancata da un 6 cilindri in linea di 11.967 cc. e di 290 cavalli di potenza, che grazie ai consumi nettamente inferiori soppianto’ nel 1990 il V8 Iveco e rimase presente fino alla fine della produzione del SB nel 1992.
Sempre sensibile alle innovazioni, Menarini propose il telaio Monocar, frutto di una progettazione basata sulla tecnologia: il telaio possedeva infatti un’ottima rigidità torsionale e nel contempo consentiva un’accresciuta capacità delle bagagliere (Valore notevole per un non sopraelevato, considerato che un Iveco 370 carrozzato Menarini della medesima tipologia si attestava poco di sotto ai 7).
La modernità al potere
L’avantreno fu dotato di sospensioni indipendenti mentre il retrotreno era caratterizzato da uno schema tipo “De Dion”, con due puntoni trasversali connessi ad un bilanciere a fulcro fisso posizionato a centro telaio, oltre a 4 puntoni longitudinali. La “sezione sospesa” consentiva la collocazione delle molle ad aria e delle valvole livellatrici in una zona più esterna del normale, vicino alla sagoma del veicolo, al fine di consentire il rollio, e quindi a gran vantaggio della stabilità.
Molto moderno l’impianto frenante, che prevedeva esclusivamente freni a disco autoventilanti e rallentatore Voith. Era disponibile l’impianto Abs, inizialmente a richiesta, poi montato di serie.
Nel 1988 alla versione Sb si affiancò la versione 101 Sbh (poi variata in 101 Sh).
Il successo commerciale del Menarini Monocar 101 Sb
Veicolo elegante e affidabile, ebbe un ottimo successo commerciale; CAP di Prato, SVAP di Aosta, ATVO di San Donà di Piave, furono alcune delle aziende che utilizzarono il Menarini 101 Sb; molto apprezzato dai passeggeri, per il comfort, e per l’aspetto che ancora oggi è attuale, fu utilizzato sempre come Gran Turismo, senza mai declassarlo per i servizi di linea.
Il Menarini 101 Sb della collezione di STORICBUS, Il Museo dell’Autobus Italiano di La Spezia, è di prima serie, costruito nel 1985, immatricolato nel luglio 1986 ed appartenuto a due proprietari emiliani; il secondo proprietario, la Autoservizi F.lli Pollini di Conselice (RA), ha voluto che il veicolo venisse conservato da STORICBUS, che ha provveduto al restauro estetico e funzionale; il mezzo è entrato nella collezione in ottime condizioni e allo stato d’origine, con documenti comprovanti la costante manutenzione fatta dai proprietari nel tempo.
Terminato il servizio nel 2015, il 101 Sb è stato condotto a La Spezia dal suo proprietario ed autista Maurizio Pollini, che ringraziamo e stimiamo per il grande gesto di passione verso i veicoli di trasporto pubblico.
Oggi, grazie al Museo spezzino, il Menarini Monocar 101 Sb di STORICBUS è un veicolo in ottime condizioni, in ordine di marcia, che viene impiegato in manifestazioni culturali, storiche, sfilate ed esposizioni.
Il Menarini 101 Sb ha accompagnato il 27 settembre 2019 i soci alla visita del deposito filoviario di viale Molise, a Milano, dove anche il personale di Atm ha potuto ammirare la bellezza estetica del mezzo.