Le Ferrovie dello Stato di Mazzoncini, quelle dal piano industriale volto ad accaparrarsi il 25 per cento del tpl su gomma e del progetto di costruzione di una piattaforma della mobilità integrata, perde i vertici. Come noto, ieri è stato azzerato dal ministro Toninelli il cda di Fs.

L’azzeramento del cda Fs

“Ci dispiace che il cda si sia arroccato non applicando l’automatica decadenza prevista dallo statuto”. Lo ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, a chi gli chiedeva se fosse favorevole ad un passo indietro dell’ad di Fs Renato Mazzoncini (rinviato a giudizio in giugno nell’ambito del processo Umbria Mobilità). “Penso ci sarà un bel rinnovamento”, dice annunciando di aver firmato la “decadenza del cda“. Mazzoncini era stato nominato ad di Fs nel novembre 2015, dopo un periodo da amministratore delegato di Busitalia.

Mazzoncini e un ambizioso piano industriale

Il piano industriale 2017-2026 di Fs, presentato a fine settembre 2016 dall’ormai ex ad Renato Mazzoncini alla presenza del premier Renzi, prevede 94 miliardi di investimenti, e ricavi destinati a raddoppiare, dai 9 miliardi previsti a fine 2016 fino ai 17,6 miliardi stimati nel 2026. Più del 70 per cento della crescita prevista sarà legata ad ambiti che escono dall’attuale area di azione di Fs. Oltre agli investimenti in ambito ferroviario (500 nuovi treni regionali in arrivo) e alla fusione con Anas, l’obiettivo di Fs è quello di proporsi come azienda di mobilità integrata di statura internazionale, gestendo modalità di trasporto che vanno dai treni al pullman fino al car sharing, con un focus di impegno per quanto riguarda la digitalizzazione.

Mazzoncini e le prese di posizione per le gare tpl

L’ex amministratore delegato di Fs non ha mai mancato di spendersi a favore dell’indizione di gare di servizio, in coerenza con la normativa europea. L’unico strumento, d’altro canto, che può permettere a Busitalia la programmata scalata del mondo del tpl su gomma. Prima che a Milano venisse prorogato l’affidamento ad Atm, Mazzoncini aveva confermato la volontà di competere nelle gare per il tpl di Roma e Milano. Sul tema della gara di Milano, che al giugno 2017 era ancora un ipotesi presentata come percorribile, Mazzoncini non aveva usato mezzi termini: la gara «la deve fare anche il comune di Milano, non è diverso».

Mazzoncini: «Lascio bilanci in ordine»

La risposta di Mazzoncini alla mossa (annunciata) del governo si è tradotta nella seguente lettera aperta, che riportiamo integralmente:

Da parte di Renato Mazzoncini

Cari amici, dopo poco meno di tre anni, a seguito della decisione del nuovo Governo di applicare lo spoil system, lascio l’incarico di AD di Ferrovie dello Stato Italiane.
Per chi come me ha il trasporto pubblico nel sangue non è difficile raccontare il privilegio e l’esperienza di arrivare a 47 anni alla guida di questa straordinaria azienda del Paese e di farla crescere come mai prima d’ora.
In questo triennio FS crescendo al ritmo del 18% annuo ha chiuso i migliori bilanci di sempre con un utile medio di 645 Ml€, cresciuto del 60% rispetto al triennio precedente. Contemporaneamente ha portato gli investimenti dai 4 Mld€ medi del triennio precedete a 6 nel 2017 e a 8 nel 2018 con l’arrivo di Anas. Vale oggi il 2% del PIL del Paese e occupa 81.000 persone dirette e 240.000 con l’indotto. E soprattutto tra il 2014 e il 2018 il numero di passeggeri sui treni è cresciuto del 25%, vero obiettivo del nostro lavoro. Finalmente in accordo con le Regioni si rilancia il trasporto ferroviario regionale con il mega investimento di 5 Mld€ di nuovi treni che sono in costruzione nelle fabbriche italiane di Hitachi e Alstom e arriveranno sui binari dalla prossima primavera portando la loro anzianità media da 24 a 9 anni in linea con i migliori benchmark. Anche in attesa di questi nuovi investimenti è cresciuta la customer satisfaction dei treni regionali di 5 punti percentuali. Busitalia è passata dal 2012 a oggi da 100 a 600 Ml€ di ricavi diventando il benchmark del mercato. Con la nascita di Mercitalia, 1,5 Mld€ di investimenti, abbiamo posto le basi per il rilancio del trasporto merci su ferro secondo gli obiettivi di COP 21. FS è anche finalmente diventato un grande player europeo capace di crescere in Europa in questi tre anni ben più dei tedeschi, dei francesi e degli inglesi che da anni si dividevano il palcoscenico. FS è oggi il primo operatore in Italia e in Grecia, il secondo in Germania, il terzo in Olanda ed è già attivo in UK, Francia e Svizzera e ha guidato – con il mio personale impegno – l’UIC, l’associazione mondiale delle ferrovie. È cresciuta l’ingegneria in Italferr e il mondo digitale con il lancio della piattaforma NUGO.
Tutto ciò è stato possibile grazie ad un grande board, che ha tra l’altro rafforzato tutti i presidi di governance per assicurare trasparenza e integrità alla gestione aziendale, un grande team di manager impegnati e preparati e alla grandissima famiglia dei ferrovieri, autentico patrimonio del Paese che ringrazio di cuore per il quotidiano impegno e per la straordinaria accoglienza che mi hanno riservato.
Ora mi riposo un po’, buona estate e in bocca al lupo a tutti. Renato

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