MAN Lion’s City 18 Cng efficient hybrid: il Classe II a gas che allunga il passo
L’articolato a gas in Classe II rappresenta il frutto di un progetto dal taglio innovativo, che va a colmare un vuoto del mercato. Al motore Cng Euro VI tep E è abbinabile il modulo mild hybrid. Che ci piaccia o no le trazioni alternative stanno cominciando ad interessare anche il trasporto extraurbano, dove fino a […]
L’articolato a gas in Classe II rappresenta il frutto di un progetto dal taglio innovativo, che va a colmare un vuoto del mercato. Al motore Cng Euro VI tep E è abbinabile il modulo mild hybrid.
Che ci piaccia o no le trazioni alternative stanno cominciando ad interessare anche il trasporto extraurbano, dove fino a ieri il motore diesel regnava pressoché incontrastato. Ma se per elettrico ed idrogeno, al di là di qualche progetto pilota, manca l’offerta, per il metano (gassoso o liquido) è relativamente facile equipaggiare gli autobus in Classe II.
In realtà le applicazioni viste fino ad ora hanno riguardato esclusivamente veicoli tra i 10,5 ed i 13 metri di lunghezza a due assi, sia a pianale alto sia ribassato (Le o Lf). Insomma, nessun modello a grande capacità di carico.
Ed in questo vuoto di offerta, MAN ha deciso di omologare il suo nuovo Lion’s City snodato a metano anche in Classe II, con un processo tutt’altro che semplice.
Uscito dalle linee produttive di Starachowice per poi essere completato dal testing di Monaco, il 19C Cng Classe II ha concluso l’iter omologativo una decina di mesi fa, trovando subito aziende interessate al suo acquisto. Ad oggi sono una sessantina i pezzi già ordinati nel nostro paese ed i primi tre sono stati appena consegnati alla Mom di Treviso, dinamica azienda pubblica che da anni punta sulla qualità del servizio.
Meccanica: il più lungo della famiglia
Il modulo mild hybrid accompagna il motore a gas: emblema della transizione in Classe II.
Il Lion’s City 19C è il più lungo degli autobus MAN, con i suoi 18.730 mm fuori tutto. Disponibile nelle alimentazioni a gasolio e a metano, entrambe con motore da 9 litri e con la possibilità di avere il modulo mild hybrid, offre una capacità di carico davvero importante, con un massimo (da omologazione) di 148 passeggeri dei quali 59 seduti.
Nella versione in Classe II, dotata di un posto attrezzato per l’incarrozzamento di un disabile, i sedili sono 57, autista escluso, ai quali si possono aggiungere due sedili ripiegabili di emergenza al posto carrozzella. Con masse che restano sempre abbondantemente al di sotto dei limiti, i passeggeri in piedi distribuiti lungo il corridoio possono tecnicamente superare gli 80, ma nella trasposizione nazionale dell’omologazione risultano una sessantina.
Le porte di accesso sono tre, tutte a due ante ad azionamento pneumatico: quella anteriore è rototraslante interna mentre quelle posteriori sono ad espulsione, in perfetto stile intercity.
Il passo tra primo e secondo asse è più o meno lo stesso del 12 metri, richiedendo pertanto spazi solo leggermente più ampi per svoltare.
Euro VI Step E a gas
L’assale anteriore è Zf Rl82Ec a ruote indipendenti, provvisto, come per tutti gli autobus del ‘leone’, di ammortizzatori autoadattivi a doppio effetto Pcv, in grado di adattarsi al carico e alle condizioni della strada sfruttando due circuiti interni per il passaggio dell’olio, senza richiedere dispositivi ausiliari di controllo. Elettronica è invece la gestione delle sospensioni, dotata di cinque sensori di livello e di una centralina Wabco Ecas. Ad essa è anche affidata la gestione dell’abbassamento alle fermate (a scelta tra parallelo e kneeling) ed il sollevamento che può essere mantenuto fino ad una velocità di circa 20 km/h.
Recano logo Zf anche gli assali posteriori, con l’Ho-1100 al centro folle, e l’Av133 in fondo, motorizzato. Tre i rapporti al ponte disponibili, ma per l’autosnodato a metano la scelta ricade quasi obbligatoriamente sul più corto 5,7, in grado comunque di portare l’autobus a 80 km/h mantenendo i giri in regime poco sopra alla coppia massima. L’abbinamento con il cambio Zf Ecolife 2 risulta particolarmente azzeccato, con buona progressione in accelerazione e fluidità nel passaggio marcia e con un’efficace gestione del retarder integrato in fase di decelerazione.
In alternativa allo Zf è sempre possibile montare il Voith Diwa 6 a quattro velocità, mentre non vi sono ancora previsioni sull’utilizzabilità del Diwa Nxt a sette.
Il motore è il nuovo E1856 da 9,5 litri alimentato a gas, in classe di emissioni Euro VIe, qui nella sua taratura a 320 cavalli e 1.400 Nm disponibili costanti tra 900 e 1.500 giri. Questa coppia, pressoché identica all’equivalente motore diesel, permette una buona elasticità del propulsore limitando gli interventi del cambio, a tutto beneficio dei consumi. Oltre a tutto, il 19C trevisano è in versione Efficient-hybrid, ovvero dotato di un motore elettrico a 48V calettato tra motore termico e cambio, facente la funzione di alternatore principale. Gestisce lo start and stop alle fermate e fornisce un ‘boost’ addizionale alla partenza. Il dispositivo originale MAN, sviluppato con Nidec, ottimizza la gestione energetica complessiva del veicolo attraverso un ultracap posizionato sul tetto e contribuisce ulteriormente alla riduzione dei consumi di carburante, soprattutto in percorsi cittadini.
Lo sterzo è preciso e l’assale a ruote indipendenti gestisce meglio i cambi di direzione rispetto alla gamma precedente, fornendo peraltro un maggiore angolo di sterzata. La ralla è la Atg Limbo II (gruppo Hübner), più compatta della precedente e munita di funzionalità avanzate per il controllo del piegamento e della stabilità complessiva dell’autobus. Consta di un dispositivo a controllo elettronico che permette il continuo monitoraggio dell’angolo di sterzata, di quello di piegamento, della velocità, del carico assiale, il tutto interfacciato con la centralina del motore e con l’Ebs. In definitiva, una funzione di controllo di stabilità superiore a quella fornita dall’Esp, che evita il pericoloso fenomeno del ‘jackknifing’, ovvero la chiusura della cassa posteriore verso avanti con rischio di successivo pendolamento dell’asse centrale.
L’impianto elettrico è il consueto Multiplex Kibes 32 di Vdo Continental, con funzionalità diagnostiche piuttosto avanzate e una struttura di tipo master slave costituita da un’unità centrale al posto guida e una dozzina di centraline periferiche intercambiabili.
L’interscambio di dati tra il veicolo e l’officina (e l’ufficio movimento) può avvenire attraverso dispositivi di comunicazione tradizionali (Avm/Avl) collegati a una presa Fms 4.0, oppure tramite l’unità Rio box presente da qualche anno di serie su tutti i mezzi MAN ed un cloud internet dall’utilizzo piuttosto facile e intuitivo e per il quale esistono varie forme di abbonamento.
Interni promossi a pieni voti
Un viaggio nell’abitacolo del Lion’s City. Interni accoglienti, prese Usb e tanto altro ancora…
ll vano passeggeri differisce dai Classe I per i sedili, qui necessariamente provvisti di aggancio per le cinture di sicurezza, come prescritto dalle normative europee. Più nel dettaglio, sono i Lite G3 firmati Kiel, rivestiti da velluto Kneitz e con retroschienale in materiale plastico facilmente lavabile. Le pannellature laterali sono in feltro grigio e contribuiscono ad arricchire l’allestimento, già peraltro piuttosto accogliente. Sotto ogni biposto, così come a ridosso della piattaforma per disabili, è montata una doppia presa Usb per la ricarica dei cellulari.
Allestimento al top
Alla climatizzazione dell’autobus pensa un impianto a tetto Spheros Revo 450 da 45 kW in raffreddamento, costituito da due gruppi distinti (uno per cassa) e integrato da un frontbox autista marca Aurora. Il compressore Bock è unico e prevede lo sdoppiamento dell’impianto di distribuzione del gas R134a. Il riscaldamento prevede inoltre due file di termoconvettori a parete (a richiesta integrati da ventola), distribuiti lungo il veicolo, e un paio di aerotermi nella zona della ralla. L’attivazione di convettori e aerotermi è comunque automatica in base alle impostazioni della centralina posizionata al posto guida, la quale si serve di svariati sensori di temperatura interni ed esterni per ottimizzare le prestazioni e il comfort.
L’illuminazione interna è di tipo indiretto: due file di led provvedono a rischiarare l’abitacolo dal centro del padiglione, con funzionamento automatico su tre zone e a quattro livelli di luminosità in base alla condizione di marcia, allo stato delle porte e, ovviamente, alle condizioni di luce ambientale.
Completano l’allestimento, le dotazioni specifiche di Mom quali: indicatori di percorso a led bianchi di Aesys, sistema di infoutenza Devon con quattro display interni, impianto contapasseggeri integrato all’Avm Divitech, impianto di videosorveglianza Cediss Streamax provvisto di sei telecamere interne e tre esterne.
Passiamo al posto guida. Il cruscotto Vdv consente una regolazione solidale al volante di tutta la parte centrale, dotata di display centrale a colori, e dei due settori laterali dove sono installati tutti i principali comandi. Rimangono fuori dalla regolazione due pannelli con gli interruttori di minore utilizzo più, ovviamente, la plancia laterale, provvista di alcuni portaoggetti tra cui uno termoisolato. L’insieme del posto guida risulta ampio ed ergonomico, con una visibilità molto buona in ogni condizione.
Assistenza alla guida? Mobileye
Ottimo lo spazio di regolazione del sedile Isri dotato di serie di regolazione lombare e, a richiesta, di climatizzazione o di rotazione. Ad assistere il conducente nella guida, sul veicolo di Mom è presente il dispositivo Mobileye nella sua configurazione più completa, provvisto di ben quattro telecamere laterali e una frontale. È in grado di ravvisare il pericolo di impatto laterale o frontale con ostacoli fissi o in movimento, nonché di rilevare i cartelli stradali riportandone l’immagine sul piccolo display addizionale. L’impianto elettrico è il consueto Multiplex Kibes 32 di Vdo Continental, con funzionalità diagnostiche piuttosto avanzate e una struttura di tipo master slave costituita da un’unità centrale al posto guida e una dozzina di centraline periferiche intercambiabili. L’interscambio di dati tra il veicolo e l’officina (e l’ufficio movimento) può avvenire attraverso dispositivi di comunicazione tradizionali (Avm/Avl) collegati a una presa Fms 4.0, oppure tramite l’unità Rio box presente da qualche anno di serie su tutti i mezzi MAN ed un cloud internet dall’utilizzo piuttosto facile e intuitivo e per il quale esistono varie forme di abbonamento